“A ME LE GUARDIE! – IL CICLO DELLA GUARDIA VOL.1” DI TERRY PRATCHETT. A CURA DI DAVIDE LAMBIASE

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Terry Pratchett è un nome che un po’ tutti dovrebbero conoscere anche solo per sentito dire. Genio, scrittore comico che fa della satira e dell’umorismo la sua arte, meriterebbe di essere letto da chiunque. Già la premessa che ci offre in “A Me le guardie!” dovrebbe prepararvi al capolavoro che vi troverete di fronte.

«Potete chiamarli Guardie di Palazzo, Guardie Cittadine o Guardie e basta. Qualunque nome abbiano, in ogni opera di genere fantasy-eroico il loro scopo è lo stesso: più o meno al capitolo 3 (o dopo 10 minuti di film) irrompono nella stanza, attaccano l’eroe uno alla volta e vengono massacrati.
Nessuno chiede mai se sono d’accordo.
Questo libro è dedicato a quei nobilissimi uomini.»

Quindi addentate i vostri figgin e seguitemi in questa introduzione al romanzo.

Il romanzo si svolge quasi interamente nella città di Ankh-Morpork (nel mondo Disco), e segue le vicende della Guardia Notturna composta da soltanto tre uomini. Esattamente, tre uomini, e pure non troppo svegli. Vivono la loro vita monotona, impegnandosi a non far rispettare la legge nella città (sì, avete capito bene). Ma due eventi in particolare cambieranno le carte in tavola, spezzeranno l’equilibrio di Ankh-Morpork e attiveranno le guardie. Prima di tutto, l’arrivo in città di un nano molto particolare, Carota, con la forza di un bue sotto steroidi e l’intelligenza di un blob. Ma Carota è speciale, ovviamente. È un contadinotto che vuole entrare a far parte della Guardia Notturna e multare tutti quelli che gli capitano a tiro, come un vero tutore della legge. Peccato che ad Ankh-Morpork (che a me viene da pronunciare An-Macchepporc) la legge non sia propriamente tale. Il crimine è stato regolarizzato e nessuno bada all’autorità delle Guardie. In realtà, questi poveri uomini sono soltanto messi lì per fare scena. Non come un tempo…però l’arrivo di Carota cambierà le carte in tavola e, non solo, regalerà al lettore sincere risate.

Il secondo evento importante è lo sconvolgimento totale della quiete cittadina. Strane voci girano ad Ankh-Morpork, voci che parlano del ritorno di una leggenda…un drago. Sarà mai vero, o è solo follia collettiva? I due avvenimenti, magistralmente combinati insieme dal caso, spingeranno le Guardie a dover agire, in un modo o nell’altro, per salvaguardare l’equilibrio barcollante della loro città.

A mettere in riga la nuova recluta Carota saranno le tre Guardie: Il Caporale Nobbs, il Sergente Colon e il Capitano Vimes, coi loro infiniti difetti e problemi. Tre uomini comuni, paurosi, scossi da un evento passato. Sarà proprio l’arrivo di Carota e le investigazioni sul presunto drago a ribaltare la vita di questi tre uomini, il cui unico grande impegno fino a quel momento era stato gridare «Sono le due e tutto va beeeene!».

Insomma, questo romanzo è geniale, riesce a trascinarci all’interno delle sue pagine con estrema facilità. La prima cosa che salta all’occhio (soprattutto per chi non si è mai approcciato a questo autore) è la grande comicità con cui vengono affrontati gli eventi del libro e, in particolar modo, come vengono visti e trattati gli stereotipi del fantasy. Insomma, c’è di tutto per ogni palato: l’eroe stupido, senza genitori e adottato; le gilde, le maledette gilde; i nani rissaioli, i saggi sperduti chissà dove che sanno tutto e non dicono mai niente, le profezie. Pratchett prende tutto questo e lo mescola con maestria, usando gli stereotipi a proprio vantaggio. Lo stile è molto scorrevole e incentrato spesso e volentieri sui dialoghi. Una volta cominciato a leggerlo, senza accorgervene vi ritroverete già alle ultime pagine. Durante la lettura ho stentato a contare tutte le volte che ho riso, o ho riletto un passaggio per crogiolarmi nella genialità della prosa.

Un occhio di riguardo va anche ai personaggi di contorno che più di una volta riescono a rubare la scena. Lady Ramkin, ad esempio, la strampalata signora che accudisce i draghi di palude. Oppure Mi-Voglio-Rovinare, che non avrebbe problemi a vendervi un Rene di Unicorno Peloso a tre dollari invece che quindici, perché…indovinate? Si vuole rovinare. E il Bibliotecario, oh! Occhio a dire la parola con la s in sua presenza, è facilmente suscettibile. Basta non scim-…ehm, orango, volevo dire orango.

Potrei rimanere ore qui a descrivervi ogni piega della trama, ogni colpo di genio, ogni dialogo che mi ha fatto lacrimare dal ridere. Ma poi vi toglierei il gusto di esplorare questo libro così come ho fatto io. Quindi, perché siete ancora qui? Che aspettate, correte a leggerlo!

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