“La colpa” di Raffaele Mangano, Amatea editore.A cura di Vincenzo De Lillo

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Da sempre abituato a leggere solo narrativa di avventura, thriller o comica, in cui le storie e la loro originalità sono il fulcro intorno a cui girano i personaggi, questo libro mi è sembrato subito strano.

La storia, originale anch’essa, per carità, è quasi un pretesto per illustrare l’animo del personaggio principale e del coprotagonista, entrambi magistralmente descritti dallo scrittore così alla perfezione, da far sembrare al lettore di conoscerli, creando così quell’empatia che ti spinge a porti le loro stesse domande: -Il lavoro e la dedizione a esso, è davvero la strada migliore?

-Un passato difficile va sepolto oppure riaffrontato finché non crei più dolore?

Ma soprattutto, -Sto vivendo la vita che vorrei?

Ecco, qui l’autore con una scrittura esperta e sopraffina, è stato geniale.

Il protagonista, continuamente in conflitto con un una vita agiata ma piatta ed una meno ricca, forse, ma anche meno monotona, sembra quasi non schierarsi del tutto, lasciando socchiusa la porta del suo futuro e facendoci sbirciare per un po’.

Giusto quel poco che basta a farci porre tutte quelle domande di cui sopra, senza darci una risposta definitiva, ma solo lo spunto per pensarci.

Può un libro scavare nell’animo del lettore, facendogli mettere in discussione certezze e priorità?

Se mi avessero fatto questa domanda prima di leggere “La colpa”, di Raffaele Mangano, probabilmente avrei risposto di no.

Oggi non sono più sicuro e ciò vuol dire che il libro ha correttamente svolto il suo compito, quello di insinuare dei dubbi.

Farti pensare, far muovere gli ingranaggi del tuo cervello e del tuo cuore, cioè.

E siamo sinceri, quanti scritti ci riescono davvero?

“La colpa”, invece, lo fa perfettamente, trascinandoti con pazienza e accuratezza nella storia e nei dialoghi, mai banali, da cui esci sempre con l’idea di aver imparato qualcosa.

E io sono sicuro di averlo fatto.

Grazie Raffaele, hai guadagnato un fan

 

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