“Volevo essere Mr Grey” di Barbara Anderson e A.S. Twinblack. A cura di Alessandra Micheli

 

L’amore è una delle emozioni più celebrate e più fulgide, che riguarda la strana creatura chiamata uomo.

Protagonista di molteplici romanzi, e di tante canzoni, dove ogni artista ha esaltato una sua sfaccettatura, raccontato cosa stuzzica il cuore che silente si risveglia all’improvviso grazie a uno sguardo, a un gesto, a un sorriso o addirittura a un odore. Insomma ha consegnato ai posteri la sua peculiare visione del sentimento per eccellenza.

Ecco che troviamo Amori che superano il tempo, come quello di Cime Tempestose, quelli che sfidano le convezioni come in lady Chatterly. Amori che si nutrono di illusioni come ragione e sentimento, che combattono pregiudizi. Amori tragici, poetici, amori che si mescolano con la morte come in Poe.

Ma ci sono anche amori che muoiono per le illusioni, che scambiano una finzione per realtà, che si nutrono di letture falsificate, tutte incentrate sui lati più scenografici ma deleteri di quest’emozione, come ci racconta un perfetto Flaubert in madame Bovary.

Un libro scritto nel lontano 1856 che è stato, forse, mal compreso. Vedete il fulcro del testo non è tanto la società soffocante dell’epoca, con le sue regole asfittiche, le sue convenzioni borghese. Non riguarda l’orrore morale dell’adulterio, la banalità di una vita incentrata sulla mediocrità. Ma narra di uno dei peggiori ostacoli alla nostra realizzazione sentimentale: le illusioni d’amore che certi libri creano.

Madame Bovary si nutre di un certo tipo di letture che Flaubert non considera edificanti, in quanto ostacolano il contatto con la realtà. Laddove il libro deve aprire la mente in modo da poter interpretare al meglio il reale, alcuni racconti, non fanno altro che appoggiare e reiterare semplicemente gli assunti di una società che ci vuole ciechi, sordi e manipolabili.

E nonostante siano passati anni, nonostante la storia abbia introdotto nuove tradizioni, nuove opportunità, certi libri sono cosi come ce li prospetta Flaubert, abili operazioni di marketing, abili servi del potere societario, e delle volontà pedissequa di non farci tendere verso la crescita e la realizzazione personale.

Insomma il problema sollevato dal grande autore resta attualissimo.

Perchè ho citato Madame Bovary?

Lo spiego subito.

Il libro di Twinblack e della Andersons, vuole essere un ironica e divertente presa in giro di certi stereotipi, veicolati dal famoso testo “50 sfumature di grigio”. In realtà, nonostante mi abbia rubato una sana risata, il libro mi ha anche lasciato l’amaro in bocca.

Non perché fosse brutto, per carità.

Perchè dipinge una strana situazione laddove il bello di un rapporto di anni, costruito con passione, con cura, fatto di piccole infinitesimali piccoli dettagli, fatto di sensazioni veraci ma non per questo meno belle, viene sacrificato, ancora una volta, per la scenografica spettacolarizzazione delle emozioni. Anni di amore, complicità, condivisioni divengono a un tratto noiose, banali e troppo quotidiane.

Credetemi.

Che un rapporto abbia bisogno di stimoli ne sono cosciente. Ma dal mio punto di osservazione, io che non ho avuto la fortuna di trovare quel punto di incontro con l’altro in grado di portarmi al livello dei due protagonisti, quella stessa “banalità” mi commuove e mi rende nostalgica.

Nostalgica per qualcosa che non ho.

Nostalgica per il ricordo lontano e oramai perduto, di mani che conoscono ogni anfratto non solo del corpo, ma della mia stessa anima.

Nostalgica per l’impossibilità di condividere assieme a qualcuno, un passato fatto di tanti piccoli istanti magici.

Leggere di un uomo che, nonostante la pancetta, gli anni, la perdita gioventù sa esprimersi con queste parole:

 

Io l’adorerei come se fosse una dea

 

commuove ogni fibra del mio stesso essere.

Un uomo non deve portarvi nella stanza dei giochi. Un uomo deve avere abbastanza palle per amarvi fino alla fine dei suoi giorni. Deve avere abbastanza coraggio per curare un rapporto come se fosse un giardino, estirpando erbacce e piantando gerbere.

Un uomo vero deve adorarvi come se foste dee e guardavi ogni giorno stupito perché siete li, al suo fianco. Deve innamorarsi di voi come le prima volta. Deve guardavi in bigodini, struccate, in vestaglia e sentirsi toccato da un dono incommensurabile.

Cinquanta sfumature propone illusioni.

Vi farà cercare l’adrenalina.

L’attimo trasgressivo.

Facendovi scordare la dolcezza di una carezza lieve sul viso.

Un uomo non deve essere maschio perché vi piastrella come un ceramista bulgaro.

È uomo perché piange, perché culla vostro figlio. Perché se state male vi è accanto. Perché ride con voi davanti a un film e vi lascia l’ultimo trancio di pizza.

È un uomo perché vi considera persone non un corpo da usare. Perché non chiede a voi di salvarlo. Ma si salva da solo per rendervi orgogliose di lui.

Ecco, io spero che con ironia e un pizzico di sarcasmo, questo libro vi ricordi le parole della più bella canzone dei Pooh

Per una donna che dà l’amore 
si scende anche in fondo al mare
 
poi si conquista il tramonto rosso
 
per metterle il sole addosso.
 
Per una donna si piange forte
 

il giorno che lei 
si stanca e riparte
 
dimmi, dimmi perché.
 
Per una donna si inventa il fuoco
 
per farla scaldare un poco
 
per una donna si va a rubare
 
per farla meravigliare.
 
Con te però è più facile
 
più giusto, più mio e tutto più vero.
 
Spero, spero
 
di farcela così
 
per favore sì.
 
Tu sei qualcosa in più
 
tu calda ed eccitata
 
dolce e spettinata
 
se mi hai capito adesso
 
fammi essere me stesso.
 
Per te che sembri piccola
 
ma piccola poi non sei
 
non faccio guerre, non sfido il vento
 
e basta il mio sentimento.
 
Abbiamo imparato a leggere
 
nel fondo del nostro silenzio apparente.
 
Dimmi, dimmi
 
non è meglio così
 
per favore sì
 
c’è più felicità
 
la vita è un’avventura
 
ma tu vai sicura
 
tu che ti sei capita
 
tu ne uscirai pulita.
 
Per una donna si parla piano
 
lei dorme, non la svegliamo
. 

 

Questo si merita ognuna di voi, voi che magari state leggendo le mie parole. 

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