“Ambrose” di Fabio Carta, Scatole parlanti editore. A cura di Natascia Lucchetti

 

 

 

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Carta mi ha abituata al suo stile con Arma Infero, un distopico futuristico che avevo molto apprezzato e tanti degli elementi che avevo amato da quella prima lettura, li ho ritrovati qui.

La fantascienza si basa, come il fantasy in generale, sulla descrizione precisa del mondo che ci viene presentato e degli elementi che caratterizzano la sua diversità dalla realtà che conosciamo. Se in Arma Infero erano le macchine a imperare, qui è la connessione tra ogni elemento dell’universo. Tutto è online, anche i frammenti più intimi di ogni essere. Tutto è freddo, prettamente tecnico, anche se qualcosa di caldo e umano resiste ancora, non si è fuso con la polvere creata dalle atomiche che hanno distrutto il mondo. Vediamo perché.

Che cos’è l’ uomo di questo futuro lontanissimo, se non un’informazione che passa veloce nella rete dell’universo? CA- 209 non ha un nome, ma un codice e questo è di per sé terribile. Non sembra essere importante per niente e per nessuno, è un eroe sconosciuto, un uomo con tante debolezze, che trova la forza per staccarsi dal sistema e ne paga le conseguenze. In mezzo a questo mondo progredito, esiste un uomo come noi, anche se snaturato dalle nuove concezioni. E CA non è l’unico personaggio affascinante.

 Il titolo “Ambrose” è il nome di una creatura interconnessa a CA. Forse è un suo riflesso o un’invenzione della sua mente. È reale o solo un’idea proiettata dal nostro protagonista? Non riusciamo a capire chi o che cosa sia. Sappiamo che c’è e influisce su di lui.

Carta è sempre minuzioso nella costruzione delle sue ambientazioni. Riesce a portarci nella storia, a fianco di CA, nella sua esotuta, in un mondo distrutto dalla guerra nucleare contro la Jihad. Fantascienza, distopia, come esasperazione della situazione del nostro tempo, che ci fa riflettere e tremare di fronte a un panorama devastato dalle esplosioni, bruciato da una guerra senza fine che cancella tutti i valori, gli usi e i costumi di una società sterilizzata dal freddo delle macchine, concentrata sull’astrattismo di una connessione.

Ambrose è un libro bello da leggere perché nemmeno una frase è detta per caso. Tutto ha un significato, un simbolismo. Non si può non amare il dualismo tra reale e virtuale e riflettere sulla perdita di coscienza che rende difficile distinguere il vero dal creato, l’originale dalla copia. Posso affermare che Fabio Carta si conferma pieno padrone di un genere complesso come la fantascienza e lo impreziosisce con elementi tutti suoi, che rendono il romanzo ancora più vicino al lettore. La scelta dell’autore è geniale,  proprio perché non è un eroe puro, ma un uomo.

Consiglio caldamente questo libro a tutti gli amanti della fantascienza che potranno trovare ben sviluppati tutti i canoni del genere, oltre all’approfondimento psicologico del protagonista in ogni singola sfaccettatura.

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