“Vittorio” di Chiara Cipolla, Self publishing. A cura di Francesca Giovannetti

 

Questo romanzo, autoconclusivo, è uno spin off della duologia “L’anello di Beatrice”. Può essere apprezzato agevolmente anche senza aver letto i libri precedenti in quanto i riferimenti sono abbastanza chiari e non compromettono il buon esito della lettura.

Vittorio è un uomo che ha perso gli amori della sua vita e ha toccato il fondo. Reagisce svilendo il suo stesso essere, portandosi in casa e nel letto donne sconosciute che non lo appagano, ma, offuscato dall’alcol e dal sesso, momentaneamente lenisce il proprio dolore.

Quando si è caduti definitivamente in basso non resta che la strada in salita, ma non sempre è agevole, Nonostante l’aiuto della famiglia e di un solido gruppo di amici, Vittorio fatica a ritrovare il proprio equilibrio emotivo. Coinvolti in un continuo andirivieni fra passato e presente, fra sentimenti trascorsi non compresi e nuovi sentimenti tutti da scoprire, commetterà parecchi sbagli fino ad arrivare al riscatto finale.

Il protagonista è un personaggio complesso, diviso fra il bisogno di sentirsi ancora “ragazzino” nonostante il suoi quarant’anni, e la necessità di avere una stabilità familiare che la stessa età richiede. Anche i suoi comportamenti oscillano tra il maturo e il capriccioso.

La protagonista femminile è parimenti sfaccettata: all’apparenza rigida e inflessibile, nasconde un passato doloroso dal quale è difficile prendere le distanze.

Entrambi complicati e bisognosi d’amore, faticheranno a trovare l’equilibrio; e anche quando tutto sembra ormai felicemente scritto, il destino ci mette uno zampino non gradito.

Il romanzo analizza in profondità i tumulti interiori dei personaggi, facendoli conoscere bene e permettendo di entrare in confidenza con i loro repentini cambiamenti di umore.

La sfera dei personaggi secondari è lasciata più sullo sfondo, a eccezione di Gianluca, l’amico con cui Vittorio ha divertenti e ironici siparietti che spezzano la tensione.

Il ritmo della scrittura è costante e ben cadenzato.

L’autrice tocca con delicatezza il tema della violenza sulle donne, rendendoci partecipi del dramma e della forza d’animo che occorre per uscire da situazioni estremamente pericolose e difficili.

Un libro scritto da una donna ma con un punto di vista maschile. Scelta non banale. Forse per questo motivo il linguaggio usato per la sfera sessuale, in alcuni passaggi piuttosto marcato, contrasta con la dolcezza e la capacità di commozione ed empatia del personaggio principale.

L’insegnamento che si ricava dalla lettura è importante.

Cercare di fuggire dal proprio passato senza averlo completamente accettato significa prendere una strada senza uscita. Soltanto conoscendo noi stessi e analizzando il perché dei nostri comportamenti precedenti è possibile costruire una nuova prospettiva, anche su macerie che sembrano destinate a non permettere che niente vi si insedi sopra. Avere paura di ciò che eravamo non permette di essere veramente noi stessi. La strada della rinascita è in salita, e per quanto tutti intorno a noi tendano le mani per aiutare, il cambiamento ha origine solo da noi stessi.

È una prova di forza immensa che è necessario affrontare.

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