“Le mie seconde Chiavi” di Anna Spampinato, Montang editore. A cura di Raffaella Francesca Carretto

Con Le mie seconde chiavi scopriamo il mondo dei sentimenti traditi, delle illusioni d’amore, di come il nostro mondo (quello di una donna innamorata) può cambiare, in meglio o in peggio, ma anche di come ci si accorge che nella vita possiamo trovare inaspettatamente l’amore, quello assoluto, totalitario, e forse però anche sbagliato; quell’amore che ci fa battere forte il cuore, ma che ce lo spezza quando questo viene tradito e disilluso.

Perché un uomo decide di avvicinarsi ad una donna, dirle determinate cose, fare determinati gesti e poi diventare un estraneo a distanza di qualche ora

E attraverso le righe e le pagine del suo romanzo, Anna Spampinato ci narra proprio la storia di un tradimento e di una rinascita, e perché no, della voglia di riscatto dalla sofferenza.

Quando una donna trova quell’amore che trasporta e coinvolge, che la fa star bene, che le fa toccare il cielo con un dito, quanto più in alto vola, tanto più dolorosa e fatale è la caduta nel momento in cui il suo amore viene tradito o non basta alla coppia per essere tale.. Ecco, parliamo di questo, un tipo di amore a volte malato, per un uomo che non ha rispetto della donna che ha al suo fianco o che sceglie per vivere una storia, un uomo egoista, pieno di sé, che ha bisogno di conferme nel suo essere un conquistatore, un accentratore tronfio e pieno di sé nel momento in cui instaura un rapporto affettivo…o forse meglio dire anaffettivo, perché un uomo così, che non sa dire “ti amo”, seppur dica di provare un sentimento, un trasporto… ebbene, un uomo così non sarà mai in grado di lasciar fluire i propri sentimenti e donarsi completamente alla partner..

Ecco chi è Riccardo, un uomo che non sa dire ti amo, e se pur prova quel sentimento, lo nasconde dietro a silenzi

… lui non è come lei. Lui non riesce ad esternare i suoi pensieri, continua ad ostinarsi a non volerlo fare. Il suo silenzio è colmo di parole per Flaminia, ma lei non le sente.

…un uomo che fa degli errori, giustificandosi sempre, facendo passare dalla parte del torto chi interloquisce con lui, facendo passare se stesso per la povera vittima, per quello che non ha mai detto nulla di più di quel che poteva… ecco chi è quest’uomo, un vile e becero traditore, che tiene legata a sé una donna ma non ha il coraggio di scegliere lei sola.

É una storia che ci viene raccontata in più tempi, alternando eventi presenti e passati di questo amore, che è giunto all’epilogo, ma che ha lasciato un segno su ognuno dei protagonisti. Si legge quindi di episodi presenti e del passato, riportando alla memoria ricordi spensierati e indimenticabili, e anche momenti dolorosi.

Con Le mie seconde chiavi, ci avviciniamo a una lettura ricca di sentimento, in cui protagoniste sono anche le scelte, e non solo quelle d’amore, o forse lo sono quelle scelte che riflettono l’amore per se stessi, quello positivo, che guarda al bene di una persona, al suo “sopravvivere” e riprendersi il proprio equilibrio emotivo. Questo però non è  solo un romanzo che tratta di un amore tradito e beffato, illuso e ingannato, ma è qualcosa di più. Lo si legge tra le righe, le frasi lette, le frasi non dette tra i protagonisti, e quelle sprecate.

É una lettura che inizia lenta per poi lasciar spazio ritmi più audaci, perché dona tutta la forza dei sentimenti che si sono accumulati e sovrapposti in un cuore che ha saputo andare avanti facendo una scelta, seguendo il destino e accogliendo ciò che di nuovo e di bello questo ha voluto offrire, perché le seconde opportunità, le seconde occasioni per essere felici, ci sono, esistono, basta anche saperle cogliere, attraverso scelte forse dolorose ma indispensabili per il proprio benessere.

Si dice che la vita è quello che succede quando sei preso da altro. Cioè il destino ti mette davanti un episodio, una persona, proprio nel momento in cui tutte le tue forze, tutte le tue energie sono rivolte altrove (cit)

E quante volte tutto accade per caso… basta sapersi arrendere e rinunciare a ciò che ci fa male, e andare avanti e ricominciare da capo; le cose hanno un inizio e una fine, ci si deve rassegnare a questa realtà, ma la cosa più importante è riuscire a riprendere le redini della propria vita e andare avanti. Il fato, il destino , o il tempo poi ci potrà mettere del suo.

Solo il tempo può riuscire a lenire le cose, lui è in grado di renderle lontane, diverse. Può esserci amico o nemico, ma non si mostrerà diverso in queste sue vesti. Sarà compito nostro indirizzarlo verso una o verso l’altra.

Ecco quindi che questo romanzo breve nelle sue poco più che 100 pagine abbraccia una vastità di sentimenti, non parla di ripicche o rivalse, ma di realtà; si snoda in una trama moderna e accattivante, fresca e ricca di particolari, che mostra lo stile dell’autrice, molto attenta a contestualizzare e a rendere vivo e quasi immediato ogni momento raccontato, infatti i dialoghi tra i protagonisti sono forti e intensi, ma vengono anche ben descritti i vissuti.

Nel complesso, gli avvenimenti narrati sono ben contestualizzati e descritti, mettendo in luce anche le peculiarità dei singoli personaggi, da quelli più frivoli e superficiali, a quelli più profondi ed espressivi, che portano il lettore a riflessioni importanti, anche decontestualizzando la storia, e rapportandola al proprio vissuto. Ci si può riconoscere nei personaggi, immedesimandosi nei personaggi se il proprio vissuto e le proprie esperienze collimano con quelle raccontate dall’autrice.

Un romanzo scritto con garbo e con la voglia di raccontare e lasciare anche un messaggio, ovvero uno sprono ad andare avanti con la propria vita, ricominciare, reinvestendo su se stessi e sui propri sentimenti, perché se una cosa finisce, non ci si deve fermare, ma bisogna guardare oltre, avanti…e fare dell’esperienza pregressa le fondamenta per ricostruire il proprio futuro. Ricominciare.

Ed è ciò che Flaminia fa, ovvero si arrende a quello che è ormai impossibile portare avanti, e ricomincia; è un personaggio fragile e al contempo di spessore, che ha saputo fare bagaglio della propria esperienza, seppur dolorosa, ed è riuscita a crescere e rafforzarsi, e a maturare la decisione di dire addio a una persona che le ha lasciato una ferita profonda nel cuore.

Il personaggio di Flaminia è molto positivo, perché mostra che ci si può riprendere la propria vita, nella sua concretezza e forza. Una donna che non molla, continua a credere nelle sue convinzioni, si mostra per quel che è, ovvero una ragazza matura e di sentimento e che rispetta se stessa al punto da prendere una decisione dolorosa ma necessaria per ricostituire un suo equilibrio, resistere e andare avanti seguendo sia la testa sia il cuore. Eppure a volte testa e cuore non viaggiano sullo stesso binario, o forse sta a noi riuscire a creare binari paralleli su cui farli camminare all’unisono,

Ragione e sentimento, è una accoppiata che non può esistere, se esiste la ragione, non può esserci questo tipo di amore. Perché questo fugge da qualunque logica.

Buona lettura a voi.

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