“La perfezione del male” di David Morrell, casa editrice Nord. A cura di Vito Ditaranto

 

“…Si dice che Tiziano, Rubens e Van Dyck esercitassero sempre la propria arte in alta tenuta. Prima d’immortalare le loro visioni sulla tela, si facevano il bagno, purificandosi simbolicamente da qualsiasi distrazione, e indossavano gli abiti più eleganti, le parrucche migliori e, in un caso, persino la spada dall’elsa diamantata. L’Artista della morte si era preparato in modo analogo…

siamo nel 1811 e a distanza di pochi giorni, due famiglie vengono sterminate nelle rispettive case. Sotto la pressione della popolazione, e nonostante le prove siano solo controverse e indiziarie, viene arrestato un certo John Williams. L’uomo si suicida impiccandosi in prigione prima del processo. Era lui il colpevole? Nessuno lo saprà mai.

 Si fa quindi un salto in avanti negli anni, fino al 1854, qui il protagonista del romanzo diviene Thomas De Quincey. Da questo punto in poi realtà e finzione si mescolano.

_Thomas de Quincey (Greenheys, 15 agosto 1785 – Edimburgo, 8 dicembre 1859) è stato uno scrittore, giornalista, saggista e traduttore inglese, fra i più originali e significativi del suo tempo. De Quincey tracciò, soprattutto nelle sue Confessioni, un cammino poi ripreso da Charles Baudelaire, dichiaratosi suo incondizionato ammiratore, dai parnassiani e dai simbolisti. Negli Stati Uniti Edgar Allan Poe si riallacciò, in alcuni suoi immortali racconti, all’umorismo disincantato e nero del De Quincey traslandolo alla Baltimora di metà Ottocento. Anche gli scrittori argentini Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares hanno ammirato Thomas de Quincey a cui si sono talvolta ispirati._

Thomas De Quincey , torna in città dopo il clamore suscitato dal suo scandaloso pamphlet “L’assassinio come una delle belle arti“, in cui aveva lodato la bravura omicida di John Williams. Un libro provocatorio che l’aveva reso famoso ma che ora rischia adesso di costargli caro. Qualcuno ha sterminato un’intera famiglia, replicando fin nei minimi dettagli gli omicidi di quarantatre anni prima. E De Quincey è il principale indiziato non solo della polizia, ma anche dell’opinione pubblica desiderosa di sfogare la propria rabbia contro di lui. Questo scenario agghiacciante mette in moto la mente di Morrell, che si chiede: cosa sarebbe successo se questa parte del libro di De Quincey fosse spunto per un nuovo Assassino? E se proprio De Quincey, dato la sua conoscenza, fosse il maggior sospettato?

Con l’aiuto della figlia e di un giovane investigatore di Scotland Yard, Thomas De Quincey,  cerca di dimostrarsi innocente attraverso l’unica strada possibile: scoprire chi è il vero assassino. Un killer sfuggente come la nebbia notturna che striscia lungo le strade di Londra.

Un lavoro stuzzicante ed interessante che mescola realtà e fantasia. Questo romanzo è frutto di un profondo studio fatto dallo scrittore canadese su un altro scrittore realmente esistito nel 1800: Thomas De Quincey. Un autore sottovalutato dal mondo letterario, anche e soprattutto per la sua dipendenza dall’oppio. Uno dei libri di De Quincey fu proprio Confessioni di un oppiomane a cui fa seguito L’assassinio come una delle belle arti. Entrambi gli scritti saranno la base su cui Morrell svilupperà il suo La perfezioni del male. Dati questi elementi si potrebbe pensare a La perfezione del male, come un romanzo in cui si sfidano De Quincey ed un assassino. In realtà l’opera di Morrell è più complessa ed interessa diversi personaggi. Ryan e Becker, due poliziotti integerrimi che cercheranno di venire a capo degli assassini del 1854.  A farci compagnia in questo viaggio in carrozza ci sarà anche Emily, figlia (non reale) di Thomas De Quincey. Quest’ultima si dimostrerà un personaggio forte, una ragazza che sovverte le regole femminili classiche dell’epoca. Impareremo a conoscere il suo punto di vista attraverso un diario, inserito da Morrell per omaggiare i romanzi vittoriani. La perfezione del male, oltre ad un buon thriller con risvolti truculenti ed abbastanza enigmatici, si rivela un ottimo romanzo storico. Nella postfazione Morrell sottolinea come la sua sia stata un’avventura con l’oppiomane. David infatti si è completamente immerso nello studio di De Quincey, cercando di cogliere aspetti  e sfumature inedite attraverso i romanzi dello scrittore e di altri autori che lo hanno descritto. La full immersion è anche storica e riguarda la Londra del 1854, caratterizzata da strade popolate da barboni e prostitute. Queste figure avranno reali contatti con De Quincey, che in giovinezza perse tutto diventando un barbone e riuscì a risalire la china grazie ad Ann, una prostituta.

Non sarà certo Rambo, ma anche Thomas De Quincey ha avuto una vita movimentata che valeva la pena essere raccontata…

Questo è un libro da dieci e lode!! Lo ammetto, mi aveva attirato la copertina e la trama. Avevo pensato che fosse un libro come un altro, invece lo scritto è perfetto!! Approfondito, sagace e preciso. La narrazione va a fondo e interpreta i vari stili di quell’epoca, strutturati in maniera molto diversi dai nostri.

Purtroppo la lettura ha richiesto alcuni giorni, ma non perché lo scritto fosse arduo ma perché ho avuto mille cose da curare, comunque un buon lettore riesce a divorare questo magnifico libro in due giorni.

Lo stile di questo scrittore è unico, essenziale, istruttivo e meticoloso. David Morrell ha saputo ben dosare ogni elemento. La rocambolesca avventura di De Quincey con la figlia e i due Detective (che l’aiuteranno)si svolgerà in maniera eccellente.

Ho adorato e apprezzato in questo romanzo l’elevazione dell’anima ed i viaggi interiori dei protagonisti.

Delle volte l’anima, il carattere e la stravaganza viene trasmesso di generazione in generazione e tutto ciò che potrebbe salvare un discendente, potrebbe anche ucciderlo. Drammatico, feroce e istintivo questo romanzo vi lascerà senza fiato. Uccidere è la mia arte!

Lettura Consigliata soprattutto se siete amanti dell’Inghilterra vittoriana.

…a Miriam con infinito amore…vito ditaranto.

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