“Il dubbio di Bianca” di Laura Vignali, Effigi editore. A cura di Natascia Lucchetti

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Oggi vi parlo di un romanzo molto particolare. Ho usato questo aggettivo perché l’autrice ha provato di unire due generi molto diversi come la narrativa è il giallo ottenendo un buon risultato.

Ma andiamo per gradi. La narrazione approfondisce la figura di Don Bruno, prete e professore di lettere, sotto ogni aspetto. Tramite diverse digressioni, l’autrice ci parla della sua gioventù e delle motivazioni che lo hanno spinto a indossare l’abito talare. Proprio in questa parte ci mette a contatto con la realtà delle famiglie italiane e del loro approccio con decisioni così radicali, viste spesso con pregiudizio. Emblematica è infatti la figura del padre di Bruno, modesto lavoratore, iscritto al partito comunista, che non sa spiegarsi come mai suo figlio, bello ed educato, decida di buttare via il futuro che ogni uomo si augurerebbe di avere: famiglia, figli, un lavoro dignitoso. Anche la madre del ragazzo, sebbene più morbida e comprensiva, fatica a spiegarsi le ragioni di un simile colpo di testa. Questo atteggiamento prettamente materialistico è tipico delle famiglie di bassa estrazione sociale. È normale che chi si è sempre guadagnato da vivere con il lavoro e si è accontentato di una vita come tante, non riesca a capire valori astratti come la vocazione e la fede.

Bruno ha bisogno di rendere la sua vita ordinata, di prendere una direzione che nettamente diverge da quella degli amici e dei congiunti. Sente la necessità di elevarsi e astrarsi, rompendo le aspettative di una società che vuole tenerlo in basso, attaccato ai beni materiali, ai vizi e ai divertimenti.

Emblematico è infatti l’amico di sempre, Vittorio. Anche lui è decisamente fuori dagli schemi, in cerca di qualcosa di più alto e lontano rispetto alla routine quotidiana: l’arte. Proprio come il risvolto della medaglia, Vittorio è tutto il contrario di Bruno, vive un’esistenza sregolata, caotica e libertina. Non ha uno schema morale, semplicemente si lascia trasportare dalla sua passione, dalla ricerca di bellezza. Nonostante il matrimonio d’interesse con Bianca, lui continua a sentirsi libero di fare ciò che vuole, mettersi al centro dell’attenzione, come un attore che vuole il palcoscenico sempre tutto per sé.

E Bianca soffre di questa situazione, di questa luce accecante che gli brucia accanto, mettendo in ombra ciò che lei è. Nonostante sia la persona che mantiene la “famiglia”, visto il suo fornito patrimonio, lei non ha occasione di realizzarsi, di essere qualcos’altro oltre “la moglie dell’artista”. Il rapporto tra Bianca e il marito mi ha colpito molto, perché è una sorta di accontentarsi reciproco. Lui se la fa andare bene perché ha bisogno di soldi e sì, anche di una donna che gli tenga compagnia quando non prova passioni brucianti per altre amanti e lei accetta di averlo come compagno, perché non può più raggiungere l’uomo che ama davvero, ossia Don Bruno.

La cosa che mi è piaciuta molto di questo libro è che risulta molto, molto reale e credibile. La descrizione delle famiglie italiane di cui l’autrice parla, senza patetismi, senza esagerazioni, è dettagliata e profonda. Analizza ogni aspetto dando al lettore  la possibilità di riflettere.

Ma veniamo alla descrizione dell’elemento giallo, che si incastra benissimo nelle vicende dei protagonisti. Bianca viene riavvicinata a Bruno dal ritrovamento di un ritratto con una strana dedica sul retro scritta da Vittorio a una donna. Dapprima la donna pensa che sia rivolto a una delle sue amanti di nome Eva e dalle cronache locali apprende che una ragazza con lo stesso nome è stata trovata morta in un parco. C’è un’indagine in corso che ovviamente Bianca è decisa a seguire e, nel farlo, decide di coinvolgere Don Bruno. E quest’indagine serpeggia sullo sfondo di tutta la storia. L’autrice aggiunge tassello dopo tassello gli indizi che portano il lettore alla verità.

Niente è scontato o pacchiano.

Tutto viene descritto con gusto e attenzione, per questo mi sento in dovere di fare i miei complimenti a un’autrice che ha dimostrato un bel talento nell’osare un connubio così particolare.

Consiglio questo libro a tutti i lettori appassionati di narrativa e giallo classico.

Buona lettura!

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