Ecco una seconda intervista al peperoncino.
questa volta ascolteremo le voci di due autori caratterizzati da sensibilità e ironia. Questo permette loro di addentrarsi nei più disparati argomenti, producendo libri dalle trame sottili ma incisive.
Andiamo a leggere cos’hanno da dirci
Buona lettura
Con noi oggi abbiamo Vincenzo Carriero (autore di una giornata bestiale) e Serena Bruccoleri ( autrice di- “Alla ricerca di te. Oltre il sentiero del cuore”)
Il vero obiettivo di scrivere romanzi:
Serena
L’obiettivo nello scrivere romanzi è quello di dare alla propria fantasia la possibilità di concretizzarsi sulle pagine di un libro: quando una storia prende vita nella tua mente e preme per uscire, l’unica cosa che puoi fare è renderla vera attraverso la scrittura, magnifica opportunità di divulgazione di idee e pensieri. Questo è l’unico modo che hai a disposizione per farla arrivare alle persone, sperando naturalmente che poi queste saranno disposte a leggerla ( e questo non è di certo uno scoglio di poco conto). Se infine il tuo romanzo sarà apprezzato ecco che l’obiettivo potrà ritenersi raggiunto perché sarai stato in grado di rendere una parte di te interessante e ben confezionata, quasi fosse un tesoro da condividere con il resto del mondo.
Vincenzo
Il vero obiettivo di scrivere romanzi è soddisfare il proprio ego di merda. Sì perché uno scrittore altro non è che un maledetto egocentrico. Quando ho scritto il mio primo romanzo mi sono chiesto: “Chi cazzo credi di essere?” Cioè, ho davvero la presunzione di essere letto da qualcuno e che questo qualcuno mi dica: ” Ammazza quanto sei bravo” ?
Ebbene, signore e signori, sì, scrivo perché mi piace sentirmi dire quanto sono bravo. Ecco, per questo si scrivono romanzi. Chi vi dice che la scrittura ha una funzione educativa, terapeutica e menate simili, vi sta prendendo per il culo. Lo scrittore è solo un vanesio esibizionista. Tanto vale mettersi con le chiappe al vento fuori al proprio balcone e dire: ” Eccomi, baciatemi il culo sono io il più bello di tutti”
Serve più arte o più seguito:
Serena
Sicuramente per scrivere un bel libro serve più arte, senza ombra di dubbio. Ma c’è il risvolto della medaglia: non sempre la bravura viene premiata e va di pari passo con la notorietà; spesso per vendere più copie è necessario avere più seguito, essere conosciuti è un buon biglietto da visita per le vendite e una conseguente pioggia di recensioni. Insomma, per vendere libri ed essere letti da un pubbico vasto occorre avere seguito, senza dubbio.
Vincenzo
E me lo chiedi pure? Serve il dannato seguito. Maledizione, se fossi Fabio Volo sarei milionario. Ora, onestamente, se Fabio Volo non fosse prima uno showman, qualcuno avrebbe le palle di leggere i suoi libri? Dannazione, io ho sbagliato a nascere uomo. Se fossi nato donna, avrei fatto un sacco di selfie con le tette bene in evidenza. Ci scommetto, avrei venduto milioni di copie. Se non sei bravo a venderti, puoi essere anche Fante, ti “puzzi” di fame e basta.
Perché mai con una CE
Serena
Già, perché mai? Se io potessi ne approfitterei subito! Magari essere pubblicati da una casa editrice famosa, mi piacerebbe molto, sul serio. Purtroppo le cose non sono così semplici, perciò per ora proseguo fiduciosa per la mia strada.
Vincenzo
Semmai perchè sempre con una CE. Parliamoci chiaro, pubblicare in self è da sfigati. Oppure da presuntuosi, che è assai peggio di essere esibizionisti. Ho letto decine di libri in self e raramente ne ho apprezzato il contenuto. Figurarsi tutto il resto. Refusi, errori grammaticali, zero formattazione del testo, storie trite e ritrite o di una banalità disarmante. Fosse per me, ammazzerei Amazon con un paletto al cuore.
Il peggior difetto del mondo selfpubblishing
Serena
L’essere snobbati. Ebbene sì: mi sono recata ultimamente in una libreria della mia città per verificare se il mio libro in versione cartacea fosse o meno disponibile e mi è stato risposto di no. Il librario ha spiegato che loro possono acquistare libri solo presso i loro canali privati, non possono nemmeno fare presentazioni di libri auto pubblicati e ha ammesso di avere le mani legate. Quindi, che dire: il lato negativo è che hai poche possibilità di farti conoscere e di essere letto e forse sì, vieni pure un po’ snobbato
Vincenzo
Il peggior difetto del selfpublishing è l’autoreferenzialità. Ho letto biografie di sedicenti scrittori elencare decine di “pubblicazioni” in self. Per i motivi di cui sopra, il self è una masturbazione in termini. Niente di più.
