Prima di addentrarci verso questo particolarissimo romanzo, vorrei che leggeste cosa ha da dire il nostro autore sul legame esistente tra questo libro e “Silenzi vietati”, scritto in tempi non sospetti.
A lui la parola:
“Silenzi vietati è la storia di uno che non riesce a vivere la sua vita mentre Tombini in fuga è l’inizio di quella vita… Silenzi finisce parlando di un funerale. Tombini comincia che i funerali sono diventati il mestiere del protagonista. Entrambi i libri sono lettere disperate a ogni lettore. Così disperate che fanno morir dal ridere”.
Cari lettori, come ben sapete, la linea temporale del ciclo della vita è il cardine fondamentale dell’esistenza di ognuno di noi, rappresenta il nostro, personale, comune denominatore:
Nascita, somma di eventi della vita, morte.
Francesco Ceccamea, utilizzando un linguaggio diretto e straordinariamente ironico, è riuscito ad invertire gli elementi della linea temporale, senza intaccare, in nessun modo, il suo senso logico della stessa, ovvero:
Muori, vivi, nasci.
So che adesso sarete, incredibilmente, curiosi di sapere il libro di Francesco dove vuole andare a parare e se mi date 5 dei vostri preziosi minuti, ve l’anticipo personalmente.
Immaginate un giovane uomo, schietto, spiritoso ed amante dei cimiteri, sulla soglia dei 30 anni, che lavora in un impresa di pompe funebri di un paesino del laziale. Codesto ragazzo, tutte le sere, appunta su un diario gli eventi della sua vita lavorativa e non.
Quindi, questo romanzo rappresenta il frutto squisito di questo diario, iniziando con il raccontare le varie vicissitudini del suo lavoro, morti di ogni genere, funerali di ogni tipo, differenze tra l’avere a che fare con i morti rispetto ai vivi.
Successivamente, lo scenario si evolve ed il diario ci racconterà del rapporto del ragazzo con la sua fidanzata Chiara, dal modo in cui è nato, alla ricerca di una casetta per vivere, sotto lo stesso tetto, la loro storia d’amore.
Entrambi i ragazzi, verranno etichettati dal libro, come maniaci depressivi: lui che vive con perenni attacchi di panico, che lo portano ad allontanarsi da tutti per una buona mezz’ora e lei che somatizza con malattie i propri disagi interiori. In tutti e due i casi, il motivo di tutto ciò, fa capo al rapporto con i rispettivi genitori.
Di certo, i problemi economici che affrontano e l’inaspettata gravidanza di lei non gioveranno al loro rapporto, che verrà messo a dura prova ma loro, nonostante tutto, si amano e la nascita di Alice darà una svolta alla forma mentis del ragazzo, che lascerà il suo lavoro, per tenere, il più possibile, metaforicamente lontana la morte dalla sua bambina.
“Dovrai occuparti di tutto: traccerai una linea intorno alla tua donna e il tuo bambino; ti appartengono chiaro? Sei tu il capo famiglia. Prenditi le tue responsabilità, però, non significa comandare, ricordatelo”.
Nel bel mezzo di tutto ciò, il nostro diario ci illustra come i pettegolezzi di un paesino di provincia possano influenzare in maniere consistente, il punto di vista della popolazione verso una determinata persona del paese stesso.
Questo libro evidenzia anche il rapporto genitore-figlio adulto, con tutte le paure che ha il primo di vedere il proprio figlio andare via di casa definitivamente. Ma anche la paura che ha il figlio stesso che, da un momento all’altro, vede trovarsi il proprio genitore ad un passo dalla morte.
“Se vuoi portarmi dei fiori vai nel bosco e li metti dove vuoi tu. Io sono dovunque ed è giusto che sia così perché dovrei essere nel tuo cuore”.
Come vedete amici miei, questo libro, mantenendo sempre lo stesso tono scherzoso e popolare, prende i connotati di un vero e proprio romanzo di formazione, perché ci mostra l’evoluzione socio-psicologica di questo giovane uomo, toccando tematiche di una profondità senza precedenti: morte, crescita, cambiamento, nascita, amore, tutti elementi che messi insieme rappresentano la cosa più preziosa che noi possediamo, ovvero la vita.
Prima di lasciarvi a questo meraviglioso libro, vi lascio con un consiglio dell’autore che nessuno dovrebbe mai scordare:
“…non dobbiamo farle mai guardare la televisione ma comprarle solo libri illustrati, così aumenterà le sue potenzialità mentali…”
Buona lettura…