PREMESSA
Questa volta mi tocca qualcosa di difficile, ma estremamente intrigante, che io stesso ho chiesto di poter portare a voi lettori del blog.
Per poter parlare di “S.” o La Nave di Teseo, bisogna preparare una lunga scaletta e affrontare tutto, punto per punto, in modo da rendere alla portata di tutti quello che effettivamente non è un semplice libro, ma un fenomeno letterario, nonché un grande, grandissimo esperimento di narrativa.
Seguitemi quindi, tappa per tappa, all’interno di tutto questo processo creativo. Per comprendere La Nave di Teseo nella sua interezza, in tutti i retroscena e nella sua natura più cruda, è necessario procedere con molta calma e tranquillità. Questo non è un libro facile sotto NESSUN punto di vista, fatto per lettori curiosi e dalla “scorza dura”. Cercherò di introdurvelo nel modo più semplice possibile, sperando che vi convinca a stringerlo tra le mani, almeno una sola volta, passando il libreria.
Magari non vi spronerò ad acquistarlo (anzi, forse farò l’esatto contrario), ma almeno spero di riuscire ad incuriosirvi.
“Le parole che compaiono sul foglio sono proprio quelle che ha voluto metterci, le immagini corrispondono alle scene che ha in mente, le sensazioni sono le stesse che riscaldano il cuore, gli fanno formicolare lo scalpo e gli spingono contro gli occhi.” – La Nave di Teseo, pag. 296.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – LE MENTI
Partiamo dalle basi. J.J Abrams lo conosciamo tutti, o almeno dovremmo. Per chi non lo sapesse, questo simpatico pazzo è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, produttore televisivo e compositore. In varie occasioni ha fatto comparse sul grande e piccolo schermo americano in veste di attore.
Ha prodotto serie come Person of Interest e Westworld; diretto film come Mission Impossible III e l’odiatissimo Star Wars: Il risveglio della forza.
Quello per cui è più famoso, però, è la creazione e la co-creazione di serie famose, intricate e di grande successo, come Fringe (che è una piccola perla, a parer mio), Alias e il ben più conosciuto Lost, che ha fatto penare molti telespettatori. Insomma, basta farvi una veloce ricerca su Google per vedere tutti i maggiori successi di J.J Abrams, di cui qui vi ho riportato solo una piccolissima parte.
Douglas Dorst, invece, è uno scrittore americano non proprio conosciuto nel nostro bel paese, che vanta ben poche pubblicazioni ma che è capace di stupire. È conosciuto soprattutto per essere docente di corsi di scrittura creativa. Prima della collaborazione con J.J Abrams per “S.”, ha pubblicato due storie brevi (Alive in Necropolis e The Surf Guru).
Questi sono i due uomini che hanno, insieme, preparato le basi per questo capolavoro contemporaneo che mi ha strappato ore di sonno e tanti, tantissimi appunti.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – LA BASE
“S.” è nato per un colpo di genio. Abrams ha raccontato che l’idea per questo libro gli venne dopo aver trovato su una panchina, un tomo con scritto:
“a chi trova questo libro si prega di leggerlo e portarlo da qualche parte e lasciarlo in modo che qualcun altro lo possa leggere.“
(ripreso da Wikipedia). Dorst, invece, per la chiave centrale della narrazione, si è ispirato ai fatti che accompagnano la controversia sulle attribuzioni delle opere di Shakespeare e lo scrittore B. Traven (su di lui ci torneremo più tardi, quando cominceremo a sviscerare la figura di V.M. Straka, parte centrale del libro che andremo a trattare).
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – PSEUDO-AUTORE
Abrams e Dorst avevano un’idea, una base da cui partire. Mancava soltanto preparare una struttura, uno scheletro narrativo plausibile e solido. È da qui che è nato per prima V.M Straka, poi “S.”, poi La Nave di Teseo.