Cosa pensi davvero delle recensioni e cosa non sopporti in queste
Serena
Premesso che ho adorato ogni recensione che è stata fatta al mio romanzo, così come le persone che le hanno scritte: parole sentite e disinteressate che mi hanno fatto bene al cuore. Ricevere recensioni è molto utile innanzitutto perché può essere una buona forma di pubblicità, necessaria ai fini della vendita di un libro e della conoscenza di questo su vasta scala. Inoltre, il sapere che qualcuno ha apprezzato il tuo romanzo e ha reso pubbliche le sue opinioni in merito è un’iniezione di fiducia ed è molto gratificante, bellissimo. Ciò che non sopporto è che leggendo recensioni qua e là, ho avuto l’impressione che a volte queste non siano del tutto veritiere poiché esaltano scritti che in realtà non meritano nemmeno una segnalazione. Mi è capitato di leggere libri che si sono presto rivelati una delusione, a volte per la storia banale e tirata per le lunghe, altre volte per la presenza di errori imbarazzanti; non parlo di refusi, ma di veri e propri errori portati avanti per tutto il romanzo, come per esempio il rivolgersi alla donna con il pronome ‘gli’ o il nominare un cielo senza la ‘i’. Sono andata a controllare le recensioni, preoccupata di come chi si era avventurato ad esprimere opinioni in merito a tale romanzo potesse essersi espresso demolendo l’autore (ero sicura che l’autore in questione venisse demolito) e invece mi sono dovuta ricredere: lo scritto era stato osannato a dismisura e io sono rimasta di sasso chiedendomi perché avevo notato cose che agli altri erano sfuggite? Forse le avevo semplicemente sognate.
Vincenzo
Le recensioni sono come le fake news. Servono a creare una notizia o un personaggio. La maggior parte sono false. Quelle davvero sincere fanno girare le palle agli autori. Conosco gente che va davvero fuori di boccino per una recensione negativa. Io penso che proprio queste ultime servano parecchio perchè ti fanno crescere, capire cosa hai sbagliato. Se sei intelligente ne fai tesoro e le usi per migliorare. Quanto all’importanza delle recensioni, purtroppo esse influenzano i potenziali lettori. Sono la prima cosa che guardano. Fra poco anche per una scopata si leggeranno le recensioni di chi ci è stato prima. È il nuovo che avanza, la nuova frontiera della comunicazione interpersonale. Prevedo un mondo interamente basato sul rating. Già lo fa l’alta finanza con le banche. Fra poco adotteremo questo modus anche alla vita reale e saranno cazzi. Io, se sarò ancora vivo, mi sbellicherò dalle risate e metterò una stellina a tutti quanti.
Fai il tuo sfogo personale:
Serena
Ok, potrò sembrare poco obiettiva, ma molte volte ho visto romanzi rosa scalare le classifiche e ottenere largo consenso e successo, spesso meritato ma non sempre, mentre il mio libro, non di certo meno bello di questi, rimanere relegato nell’area ‘sconosciuti’ e vendere pochissime copie. Questo è il mio sfogo: anche io, nel mio piccolo, voglio avere una possibilità. Voglio essere letta da un numero sempre crescente di lettori, in fondo penso di meritarmelo.
Vincenzo
Non so, credo di essermi già sfogato abbastanza. Se posso mandare affanculo qualcuno, quelli sono i miei amici e conoscenti. Nonché i miei compaesani. Una giornata bestiale è stato letto in Australia, in America, ma non ha venduto neanche una copia fra i miei affetti più prossimi. Ecco, se potessi parlare a coloro che per sport nazionale continuano a snobbarmi, gli direi: “Che possiate avere una perenne disfunzione erettile ( o che la possano avere i vostri mariti)”
Un abbraccio a te, Alessandra e a tutti i lettori del blog.
Ps: Accattateve o’ libro.
Grazie a voi, che rendete questo mondo letterario così ricco e variegato, ma soprattutto profondo.
Ma sopratutto, siete geniali!
“Fa una scelta di buoni autori e contentati di essi per nutrirti del loro genio se vuoi ricavarne insegnamenti che ti rimangano. Voler essere dappertutto e come essere in nessun luogo. Non potendo quindi leggere tutti i libri che puoi avere, contentati di avere quelli che puoi leggere.”
Lucio Anneo Seneca