“La ragazza nel bosco” di Carmen Weiz, quest edizioni. A cura di Francesca Giovannetti.

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Introduzione

Un libro è un’opera d’arte.

E’ la capacità dell’autore di dipingere non con colori ma con parole un quadro che può essere attinente al mondo animico o al mondo del cosiddetto reale. E ogni volta che un autore mi dona un libro, lo dona al mio blog e al mio ridotto staff è un’emozione indescrivibile.

Carmen ha talento.

Lo si legge in ogni respiro che pervade questa carta stampata e che diviene esso stesso anima.

E’ qualcosa che prende vita, come un golem ma dotato di uno spiriti che il buon vecchio uomo di argilla non potrà mai avere.

E’ fantasia e sensazioni.

Ha il tocco acuto e sensibile della attenta scrutatrice del reale. E’ attuale al tempo stesso vuole donare un tocco di speranza, per combattere i peggiori istinti umani, ivi riportati con classe ma con la necessaria e doverosa crudezza.

E ci ricorda come l’amore, considerato non solo come incontro di corpi ma di emozioni, può salvarci dal baratro di una società improntata all’egoica competizione.

Come tale il libro di Carmen va e deve essere  trattato da ogni addetto al mestiere.

Come un gioiello va lavorato, reso diamante e atto a adornare luminosi monili.

Non va trascurato.

Perchè farlo, significa annientare la bellezza che esso rappresenta e deve rappresentare.

Quando un libro viene curato, allora si che il mio sorriso brilla radioso.

Ma nonostante la becera tendenza a non coccolare l’arte, Carmen mi fa sorridere lo stesso, perché…è brava,

I libro può essere perfezionato.

Il talento o c’è o non c’è

E per una benevole concessione delle muse, oggi si è fatto carne in questo testo.

Lo vogliamo guidare?

Buon viaggio

 

 

La voce di Francesca racconta…..

 

Anna, giovane ragazza proveniente dal Brasile, si trova coinvolta in un traffico di essere umani, la moderna tratta degli schiavi. Coraggiosa e audace fuggirà al suo destino imbattendosi nell’avvenente Thomas Graff, ufficiale della polizia svizzera.

Così inizia questo thriller, tinto di rosa, catapultando il lettore nella crudele mercificazione dell’essere umano, dove la realtà povera di un paese come il Brasile deve fare i conti soprattutto con le figlie femmine, che sono considerate più un peso che un aiuto alla famiglia.

Dunque decine di giovani vengono spinte verso comunità religiose, dalle quali uomini senza scrupoli faranno perdere le tracce. È un gioco al massacro dove povertà genera criminalità.

Qui l’autrice si avvicina in punta di piedi all’atroce tratta delle nuove schiave, prelevate a loro insaputa, ingannate con bugie e false promesse; la maggior parte di loro si perde, come non fossero mai esistite, ingoiate da una rete internazionale di depravazione.

È un tema terribilmente attuale e scottante, non facile da affrontare senza scadere nella banalità. L’autrice dimostra grande sensibilità nel descrivere gli stati d’animo della protagonista, catapultata dall’euforia verso il peggiore degli incubi. Mi piace definire Anna un’eroina, perché sono necessaire forza, volontà e coraggio quasi sovrumani per ribellarsi e decidere di reagire. Una ragazza semplice, pedina di un gioco che non comprende fino in fondo ma fermamente decisa a rinascere.

E se una parte dei “cattivi” è ben chiara è definita, ne esiste un’altra, più subdola: chi dovrebbe dar loro la caccia non si preoccupa solo di questo, ma anche della propria carriera; la tragedia di molti può essere l’opportunità di carriera per un singolo. E così, nei ranghi delle forze dell’ordine, impegnate nella cattura, c’è anche spazio per lo scontro di autorità e per la determinazione delle giurisdizioni. Un libro attento anche alla parte legale, descrittiva del funzionamento della polizia e degli organi di indagine internazionali.

Un thriller ben costruito che mantiene il lettore sempre interessato.

Ma anche dal peggiore degli incubi può nascere qualcosa di meraviglioso. Ed è l’amore fra i due protagonisti. Thomas Graff, irreprensibile agente, con il cuore ormai chiuso dopo una cocente delusione, sarà costretto a fare i conti con un personaggio femminile unico, per bellezza e gentilezza d’animo. Una storia che si incastra alla perfezione senza togliere niente alla suspense del thriller, anzi, aggiungendo un ingrediente in più.

Un libro e un’autrice di grandi potenzialità, che ho molto apprezzato ma che mi ha lasciato un pizzico di amarezza.

Ogni libro è un’opera d’arte e come tale va trattato, ma verrei meno al mio spirito critico se omettessi di segnalare qualche imperfezione di forma che ho trovato nel testo; niente che non possa essere risolto con un’attenta correzione di bozze.

E questo libro la merita davvero.

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