“Tu non esisti” di Kiara Olsen, Eroscultura edizioni. A cura di Sabrina Giorgiani

So cosa si prova a leggere un libro scomodo, difficile, dai contenuti cosi delicati da ferire a colpi di scure l’anima. Ci sono libri che non possono essere belli. Che sono unghie graffianti i vetri, stridenti e disarmonici.

So quanto è difficile dare loro un senso. Ma so altresì quanto sia importante che essi ci parlino, ci schiaffeggino, ci tolgano dalla nostra comoda quotidiana tranquillità, ci mostrino il male e ci dicano di scegliere.

Questo è un libro tosto. Un libro che pochi possono recensire e molti possono travisarne i contenuti. Perchè la descrizione è cruda e dura, crudele senza fare sconti, senza dare spiegazioni. Perchè la spiegazioni davanti al male si trasformano presto in giustificazioni. e cosi facendo torniamo a chiudere gli occhi.

Sabrina ha scritto una recensione magistrale. Ha messo cuore anima e cultura. Una cultura che non è quella dei lagnosi radical chic, ma proviene dalla vita, quella che non smette di sussurrarci, di insegnarci e anche di ferirci. Ed è da quelle ferite che sono vita, che Sabrina tira fuori la sua carica vitale, di donna che si piega ma non si spezza, che sfida la vita e la guarda negli occhi, le tiene testa e va in cerca di un altra vita. E anche oggi, con questa difficile prova l’ha fatto.

Ha guardato l’abisso fino in fondo, e ha detto no, avvolgendolo di bellezza e luce.

E’ cosi che si vive.

Micheli Alessandra

 

 

 

Il coraggio di guardare dentro l’abisso, senza che l’abisso guardi te. Di Sabrina Giorgiani

 

Ho iniziato questo romanzo con lo spirito predisposto alla lettura di un thriller, perché questo riporta la nota dell’editore:

                 “ Se avete comprato questo romanzo, significa

          che amate il thriller, e se amate il thriller, questo vi entusiasmera’ “

Viene definito thriller erotico  e, come tale, mi aspettavo di trovarci un assassino, una vittima, colpi di scena e phatos , condito con scene di sesso magari al limite dell’estremo.

Un Ispettore, la classica corsa contro il tempo alla di ricerca spasmodica di SALVARE.

Nel finale, il TRIONFO , si perché, parliamoci chiaramente, in questi romanzi, ovvero, in quei tipi di romanzo che credevo fosse, la Giustizia vince sempre , tuttalpiu’ la vittoria non è netta ma, comunque, il Bene trionfa sul Male, Sempre.

Ecco, a chi si appresta nella lettura di questo romanzo, voglio dire:

 

                     “Lasciate ogni speranza, voi che entrate “

 

Perché qui, è il MALE a trionfare, in tutte le sue più bieche sfaccettature.

Un carnefice, una vittima e poche regole da seguire, apparentemente semplici ma che hanno come unico scopo quello di spersonalizzare la vittima, rendendola oggetto alla mercé del carnefice, privarla di ogni dignità umana al fine di renderla oggetto, persino consenziente, di ogni sua perversione sessuale e psicologica.

Non esiste giudizio, non esiste motivazione o spiegazione o giustificazione di quanto accade.

La crudeltà e la schiettezza di un orrore senza precedenti amabilmente descritte dalla penna dell’autrice.

Un horror più che un thriller, dove malvagità, perversione, dolore, orrore, regnano sovrani.

In alcuni momenti mi sono trovata a pensare che le sevizie subite nei campi di concentramento, forse, erano persino meno studiate al fine di arrecare MALE, meno esplicite nel loro ORRORE

PERCHÉ?…. PERCHÉ?…. Questa la domanda che continuava ad assillarmi alla fine della lettura.

Che Katia Olsen fosse davvero una bravissima autrice, avevo potuto constatarlo già dai primi capitoli. Frasi brevi, magistralmente costruite, danno il ritmo alla lettura creando via via un forte stato d’ansia al pari della colonne sonore struggenti. Mi viene in mente, ad esempio, quella famosa che caratterizza il film Schindler’s list . Pacata all’apparenza, struggente è colma di dolore nella realtà, quasi fosse un grido all’ORRORE.

Con questo stato d’animo la domanda PERCHÉ continuava a martellarmi. PERCHÉ?

Ho la necessità, quasi fisica, di scovare tra le righe il cuore del libro, il messaggio, l’insegnamento e la bravura dell’autrice mi ha fatto escludere da subito, l’eventualita’ che non ci fosse.

Il mio errore era cercarlo tra le righe ma, in questo caso, sarebbe stato davvero troppo scontato..

MALE E ORRORE

Rifuggo dal male e dall’orrore, mi allontano, scappo ma verso dove?

Verso il suo opposto, verso il BENE, verso L’AMORE, vado  incontro alla BELLEZZA .

Li mi calmo, placò l’ansia, respiro di nuovo.

Non c’è spiegazione al MALE eppure esiste

Non c’è spiegazione all’ORRORE eppure esiste.

Spiegarlo ne darebbe persino un senso, una giustificazione.

Abbiamo giustificato coloro che erano a capo dei campi di concentramento perché stavano “ semplicemente” eseguendo degli ordini. Con questa scusa abbiamo motivato  gli ORRORI commessi.

In questa lettura non troviamo giustificazione all’ORRORE, e questo perché il messaggio è la DENUNCIA.

È come se, tra le righe del libro, con caratteri indelebili ci fosse scritto:

 

“ Questo è il MALE, questo è l’ORRORE.

Guardalo te l’ho descritto, annusalo è putrido .

Non chiudere gli occhi, esiste.

Ti piace o lo rifuggi?

Lo apprezzi o lo detesti? “

 

E, a chi come me, lo sfuggirà andando oltre, sarà arrivato forte e chiaro il grande messaggio del libro:

 

Ti ho mostrato il MALE e l’ORRORE al limite del sopportabile.

Ti sfido…  scegli  se salvare la tua anima.”

 

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