Horror.
Un genere che spesso è stato considerato di serie b, tacciato di essere una valvola di sfogo per menti frustrate. È vero, nasce dal turpe, dagli orrori della società, ma è una forma d’arte, nuda e cruda, cattiva.
Riassume e dà rilievo a ciò che le società vogliono nascondere sotto il tappeto, parla dei lati più oscuri della mente di ogni uomo, li demonizza, li rende ordinari, come la follia, la rabbia cieca e assassina.
Negli ultimi anni ha subito variazioni, si è svestito di figure fantastiche e ha imbracciato la crudezza della follia omicida, indagando i meandri della psicologia del più normale degli uomini.
Ed è anche il tema che vuole analizzare l’autrice di questo romanzo.
Che cosa succede a un giovane senza squilibri, che vive un’esistenza agiata, dopo una giornata di eventi tragici?
Il Joker, figlio dell’immaginazione del grande Kane, diceva che era bastata una pessima giornata per rendere folle un uomo ed è anche il caso del nostro protagonista.
Una giornata orribile, piena di dolore e oltraggi fa di lui un vero e proprio mostro, un assassinio sistematico che agisce prima per vendetta, poi per follia, riversando sul mondo tutta la sua rabbia.
Ma c’è un incontro che inverte la tendenza, qualcosa che smorza la ferocia di questo mostro nato dal dolore ed è una ragazza che da vittima riesce a fare breccia nel cuore sopito della bestia.
È un’ottimo azzardo, quello di mescolare due generi diametralmente opposti. Amore e orrore, sangue e morte, opposti che in fondo si attraggono.
Sembra scontato che si possa fare.
Sembra facile, ma non lo è.
Poichè l’equilibrio tra i due generi è molto labile e si può sbagliare la sintesi anche solo appesantendo uno degli elementi che forse sembrano meno significativi.
Nel caso di “Diario di un mostro- la numero 4”, unica nota da perfezionare è lo stile. Questo perché è eccessivamente presente l’elemento del romance.
Mi spiego meglio.
Se la parte introspettiva è buona, la parte da sviluppare in modo più preciso è quella relativa all’atmosfera che deve risultare più ombrosa e cupa cosi come l’horror richiede.
C’è brutalità appena accennata e, una storia del genere ne ha bisogno come il pane.
È come un film censurato che tenta di recuperarsi con acuti fuori luogo in alcune descrizioni.
Le situazioni che la scrittrice presenta sono varie e piene di potenziale, solo che devono essere ancorate a dettagli più precisi, senza accenni labili e non approfonditi, che rischiano di dare al lettore meno avvezzo al genere, la sensazione di una sorta di frettolosa intenzione di concentrarsi soltanto sul rapporto tra i due personaggi principali.
Certamente,tutto dipende dal grado di aspettative del fruitore, verso un testo.
Se desiderate adrenalina pura, tipica dell’horror potreste riscontrare soltanto un enorme potenziale, non pienamente sviluppato.
Se invece preferite il dark romance questo è il libro giusto per voi.
Molto ben articolato per rispondere ai canoni di questo genere, risulta essere un’interessante rappresentante di quella categoria.
Ma considerando le potenzialità dell’autrice, è lecito poter affermare che è capace di dare alla luce un romanzo molto più coraggioso e meno limitato.
Quindi la invito a osare molto di più e addentrarsi nei regni oscuri dell’horror immergendocisi totalmente.