“The Black door” di Domino Finn, Dunwich Edizioni. A cura di Sophie Sarti

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Solo per un mago il mondo per sempre fluido, infinitamente mutabile ed eternamente nuovo. Solo lui conosce il segreto del cambiamento, solo lui sa veramente che tutte le cose sono accovacciati nel desiderio di diventare qualcosa di diverso, ed è proprio da questa tensione universale che egli trae il suo potere.

Peter S. Beagle

 

Una novella da mozzare il fiato, con Cisco Suarez che è al suo meglio. Qui lo ritroveremo a dover fare i conti con qualcosa che lui stesso sottovaluta.

Purtroppo la vera magia ha perso la fiducia dell’uomo dopo essere stata trasformata in scherzo e divertimento. Tuttavia c’è ben poco da sottovalutare, se si è di fronte a un’energia intensa e a un rituale che nasconde una potenza sconosciuta.

Cisco cerca la vendetta per una donna che ha subito un trattamento particolare, non chiaro, ma di sicuro facente parte del mondo sotterraneo.

Il problema è che non deve farsi riconoscere e non deve far trapelare chi la ragazza sia, finché non sarà costretto a giocarsi i suoi assi nella manica.

Ma il nostro eroe dagli stivali rossi non ha ben chiaro in cosa si stia immischiando, lo capirà presto. Appena si ritroverà di fronte alla “The black door”.

La porta nera. Era una metafora forzata dell’ignoto, come alcuni definivano il misterioso mondo della magia. Era una barriera minacciosa, a cui la maggior parte della gente comune non poteva accedere, e aveva il compito di proteggere gli affari degli appassionati di magia da occhi indiscreti. La maggior parte del mondo vive al di fuori della porta nera, al sicuro dai suoi confini. Al riparo dalla verità. Tutti quelli che si avventurano al suo interno cambiano per sempre.

 

Lo capisce che tra tanti inetti spicca un’energia che si nutre di qualcosa di più profondo e invincibile e che si serve di chi non ha abbastanza potere o conoscenza per mietere le sue vittime sacrificali. Un dio, un’entità, un buco nero che inghiotte vita dopo vita per rivelare una verità che l’uomo comune non può reggere, non può conoscere senza precipitare.

Nonostante le sorprese che tale ambiente oscuro gli riserva, Cisco è preparato e dove fallisce interviene il suo formidabile intuito e la sua profonda esperienza.

Dove l’uomo non può arrivare per ristrettezze mentali, il nostro negromante giunge a destinazione senza apparente sforzo.

Ma la redenzione alla quale assiste e della quale è promotore non lo può illuminare.

Cisco rimane l’uomo dell’ombra che vive nel buio per far sembrare la luce ancora una speranza a cui aggrapparsi.

 

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