“Prospettive: Racconti e Visioni” di AA.VV. (Illustratore Caselli Gianni, a cura di Semprini Cesari Renzo) Jona editore. A cura di Sophie Sarti

 

I visionari formano un ordine a parte, singolare, indeterminato, in cui prendono posto talenti diversi e fors’anche espressioni ineguali. Fanno trapelare talvolta ciò che vi è di più ardito e di più libero nella genialità creatrice.

(Henri Focillon)

 

Bisogna avere una mente aperta e un certo grado di esperienza per riuscire a vedere oltre la realtà così come ci appare, e descriverla attraverso dei canoni che risultano sogettivamente globalizzati: comprensibili per tutti, ideati da pochi.

In questa raccolta si possono tranquillamente sondare vari mondi interiori e avere una visione completa di una precisa situazione poiché narrata da diverse prospettive.

I famosi punti di vista che fanno vedere una forma diversa da come appare a prima vista.
Il tema centrale di ogni racconto ha a che fare con la morte, con l’abbandono o con la sofferenza, ma ogni opera ha in sé il proprio destino. Ci sono speranze che affiorano per poi annegare inghiottite dalle onde delle emozioni; ci sono brutali realtà che non lasciano adito ad alcuna via di fuga e fantasie che giocano con le paure e i ricordi per uscirne rinnovate; quasi vere.

L’importante è liberare la mente e lasciar fluire le parole in modo tale che siano esse a condurre il lettore al significato che più gli è consono.

Perché alla fine che il mare si guardi dal cielo o dalla terra, rimane una grande fonte battesimale per le nostre più segrete emozioni. Se poi a descriverle fosse un uomo cieco e sordo, la cosa diventerebbe alquanto interessante.

Ci sono del resto morti che non sanno di essere tali e che vivono nei ricordi più belli, per poi smarrirsi in quelli che li hanno portati al di là della vita.

Il tutto condito da uno stile a tratti evocativo, dalla metamorfosi del genere che cambia aspetto in base al tipo di strada che l’autore vuole intraprendere e, a questo punto, il lettore si ritrova spettatore di quelle sfumature che non sa cogliere da solo. La classica prospettiva che fa sembrare un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.

Piccole grandi chicche letterarie che trasformano grandi autori in macchiette che, a loro volta, veicolano messaggi importanti altrimenti dimenticati.

Prospettive risulta essere una sinfonia magistralmente realizzata, dove gli strumenti sono le parole e la musica la può udire solo il lettore attento che si lascia coinvolgere dal suono acuto dei violini e dalla dolce melodia del pianoforte. Non soffermandosi mai a crogiolarsi nella drammaticità della visione profonda che si cela dietro a ogni racconto.

Bellissimi i giochi di metafore e di genere, stupenda la scelta del tema e le varie interpretazioni date, quasi un richiamo agli Esercizi di stile di Queneau o all’Antologia di Spoon River. Un sublime mix di menti e stili che rendono la lettura non solo piacevole, ma anche estremamente geniale sotto svariati punti di vista.

Un libro che mi permetto di consigliare a tutti quelli che cercano qualcosa di alternativo e su cui riflettere.

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