“Io sono Romeo”, di Rosalba Vangelista. A a cura di Vito Ditaranto.

 

“…PIETRO: Anche io lo sono; più di te…”

La mia peggiore conseguenza della mancanza di sonno? L’incapacità di mettere a fuoco l’essenziale.

Forse dovrei cominciare dai messaggi d’amore. A sorprendermi è la loro esistenza, il fatto che qualcuno si sia accorto di me. Appartengo alla categoria di persone destinate a passare inosservate, occupanti fisse dell’angolo del tavolo dove regna sempre il silenzio. Sono la comparsa che la maggior parte degli uomini e delle donne guarda con vago disprezzo: «No, non ne vale la pena». Non che sia cattiveria, la loro: una mera constatazione, e io li capisco benissimo. Là fuori, il mercato dell’esibizionismo è talmente saturo che non appena qualcuno dichiara di non aver niente da mettere in mostra, tutti si affrettano a passare oltre, riconoscenti.

Le donne, mi gettano occhiate disperate, all’affannosa ricerca di un possibile argomento di conversazione. Ma le mie scarse prestazioni vanificano ogni sforzo. “Faccio del mio meglio” dice il mio sguardo riflesso nello specchio. Ma non è del tutto vero. In compagnia di poche persone può succedere che io occupi una briciola di posto, forse anche nel cuore dei presentì, ma nel caso di gruppi numerosi mi ritrovo escluso prima ancora che cominci la conversazione. E così voglio che sia. Per chi dovesse comunque avvicinarsi troppo, conservo nel fondo una spina velenosa. Conosco bene le mie battute, discrete ma non per questo meno cattive, e i punti deboli del prossimo. Troppo vicino? Io mordo. Non è sempre stato così, ma da quando ero un ragazzo non ricordo di essere stato diverso.

Le lettere d’amore, già. Qualcuno mi ha notato, nonostante il mio velo di invisibilità. Oh, non chiedetemi di descrivermi fisicamente. Un giorno, in un’altra vita, forse qualcuno saprà farlo.

Ma le lettere d’amore, in mancanza di una definizione migliore, continuano ad arrivare. Mi giungono sotto forma di messaggi di posta elettronica, da indirizzi sempre diversi.

Io sono Romeo” è un dramma teatrale di Rosalba Vangelista: il lato nascosto agli occhi della gente dell’amore omossessuale.

Amore a tutto campo. Un amore che spesso non viene riconosciuto come tale. La proposta del libro, in chiave teatrale è innovativa, dirompente, vuole parlare dell’amore vero nelle relazioni omosessuali.

Solo questa prospettiva, quella del vero amore, può aiutare a comprendere e ascoltare le persone che ci stanno davanti, partecipi di quell’amore tumultuoso e spesso scioccante, clandestino e sofferto. Un ascolto che può permettere di uscire dai propri pregiudizi.

È questo lo scopo di “Io sono Romeo”: assumere l’amore omosessuale come un amore vero, e trarne le conseguenze, senza drammi o fratture. Attività e passività, mascolinità e femminilità sono analizzati senza preconcetti e senza veli: un’operazione unica nel panorama editoriale italiano. Eccezionale, se pensiamo sia raccontato da una donna.

Uno sguardo alla persona omosessuale e ai suoi vissuti amorosi che ne sappia vedere l’integralità, la normalità e lo spessore. Senza dimenticarsi i drammi e le sofferenze che è ancora costretta a vivere, a causa di una società ad oggi impreparata a riconoscerne l’esistenza. Spesso nella promiscuità, un fattore creato dalla società e non intrinseco alla persona omosessuale. Il libro vuole invitarci a rompere i nostri schemi, e vedere l’omosessuale come una persona che non è né immatura, né narcisista, né promiscua, bensì con capacità relazionali e affettive piene.

Nella carezza o nel bacio che queste persone si scambiano siamo portati a vedere qualcosa di malsano. Ma è proprio qui che dobbiamo dimettere il nostro sguardo violento e provare a guardare alla realtà con gli occhi della tenerezza.

Credo sia soprattutto per questo che ho apprezzato il testo di Rosalba.

La storia come è facilmente intuibile dal titolo riporta al dramma teatrale di Giulietta e Romeo, ma vista con occhi differenti.

Rosalba Vangelista porta sul palco il dolore di Pietro e Massimiliano, due ragazzi costretti a nascondersi. I due giovani, si ritrovano soli a combattere contro un mondo che non li vuole.

L’introduzione del testo è a cura della bravissima Tatiana Sabina Meloni, che con le sue capacità introduttive ci fa assaporare il gusto dolce-amaro dell’intera opera.

E’ un testo che ho apprezzato e merita che se ne parli, anzi, merita di essere letto. Non fatevi fuorviare dalla scritta opera teatrale. Palcoscenico è la vita e noi ne siamo i personaggi. E sul palcoscenico una rappresentazione ricca di colpi di scena. Non perdetevi questa lettura!

Oltre al dramma dei fatti narrati, l’opera ci fa vivere l’angoscia interiore di chi vive una situazione di disagio. In un paese come il nostro, ove tutti si affannano a scrivere romanzi/poesie/racconti, il tema mi sembra di grande attualità.

Un libro che, per l’intreccio avvincente e i dialoghi concisi e vivaci, riesce a tenere alta l’attenzione del lettore. Un altro punto di forza è costituito dallo spessore psicologico dei personaggi, che li rende veri e reali.

La fine delle illusioni per queste persone (e ce ne sono tante) è un evento drammatico che sconvolge le loro menti per molti versi angosciante.

Amore a tutto campo.

Da questo libro si possono trarre molte conclusioni e molti insegnamenti ricordando che, solo noi siamo i padroni indiscussi della nostra vita e solo noi possiamo decidere di osservare un meraviglioso tramonto indossando occhiali scuri o coglierne l’immensità lasciandoci accecare gli occhi dalla luce del Sole.

Un testo che sicuramente merita di essere letto e da non perdere assolutamente.

Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.

a mia figlia Miriam con infinito amore…vito ditaranto.

 

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