Linda è una ragazza insicura, nata e cresciuta in un piccolo borgo dove tutti sanno tutto. Imprigionata da una madre anaffettiva e ossessiva e da un padre completamente assente, è stata aiutata nella sua crescita emotiva dal nonno Gianni. Alla scomparsa dell’unica figura di riferimento Linda inizia il suo riscatto, trovando nella figura dello zio Paul, fratellastro della madre, la colonna alla quale appoggiarsi. Sarà uno sconvolgimento totale personale e familiare. Nello svolgimento della trama bisogna riconoscere inoltre all’autrice la piacevolezza dei ritagli che parlano di arte, le descrizioni dei quadri, lo studio e la competenza in materia sono evidenti.
A mio avviso le potenzialità per la riuscita del romanzo sono presenti in abbondanza ma è un vero peccato che molte rimangano inespresse.
La figura di Linda è, dal punto di vista letterario, profondamente curata nella sua evoluzione: le motivazioni della sua chiusura, della sua insicurezza, delle sue paure inculcate fin dall’infanzia sono ben delineate. È un personaggio complesso ma definito, non suscita compassione ma empatia e questo è una nota assolutamente positiva nella costruzione del romanzo.
Fanno però da contraltare a questa descrizione gli altri protagonisti, estremamente statici: la figura della madre completamente negativa, che non è capace di provare un coinvolgimento emotivo nei confronti della figlia neanche nelle situazioni più drammatiche. Un padre quasi trasparente, sempre, in ogni occasione; uno zio conosciuto da poco che è l’incarnazione della perfezione, senza un piede in fallo, mai: dice sempre la cosa giusta al momento giusto davanti alla persona giusta. Un meraviglioso borgo che fa da sfondo alla vicenda, dove la bellezza viene oscurata dal luogo comune del piccolo paese che spia e chiacchiera alle spalle; in tutto ciò brillano solo Linda e lo zio Paul.
Spesso si ritiene, erroneamente, che scrivere un romance sia impresa facile. Ci sono invece delle regole precise che permettono di inquadrare un libro nel genere rosa. Oltre ai due protagonisti che si innamorano è presente la figura dell’antagonista: è lo schema della favola di Propp. Qui purtroppo l’antagonista balza agli occhi solo nel finale rocambolesco, che accelera all’improvviso un ritmo che rischiava di annoiare. La figura però per troppo tempo aleggia senza spessore adeguato fra le pagine del libro.
Giungiamo ora alla fase più delicata dell’analisi: l’innamoramento dei protagonisti. L’autrice porta alla luce alla perfezione i motivi dell’attrazione fra i due personaggi principali. Hanno in comune un’intelligenza notevole, importanti drammi vissuti ed elaborati, con più o meno successo; anime affini nel volgere gli occhi al mondo, l’accettazione l’uno dell’altro senza riserve. Il fatto è che i due protagonisti hanno in comune anche un altro tratto assolutamente non trascurabile: il sangue. Sono nipote e zio. L’autrice non dedica la doverosa attenzione a questo aspetto. Non si tratta di una critica al fatto di aver toccato un argomento considerato un tabù, bensì l’esatto contrario, il non aver sviscerato fino al midollo un argomento che ha necessità di essere analizzato nella sua dinamica con doverosa preparazione, in modo da essere affrontato nella sua totalità. L’autrice ne è capace, lo ha dimostrato nell’analisi del personaggio di Linda, ma ha scelto di non farlo.
Ma il sottolineare in più di un’occasione l’atteggiamento paterno dello zio Paul, che nelle pagine finali verrà chiamato soltanto “ Paul”, può creare nel lettore un senso di disagio che rimane inesplorato. L’incesto è un tema presente in letteratura fin dalla notte dei tempi, molti romanzi ne hanno fatto il nucleo principale, purtroppo qui invece è relegato in un angolo nel quale non dovrebbe assolutamente stare.
Si può essere in accordo o in disaccordo con l’analisi letta fino a questo punto.
Ora invece sottolineerò un aspetto ben più oggettivo e che non ritengo trascurabile. Dopo la descrizione di un rapporto non protetto si afferma che non c’è la possibilità di una gravidanza in quanto la protagonista è vicina al suo ciclo mestruale.
È importante sapere che NON è così. Una docente di ginecologia e ostetricia spiega che è “teoricamente più improbabile rimanere incinta se si ha un rapporto sessuale subito prima del ciclo”: teoricamente più improbabile, non impossibile.
Quindi il dire “ ma io avevo letto in un libro che…” non è una difesa accettabile davanti a una gravidanza non desiderata.
Sappiatelo.