Straka non è il semplice alter-ego che Abrams e Dorst usano per scrivere La Nave di Teseo, ma è il vero e proprio mistero che ci accompagnerà in tutta la lettura di questo testo. La sua figura è stata ispirata, come scrivevo poche righe sopra, dal controverso B. Traven. Ma chi era questo prolifico scrittore del novecento?
Autore di molti romanzi e racconti che ha sempre nascosto la sua vera identità, sotto (appunto) il nome di Bruno Traven. Lo confesso, prima di approcciarmi a La Nave di Teseo, non sapevo praticamente niente di lui, ma ho fatto un passo indietro e ho cominciato a studiare dapprima la sua figura, poi i suoi testi. Traven non si mostrava mai agli editori a cui sottoponeva i suoi testi, ma faceva passare tutto tramite agenti letterari o posta, da un lontano paesino in Messico. I negoziati per i contratti o per i diritti cinematografici delle sue opere, avvenivano sempre tramite persone incaricate da Traven stesso. Tramite questo escamotage la sua vera identità fu tenuta sempre segreta, fino (forse) ad oggi.
Le teorie su chi fosse davvero sono tantissime e non sto qui a elencarle (due, degne di nota: Otto Feige e Ret Marut), altrimenti più che una recensione, comincereste a leggere un trattato. Ma vi assicuro che basta cercare il suo nome in rete per aprire il forziere di Pandora, e raccogliere le basi per comprendere V.M. Straka.
Vi lascio con una citazione di Traven, presa da Wikipedia, che forse vi spronerà ad approfondire la sua figura.
In una lettera datata 11 ottobre 1941, indirizzata a Herbert Kline e affidata al suo agente negli Stati Uniti, lo scrittore scriveva
:«Faccia il favore, tolga di mezzo quel dannato “misterioso” se cita il mio nome o il mio lavoro. Non c’è nessun mistero in me, sul serio, non un briciolo di mistero. […] Tutto il mio mistero è che odio i columnist, gli scrittori a soggetto, i giornalisti strappalacrime e i recensori che non sanno nulla del libro di cui parlano. Non c’è gioia e soddisfazione maggiore per me che essere sconosciuto come scrittore quando incontro una persona o vado in un posto. Soltanto in questo modo posso essere me stesso e non essere costretto a recitare.»
V.M. Straka di Dorst e Abrams è una figura affine a Traven, ma circondata da congetture, complotti e un circolo di personaggi altrettanto particolari. Affida i suoi libri (tutti pseudo-librum creati da Dorst e Abrams) a un solo e unico traduttore, F.X. Caldeira, che poi li traduce in tutte le lingue. Non si fida di nessuno, forse soltanto di pochi eletti, e il suo nome è quello di un ragazzino morto suicida in circostanze parecchio strane.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – PSEUDO-LIBRUM
Entriamo nel vivo, più o meno, di quello che sarà questa complicata recensione.
La Nave di Teseo è l’ultimo libro di V.M. Straka e racchiude i suoi segreti più reconditi, che forgeranno proprio il fenomeno intorno a questo pseudo-librum. Perché lo chiamo così nonostante sia un libro vero? La Nave di Teseo è scritto davvero, dalle mani di Dorst e Abrams, ma affidato all’inesistente penna di Straka, di cui non si conosce la vera identità. Mi seguite? No? State facendo fatica? Ecco, è proprio questo che si prova all’inizio della lettura.
Il libro comincia con la biografia di Straka redatta dal suo traduttore, F. X. Caldeira, che ne tesse lodi, spiega comportamenti, abitudini e ne mette in luce la parte più intima. Ma di chi fosse davvero Straka non ne parla mai direttamente. Questo ci dà già modo di pensare, di incuriosirci sul tomo che stringiamo tra le mani.
Come arriva a noi il libro? Chiuso in una sovraccoperta nera sigillata da una S. Una volta spezzato il sigillo, il tomo che ci cade in mano ci fa venire in mente subito una sfilza di parole.
