Questo libro è una sorpresa. Io stessa sono rimasta spiazzata da come l’autrice ha sconvolto le carte di trama e genere. Ci vuole abilità per fare una cosa del genere e mantenere coerente un testo e riconosco questo pregio alla Giovannini . Questo dettaglio fa già guadagnare un sacco di punti con me, perché quando leggo apprezzo soprattutto chi sa stravolgermi.
Premetto di non aver letto la sinossi del libro e di aver iniziato la lettura convinta di trovarmi davanti a un noir. Gli elementi del genere ci sono tutti. I personaggi che tramite dialoghi, lettere e azioni intessono la trama sono stati presentati con delle belle descrizioni, approfonditi quanto basta da renderli veri, reali. Diana e le sue radici sradicate due volte, la sofferenza che ha patito nel perdere il marito durante un regolamento di conti, la vita sotto protezione, lontana da casa e dalla libertà descrivono lo spaccato di un’esistenza spezzata, riuscendo a creare una buona empatia tra lettore e protagonista. Devo dire che l’autrice è abile nel raccontare tutto questo senza scadere nel banale, letto e riletto: non ci sono patetismi né condanne al sistema. C’è accettazione e rassegnazione, ma non solo quello. Diana è una donna forte, che non si è lasciata distruggere benché porti dentro di sé il dolore. La vediamo rimboccarsi le maniche e ricominciare, ma senza staccarsi dal passato, senza dimenticare. Anzi, è proprio il passato la sua forza, le radici profonde nella terra natia, ciò che la fa tornare a vivere quel futuro anticipato dai figli ormai già grandi.
L’amore ritrovato per un amico di gioventù la libera dal distacco, la riporta a tanti anni indietro, la rende felice di nuovo. Ed è proprio quando la lontananza dalle sue radici finisce e Diana torna a casa, che il romanzo prende una piega inaspettata. Dal noir si passa al mistero solo accennato a margine nelle pagine precedenti dal ritrovamento di una lettera del Diciassettesimo secolo.
E troviamo un giallo nel passato, un colpevole che non ha mai pagato e lo spirito di una persona uccisa sospettato di gettare disgrazia su chiunque abbia vissuto a Villa Aurelia.
Io amo queste cose. Adoro essere spiazzata in questo modo. Il cambio repentino di genere mi è piaciuto davvero moltissimo, anche se a lettura conclusa ho avuto l’impressione che non ci sia niente di certo. Il lettore può infatti scegliere se vedere il susseguirsi delle vicende come regolare casualità, oppure cedere al fascino del mistero, accettando quindi la manipolazione del destino attraverso l’antico maleficio.
Brunella Giovannini è riuscita a colpirmi, mescolando due generi che non potrebbero essere più diversi in maniera più che coerente.
Lo stile è apprezzabile e si presta benissimo al realismo di personaggi e delle ambientazioni, tanto da rendere credibile anche l’incredibile.
Consiglio la lettura di questo libro principalmente agli amanti del giallo e del thriller. È una storia particolare, come se ne vedono poche in territorio nostrano.
Non fatevela scappare.