“Ikaria” di Manuela Cinti, lettere animate editore. A cura di Francesca Giovannetti

 

Flavio Antonelli è il tormentato protagonista del romanzo. Anima inquieta fin da piccolo, anela a sentirsi come tutte le persone definite normali, nella consapevolezza di esserne talmente diverso da sentire quasi il dolore della distanza fra se stesso e altri.

Crescendo si trova circondato da pochissimi ma fedeli amici, si fa bastare il piccolo mondo che lo circonda, fuggendone appena possibile, perdendosi in alcol, droga e sesso. Ossessionato dall’odio per il padre e dalla paura della morte, porta avanti la sua esistenza senza una meta, con un’inerzia annientante. Due incontri cambieranno la sua visione della vita. Il primo organizzato e fortemente voluto da un misterioso interlocutore, il secondo fortuito, con una originale ragazza, Anna, che con pochi, semplici gesti e sorrisi lo aiuterà ad affrontare la paura della morte che lo attanaglia da anni.

Ikaria è l’isola greca del Mar Egeo, dove secondo la leggenda Icaro cadde, dopo essersi avvicinato troppo al sole, nel tentativo di fuggire dal Labirinto con ali tenute insieme dalla cera.

Ikaria è la caduta di Icaro e il rialzarsi di Flavio, in un cerchio imperfetto di emozioni e comportamenti dettati dalla rabbia; Flavio è  debole e cocciuto, esasperante nel suo dolore anche per chi ha la volontà di stargli accanto; ma sarà proprio l’amore delle poche persone che lo circondano a permettergli di rinascere con nuovi occhi.

L’autrice descrive con tratti brevi e intensi la forte negatività emozionale di Flavio e la lucida, serena, disarmante accettazione della vita di Anna. Due approcci all’essere destinati a completarsi.

Una scrittura fluida fino alle ultime pagine, nella quale sono inseriti, ad arte , i titolo delle canzoni che il protagonista ascolta, una colonna sonora veramente apprezzabile.

Un libro che insegna che, veramente, non è mai troppo tardi.

Che gli sbagli si commettono, ma l’amore ripara, se si ha il coraggio di accettarlo.

 

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