Vecchio, vetusto, antico.
La Nave di Teseo ricorda uno di quei vecchi libri, rilegati a mano e dalla copertina di tela, con le pagine ingiallite che sanno di umido e vissuto (annusate il libro e mi darete ragione).
Al suo interno, troviamo subito il caos: le pagine sono scribacchiate, sottolineate da più di una penna, più di una persona, e l’interno è letteralmente infarcito di oggetti. Tovaglioli, cartoline, fotocopie, ritagli di giornale, fogli macchiati di caffè, mappe. Un comparto che mi ha personalmente colpito e che giustifica il prezzo importante del libro (parliamo di circa 35 euro). Di questo parleremo più avanti (ricordatevi della scaletta), e di come J.J. Abrams e Dorst l’abbiano fatto soprattutto per dare un senso di concretezza alla narrativa, che sempre più si sta trasferendo verso le librerie digitali.
La Nave di Teseo è la storia di S., un uomo che non ricorda la sua identità e si trova costretto a vagare senza meta per le strade di una città che non ricorda di conoscere, eppure gli trasmette forti emozioni.
Vaga, solo, osservando la vita in modo distaccato. S. è la nostra cinepresa, tramite lui avvertiamo una visione particolare del mondo. Una condanna, forse, oppure una critica estremamente pessimistica. Ma è più di questo. S. è un messaggio, S. è un sentimento che starà a noi riuscire a comprendere fino in fondo.
Solo nella notte, distrutto e inconsapevole, si trascina fino alle porte di un locale, dove incontra una donna. Sola, una figura drammaticamente importante, verso cui S. si sentirà subito attratto.
Il pover uomo ne vive di cotte e di crude, ma grazie a questo, sembra riuscire a ricostruire la propria identità, pezzo per pezzo. Viene rapito, portato su una nave di mostri in cui il tempo passa in modo strano. I lettori più attenti non faticheranno a sentire il richiamo alla figura di Ulisse e al suo disperato tentativo di tornare a Itaca.
S. riscopre se stesso, trovandosi coinvolto in un conflitto più grande di lui. Un grande magnate dell’industria delle armi, tale Vèvoda, che prepara le basi per un grosso conflitto mondiale. A combatterlo è una stregua resistenza, fatta di uomini e donne misteriosi, poveri creativi e luminari delle scienze, la cui speranza è di far prevalere la vita, la verità e l’onestà.
Per tutta la durata della storia, continueremo a farci la stessa domanda che lo stesso S. si pone. Chi è lui, davvero?
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – I LETTORI
Leggere la storia di S. senza buttare uno sguardo sulle note a margine o quelle a piè di pagina di Caldeira, è impossibile. Ci accorgeremo presto che sul nostro libro, quello che abbiamo appena comprato, ci sono due persona che dialogano tra loro. O meglio, prima che il tomo arrivasse a noi, qualcuno l’ha studiato e riempito di riflessioni.
Eric e Jen saranno i nostri compagni, i pionieri che ci apriranno la strada verso la curiosità, oltre che per la storia del romanzo, ma per tutto quello che si nasconde dietro di esso.
Eric è un uomo che ha abbandonato l’Università, dalla vita tormentata, un’intelligenza spietata e la passione per i misteri di V. M. Straka.
Jen è una studentessa laureanda, che si imbatte ne La Nave di Teseo quasi per caso e finisce, inevitabilmente, per esserne attirata e affascinata (proprio come noi).
Comprendiamo attraverso le note di Eric e Jen (dopo vi spiegherò), che la figura di Straka è l’alter-ego di qualcuno che nessuno ancora conosce, ma è legato a importanti rivoluzionari provenienti da ogni parte del globo. Grazie a questi due lettori comprendiamo anche che le note di Caldeira non sono vere e proprie note, ma messaggi in codice, e che lo stesso traduttore non è davvero chi scrive di essere.
