Lart, l’imbalsamatore di professione protagonista del precedente “Quel che è di Cesare” torna a indagare nella tenuta di Nummi, i padroni da cui è stato liberato venti anni prima.
Una serie di delitti apparentemente inspiegabili lo porteranno a seguire gli indizi in una spirale temporale dove il presente si fonde col passato… quel momento in cui Lart aveva perso l’amato figlio Corvino.
Razionale e lucido, l’investigatore/libetinario non perde mai la concentrazione.
Attento osservatore e parco di parole, riesce a tollerare ogni protagonista e con esso i suoi difetti.
Un ex padrone irascibile, testardo e irriverente nei confronti degli dei, una ex padrona logorroica e attenta più all’apparenza che alla sostanza, uno schiavo vanesio con un’intelligenza non acuta, una suocera scostante e sprezzante.
Una girandola di caratteri che vorticano intorno a Lart, il punto fermo della narrazione. Solo attraverso i suoi occhi, al lettore, tutto acquista senso.
Un romanzo molto acuto, con un taglio investigativo basato su indizi e deduzioni ma un contorno storico assolutamente originale e divertente.
Lo stile passa dall’ironia al dramma con grande disinvoltura, strappando più di una risata davanti ai siparietti dello schiavo Silvius e alle imprecazioni uniche del vecchio Giusto che hanno come oggetto i più svariati dei dell’Olimpo.
Ma allo stesso tempo il dramma della perdita di un figlio, il clima di diffidenza che si crea nel sapere che un assassino si aggira nella tenuta dei Nummi; le dinamiche familiari e i rapporti fra schiavi e padroni.
Un assaggio del mondo romano dove si descrivono le emozioni e i sentimenti che uniscono liberi e non liberi, matrone e ancelle, schiavi liberati e soldati.
Una panoramica acuta sulla società del tempo, dove ogni personaggio rappresenta, bene o male, un ceto.
La trama regge, il ritmo anche.
Incuriosisce e invoglia il lettore.
Una passeggiata nell’antica Roma condita coi vizi, le paure, le emozioni tutt’oggi comuni.
Un libro originale, ben studiato, accurato nel modo di descrivere la storia ma con una vena ironica assolutamente godibile.
Da leggere.