I migliori studiosi si sono impegnati per carpire il segreto più imponente dell’uomo.
L’immortalità direte voi?
No, assolutamente.
E’ qualcosa di più profondo che riguarda la composizione stessa della realtà, ossia la percezione. Ed è questo il fattore psicologico che ci rende dei veri demiurghi.
Secondo studi importanti, tra cui quelli di Gregory Bateson e di JR Ames, quello che noi consideriamo materiale e oggettivo non è altro che una rappresentazione costruita ad hoc dai nostri sensi. E ciò significa che, il vero protagonista totalmente oggettivo della nostra realtà è proprio quel cervello e quelle sinapsi che elaborano consapevolmente le immagini e le trasformano negli oggetti che ci appaiono materiali. E non solo. E’ la nostra mente a costruire, addirittura, giorno per giorno il nostro universo cosi come lo conosciamo.
Ecco che si apre uno scenario futuribile ai nostri occhi: non un solo piano di materia ma diversi livelli di realtà, quanto diverse sono le percezioni delle persone.
Ecco che il multi universo non è poi cosi tanto lontano e la fantascienza diviene accadimento con cui noi ci scontriamo quotidianamente.
Più sono le persone che osserveranno un oggetto, un accadimento,un valore e più si costruiranno immagini e più universi di significato e dimensioni materiali si fabbricheranno.
Questo è un processo inconscio poiché se l’inconscia conoscenza di questo meccanismo, diventasse conscia, renderebbe cosi relativo il nostro piano di esistenza fino a renderci statici, insicuri e quasi anarchici. Infatti, se la realtà non è corporea, ma per ognuno essa appare colorata con tinte diverse e quindi evanescente e quasi illusoria, la vita stessa potrebbe essere privata di ogni sua valenza emotiva.
A che serve vivere se in realtà sono immerso in una costante illusione?
Ecco perché il famoso velo di maya degli gnostici non va sollevato se non dopo un attenta preparazione mentale, onde evitare squilibri di ordine psichico. Perché accorgersi che vediamo tutto in modo personale e forse distorto rispetto all’oggetto in questione e alla sua vera essenza può turbarci tanto da renderci folli.
O in rari casi geni.
Una volta scoperta questa caratteristica umana, molti agenti di pressione o centri di potere occulto o solo scienziati spinti al limite, la cui volontà di conoscenza supera i livelli di sicurezza, hanno tentato di interagire e manipolare proprio la percezione umana, e la rappresentazione del reale connessa ad essa.
Non so se avete sentito parlare del progetto Mk-Ultra?
Si denomina in cotale modo il progetto CIA atto a effettuare sui soggetti prescelti un vero e proprio controllo mentale.
Era a tutti gli effetti un programma illegale, clandestino con lo scopo di identificare droghe e procedure che, integrate ad altre tecniche di tortura, potevano rendere malleabili le persone portandole a una confessione “spontanea”. Ovviamente, tali esperimenti erano spesso praticati all’insaputa dei soggetti scelti, e avevano lo scopo di sviluppare tecniche per la tortura, per l’interrogatorio, possibili farmaci atti a ottenere il totale controllo delle percezioni dell’individuo e addirittura alla creazione di assassini inconsapevoli o il controllo di leader stranieri scomodi.
Ecco uno stralcio del report della CIA:
Devono essere prese precauzioni non solo nell’evitare che le forze nemiche vengano a conoscenza delle operazioni ma anche nel celare le attività al pubblico in generale. Sapere che l’agenzia è coinvolta in attività non etiche ed illecite avrebbe serie ripercussioni negli ambienti politici e diplomatici..»
Ed è questo che succede al protagonista di questo strabiliante libro, una perla rara nel panorama moderno.
Grazie a arditi esperimenti (che molto richiamano lo scellerato programma USA) il povero studente si troverà a viaggiare su piani di realtà che spesso chiamiamo incubi, sfiorando a volte la vera essenza dell’umanità: vampiri e demoni soggetti ai più biechi impulsi.
In fondo, il comodo tranquillo condominio fatto di gente proba e timorata, non è altro che una gabbia in cui sono rischiosi coloro che temono l’esterno. Persi nelle proprie fantasie, o nei propri progetti che sfiorano la criminalità essi sono davvero i rappresentati di quella società cosi sconvolta da voler chiudere gli occhi sugli orrori. E manipolare le coscienze altre è forse lo stimolo più abbietto in possesso di tanti dominatori di questo mondo portato al disfacimento. La peggior colpa dei condomini è quella di non voler sapere, di voler restare nella comodità del non indagare, nella condizione statica ma serena di chi le domande non vuole porsele.
Ed è questa la vecchiaia di cui ci parla l’autore, non la normale decadenza fisica quanto lo stop alla curiosità e alla voglia di scoprire sempre e ricercare la verità.
E’ il silenzio, il non movimento che ci preclude quelle energie giovani e creative che rendono l’organismo umano capace di evolvere. E’ il rannicchiarsi nella ripetizione senza senso di gesti e di pensieri che ci rende, in fondo, vicini alla vera, orrorifica morte: una mente che non si domanda si sfalda, si atrofizza e perisce.
L’altro elemento da sottolineare nel testo è la cosiddetta scienza anti-etica.
Esiste un limite alla voglia di sapere.
E questo limita risiede nel rispetto per l’altro e per la vita in generale.
La spinta evolutiva non è la risposta a ogni costo, ma lo stimolo che la domanda ti fornisce, lo stimolo a cercare, a indagare anche se non si arriverà mai alla teoria concreta.
La scienza, invece, non coccola la volontà di domandare ma inneggia all’ansia della risposta a ogni costo.
Questo significa andare contro l’etica, poiché se lo stimolo è arrivare a ogni costo alla meta, questo può voler significare che, pur di ottenere la soddisfazione del fine “la conoscenza” si possono utilizzare i mezzi più disparati.
Come sosteneva Macchiavelli il fine giustifica i mezzi.
Ma la vera sapienza, la vera conoscenza, la scienza “Sana” non si interessa nell’ottenimento ossessivo delle risposte, ma si interessa soltanto ad esercitare la nobile arte del porsi quesiti. E dalla domanda scaturiranno altre domande e cosi fino alla fine, rendendo non l’arrivo, ma lo stesso viaggio degno di essere vissuto.
Da saggista amante della scienza vi dico che non è l’esperimento che ci interessa.
Non è la teoria a cui sogniamo di arrivare.
Non vogliamo scoprire tutto.
Ma avere sempre nuovi elementi a svelare.
E pertanto la vera etica della scienza è quella che si nutre soltanto del piacere di intraprendere l’esplorazione sapendo che, durante questo percorso possiamo anche guardarci attorno, fino a sentire quant’è grande l’universo in cui siamo inseriti e quanto mistero ancora ci avvolge.
Come disse Gregory Bateson lo scienziato studia con meraviglia la formica rispettandone i movimenti.
Il folle cerca di capire come usare la forza della formica.
Ed è quest’ultimo essere immorale il protagonista, vero, del testo.
Da una semplice macchia sul muro, possiamo davvero riflettere sull’infinita bellezza del nostro cervello, ma anche sulla sua tendenza assurda e spesso dannosa, che ci porta alla macchinazione.
Ecco che a volte un libro ci scuote più di mille inutili discorsi, spesso tacciati di moralismo.
Le questioni che il libro mostra sono FONDAMENTALI non solo per la conoscenza scientifica, ma per la nostra stessa anima, troppo spesso barattata con un titolo e con una copertina su Science.