Quindi avremo DUE linee di lettura: La Nave di Teseo prima, e l’analisi del testo da parte di Eric e Jen dopo (e, di conseguenza, sprazzi della loro vita quotidiana). Impareremo a conoscere i nostri compagni di lettura, a comprendere le loro ansie e paura, e ci preoccuperemo per loro quando la ricerca su Straka si farà pericolosa.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – LA LETTURA
Distingueremo le note dei personaggi grazie a due cose: COLORE e CALLIGRAFIA.
L’Eric del passato, giovane studente universitario, annota tutto in stampatello e a matita. L’Eric adulto lo fa allo stesso modo, ma con una penna nera. Avanti nel tempo, lo farà con una penna verde, in una terza fase della storia con una rossa e alla fine di nuovo con la nera.
Jen commenterà le note del giovane Eric e di quello adulto con una penna blu chiaro, scrivendo in corsivo. Avanti nel tempo, risponderà alle scritte verdi di Eric con una penna arancione, in una terza fase della storia lo farà con una penna blu scuro e alla fine, lo farà con una nera. (Qui mi è venuto da chiedermi: la stessa penna di Eric?)
Questo ci apre ai differenti metodi di lettura di questo testo. C’è chi ha letto prima La Nave di Teseo e poi, solo poi, le note di Caldeira e gli scambi di Eric e Jen (quindi anche i numerosi oggetti interattivi presenti nel tomo).
C’è chi ha fatto lo stesso, ma seguendo la linea temporale.
Come ho fatto io? Ho letto tutto insieme. Mi sono immerso in quest’avventura tutto intero, prendendo appunti e annotando io stesso il libro (vedi più avanti: “Le conseguenze su di me”).
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – LA SOCIETA’ SEGRETA
Emerge durante la lettura, anche grazie alle note di Eric e Jen, che la ritornante “S.”, non è solo un caso, ma vuol dire qualcosa. La Esse di “S.”, il protagonista; la esse di Sola, amata donna misteriosa; la Esse che è riportata sulla fodera nera che protegge La Nave di Teseo; la Esse che è sul sigillo che rompiamo per leggere il libro; la Esse che viene disegnata all’interno del libro, sotto gli occhi di Eric e Jen, senza che nessuno dei due l’abbia fatto.
“S.” è una società segreta e la Nave di Teseo è la chiave per comprenderla, assieme a tutto ciò che riguarda Straka e a quello che è successo a lui e ai suoi compagni. Misteri che si accavallano l’uno sull’altro, mandando in implosione il cervello dei lettori (o almeno, di quelli che non hanno abbandonato il libro dopo le prime pagine).
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – GLI INDIZI
Come vi ho già accennato, il libro è costellato di oggetti interattivi. Alcuni costituiscono gli indizi per comporre la storia di Straka, altri invece ci servono come approfondimento per capire le storie di Eric e Jen. I due personaggi si scambieranno lettere, confessioni scritte su fazzoletti di carta o fogli macchiati di salsa…e noi leggeremo tutto quanto.
Foto d’epoca, articoli di giornale, cartoline, mappe e la strana ruota di eotvos, comporranno per noi un puzzle intricato da risolvere praticamente da soli, con l’aiuto marginale di Eric e Jen.
Tolte le note appunto dei due personaggi, è proprio questo che rende La Nave di Teseo quello che è: non un semplice libro, ma un grande quadro interattivo dove noi, semplici lettori, abbiamo il potere di svelare un grande mistero.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – L’OBIETTIVO DI ABRAMS E DORST
Quello che i due autori hanno cercato di creare è esattamente quello che hanno ottenuto. Coinvolgimento emotivo, spirito di scoperta. La Nave di Teseo scuote il lettore più attento, lo premia, e boccia brutalmente il lettore pigro, abbandonandolo a se stesso. Un libro che compie una selezione, che ha l’obiettivo preciso di accendere la miccia della consapevolezza nel cuore di chi legge.
