Lo ammetto.
Uno dei miei punti deboli è il romance.
E’ un genere che proprio non riesco a amare, eccessivamente chiuso nei suoi rigidi e aridi clichè. Molto distante dall’eccelsa narrativa rosa, brillante, dei racconti della Delly, della Cartland o della nostra Liala, schizzi di una società in continuo mutamento. Ed è questo percorso delle civiltà che destabilizzava, proponendo sempre nuove filosofie, nuove tecnologia e un mutamento sempre più veloce, che, però trovava una sorta di punto fermo, nei gemiti d’amore, nei sospiri e nella difficoltosa ma affascinante corsa verso l’interazione con l’altro. L’amore è un sentimento da riverire con pacata meraviglia, da rispettare come il dono donatoci dagli Dei, non da banalizzare e da ferire con puerili immagini che trasudano violenza e orrore da ogni poro.
L’amore è una forza indomita è vero, a volte selvaggia, come selvaggi e senza freni sono i nostri sensi. Ma a differenza della passione sessuale, questo suo caotico impulso è fatto di ordine, di pacate emozioni che una volta liberate, si acquietano in un respiro che sa di assoluto e di magico. L’amore, come leggiamo in alcuni testi, è il vero unico incantesimo, sublime e disperato, reo di abbracciare in un tutt’uno coerente ed esaltante, abisso e paradiso.
Ecco perché oggi tendo a non leggere i romance, distorsione linguistico culturale del cantar d’amore.
Se pensiamo che, queste emozioni hanno dato vita alle opere più mirabili per il nostro spirito, capiremo come, è necessario e rispettoso, approcciarsi al mutevole mondo dei sentimenti con rispetto e devozione.
Ecco che spesso la letteratura rosa viene bestemmiata in tanti libri, in quanto si predilige non l’aspetto emotivo, emozionale e formativo di questo sentimento, ma quello scenico, trasgressivo e voyeuristico tipico di una società annoiata, che non sa più come e dove provare il brivido.
Beh se non riuscite a provarlo soltanto guardando negli occhi, o il sorriso, o la voce, o il camminare dell’oggetto della vostra passione, siete messi male.
Ma tanto male
Significa che siete vittime di una società che ostacola la fluidità delle sensazioni con i muri della noia della finta ribellione e dell’ipocrisia bigotta.
Solo una società siffatta, infatti, ha bisogno di trasgredire.
Premessa a parte, sono lieta di comunicarvi che Rossella esce dal cliché.
Esce dall’odioso stereotipo machista dei tanti libri che usano hot al posto del termine emozione. E invece di emozione, il libro i Frammenti del nostro sogno ne è pieno, trasuda perciò luminosità a ogni riga, a ogni parola, a ogni frase. Apparentemente scritto secondo la prospettiva di un uomo cinico, esso è il canto dello sposo alla sposa perduta, dell’anima che urla il suo dolore al cielo, bestemmiandolo. Ma ironia della sorte, viene benedetto da una sorta di regalo angelico: Alessia.
Se Sam è il prototipo della persona perduta oggi, in un mondo che esalta e fa del suo mantra la violenza e il dileggio di ogni sacro legame, di ogni empatia, Alessia è l’elemento necessariamente angelico che serve e DEVE servire perché l’anima risorga dal fango. Ella è la Beatrice che accompagna un Sam/ Dante lungo la strada impervia del proprio io, facendogli affrontare paure, remore, occulti orrori e curando con un balsamo afrodisiaco le ferite. Alessia è rappresentata perfettamente dallo sguardo, sono i suoi occhi, quelli puri, quelli limpidi non toccati dal male. Alessia è l’animus bambino che pur conoscendo l’orrore da esso non ne viene sporcato.
Anzi.
E’ dal dolore, è sperimentando l’altra parte della vita, quella che usa la sopraffazione, che lei ne esce più salda, la vera vincente.
Da anima infantile a donna, cosi come la fiaba della Fanciulla senza mani (anch’essa mutilata dal male) Alessia affronta il suo percorso assieme e per mano a Sam.
Una storia dai toni delicati eppure pesanti come la violenza di genere, affrontati con somma responsabilità da una giovane che non disdegna di far piangere il suo eroe, conscia che non è debolezza il pianto, consica della possobilità, anzi della responsabilità che la scrittura porta con se, anche sul più infimo degli autori. Ecco che il non modellare un personaggio dotato di crudeltà, di attributi maschili che vorrei fossero oramai cenere per i ricordi, è sinonimo di maturità, dare forma a un personaggio che, è bello nella sua pedissequa scelta della legalità è un atto etico di profondo rispetto per l’altro., per chi legge, per chi con i libri forgia i suoi sogni. Perché in questo libro non è vero che non conta chi sei e cosa hai fatto.
Anzi.
Non si salva l’uomo o la donna che trovano l’amore. L’amore è la ricompensa suprema, per aver affrontato con fede, senza abbrutirsi i lunghi oscuri sentire di una vita che a volte è famelica e aggressiva.
I Frammenti del nostro sogno indagano gli inizi dello Scrigno di Sam, uno scrigno che ricorda il fantomatico Vaso di pandora al contrario, caricato di ogni emozione positiva, di ogni ricordo, di ogni atto fisico che fa della bellezza, dell’armonia e del rispetto, la sua guida.
Emozionatevi.
Vivete una storia sana e pura.
Qualcosa che vi darà la carica di non soccombere, come
Alessia, a quel infausto demone ghignante che è, oggi, la perdita di eticità.
Complimenti Rossella.