Sembra che ultimamente la sorte mi sorrida regalandomi bellissimi libri da leggere e recensire. In realtà dovrei ringraziare il buon gusto di Alessandra Micheli nel passarmeli.
Sì, signori e signore, Land Grabbing è un libro bellissimo e coinvolgente. Ti costringe con il suo linguaggio semplice e le sue vicende perfettamente intrecciate, a continuare a leggere senza sosta, pagina per pagina.
Il personaggio principale è un ispettore svizzero che indaga sulla morte di un impiegato di un’azienda informatica. In realtà la sua vita nasconde un lato oscuro. Le capacità della vittima lo hanno legato ad un giro losco che va ad intrecciarsi con la malavita. Nel corso delle indagini. L’ispettore Diego Anastasi incontrerà l’agente della DIA Giulia Ferri, decisamente più animosa e priva degli scrupoli di lui. A questo punto è bene parlare del titolo del romanzo. Land Grabbing, dall’inglese letterale “accaparramento della terra”, è un termine economico che si riferisce all’appropriazione in larga scala di terreni in paesi in via di sviluppo da parte di ricchi possidenti o aziende attraverso metodi non sempre verificati. Ed è proprio una potente associazione internazionale, un cartello di industrie in mano alla criminalità organizzata, ad essere nel mirino di Anastasi. Nella prima parte del romanzo, infatti, Anastasi e Ferri indagheranno in questo senso, distanziandosi sempre di più dai metodi legali loro concessi dalla posizione.
Anastasi, che in un primo momento storceva il naso di fronte alla violenza di Giulia Ferri nel portare avanti gli interrogatori, cambia poi comportamento, accetta che la violenza divenga parte del suo metodo. Il suo senso di giustizia risorge rabbioso quando viene a sapere che uomini senza scrupoli basavano la loro ricchezza sugli eccidi di gente innocente col fine di appropriarsi di terre che avrebbero arricchito un patrimonio già immenso. Ma quello non è che l’inizio. Proprio l’esplosione di questa violenza, unita alla situazione estrema, porta Diego ad uccidere uno dei criminali che si scopre avere legami con la Ndrangheta. Ed è proprio in quel momento che l’inferno apre le sue porte di fronte a lui.
Una figura femminile, incarnazione del sadismo, della follia, della mancanza di regole morali ed etiche di nome Clara, vendicherà la morte di un suo lontano cugino, ossessionata dal dovere di proteggere la sua famiglia.
La donna, dietro ad un inganno, priverà Diego di sua madre e lì innescherà la rabbia dell’ispettore e questo lo trasformerà, gli farà conoscere la disperazione e di seguito l’ossessione. Il romanzo diventa quindi il duello tra la mente razionale ma ricolma d’odio di Anastasi e la follia di Clara.
Ho già rivelato molto sulla trama e non voglio spingermi oltre, né scendere in dettagli che potrebbero rovinarvi le molteplici sorprese e gli intrecci intessuti da Luca Bortone, che si rivela maestro di uno stile velocissimo, impeccabile e coinvolgente.
Crea personaggi dettagliati e non appesantisce mai la narrazione con lunghi flashback o introspezioni. I sentimenti, le sensazioni vengono amalgamati ai gesti in un libro di azione pura, adrenalina.
Il libro segue uno schema molto lineare, preciso, perfetto per un poliziesco che si dipana capitolo per capitolo, un poco alla volta.
In conclusione, io consiglio questo libro agli amanti della narrativa poliziesca e d’azione in generale. Non potrete che trovarvi ampiamente soddisfatti, visto quanto Luca Bortone sia bravo ad intrecciare gli eventi, restando sempre coerente. I personaggi sono ben costruiti. Non ci sono eroi o eroine, ma sono tutti uomini e donne realistici e concreti.
Bello sotto un punto di vista prettamente stilistico, adeguato ad ogni situazione, sempre brillante.
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