La Nave di Teseo è anche la riprova che un libro è tale soprattutto quando lo reggi tra le mani, lo sfogli, lo contempli e ne annusi gli odori che, mano a mano, arriva ad accumulare col passare degli anni. Una macchia di caffè sulla pagina può diventare un tesoro, creare un’identità e un’appartenenza; e perché no, rievocare ricordi.
Vi riprendo due righe direttamente da Wikipedia:
Gli autori di proposito hanno voluto intendere che il libro è un oggetto fisico, Abrams afferma che “il punto è proprio possederlo fisicamente”.
Un critico ha definito S. una buona motivazione a pagare un extra per il libro fisico, “possedere meraviglie che non possono essere traslate in digitale”.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – LE CONSEGUENZE SU DI ME
Sapevo che leggere La Nave di Teseo mi avrebbe messo a dura prova come lettore e come individuo, perché la capacità di comprenderlo e trarne qualcosa era lasciata a me stesso. Tra quelle pagine operiamo noi, soltanto noi; Eric, Jen, Caldeira, gli oggetti…ci offrono soltanto una base per costruire il nostro castello di verità.
La lettura de La Nave di Teseo mi ha preso tanto e mi ha rubato molto tempo. Ci ho messo circa un mese per leggerlo nella sua interezza, parola per parola, con attenzione. Perché non è un libro facile, ti penalizza se perdi un minimo dettaglio, ma ti premia se riesci a ricordare ogni cosa. Ho cominciato a prendere appunti su un quadernino apposito, a fotocopiare gli indizi contenuti nel libro. Ho cominciato persino a sottolineare e commentare io stesso La Nave di Teseo, affiancandomi ai personaggi e, certe volte, rispondendo alle loro stesse note. Sapevo che era tutto finto, ma perché continuavo a farlo? Perché ero preso, preso e fomentato dalla voglia di svelare il mistero del quadro che avevo davanti. Questo libro, esattamente come è stato per Jen ed Eric, è diventato per me un’ossessione maniacale fino a quando non l’ho concluso. E con “concluso” non intendo che ho finito di leggerlo, l’ho riposto in libreria e basta. No. L’ho sviscerato, ho colto le note di Jen e di Eric, ho decifrato gli indizi, ho messo su le mie ipotesi…e ho consultato la grande rete globale che si è creata tra i lettori de La Nave di Teseo, di quelli che sono andati fino in fondo, come me.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – FENOMENO MEDIATICO
Il libro è stato sparato dalla penna di Abrams e Dorst, e l’impatto ha colpito al cuore migliaia di lettori. Sono nati siti e blog dedicati alla GUIDA ALLA LETTURA, oppure raccoglitori dove custodire ogni indizio digitalizzato.
Sono nati forum di discussione per risolvere i tanti pezzi mancanti che La Nave di Teseo lascia (perché sì, non tutti i misteri sono risolti). La gente analizza parola per parola i passaggi del libro, e Abrams e Dorst usano Twitter per mettere altra carne sul fuoco, fornendo ulteriori dettagli agli accaniti lettori ormai diventati ricercatori di un’opera dal grande impatto mediatico.
LA CREAZIONE DI UN FENOMENO LETTERARIO – CONCLUSIONI
La Nave di Teseo è il risultato di due menti geniali che hanno collaborato insieme per creare qualcosa di tangibile, vero e unico nel suo genere. Abrams e Dorst hanno praticamente inventato un nuovo genere di narrativa, una storia con cui il lettore può davvero interagire e sentirsi al centro di qualcosa di grande.
Più che un semplice tomo, La Nave di Teseo si appresta a diventare un’esperienza nel mio bagaglio artistico e culturale, un vero e proprio viaggio alla scoperta delle mie capacità di lettore e nelle forme indefinite di una storia tanto bella quanto complicata.
Mi auguro che correrete a comprarlo.