“Loro sono Caino” di Flavio Ignelzi, Augh! editore. A cura di Vincenzo de Lillo

Loro sono Caino- Flavio Ignelzi.jpg

 

Loro sono caino è un libro strano.

Strano perché non gli si potrebbe assegnare solo un paio di aggettivi che lo identifichino senza rischiare di essere superficiali o poco attenti.
Potrebbe essere thriller, perché suscita tensione, quella per qualcosa che potrebbe accadere o che accadrà.


Una violenza, un evento improvviso o solo l’attesa per una strana e terribile “Perturbazzione”, come la chiamano i semplici, superstiziosi e retrogradi abitanti del paesino meridionale in cui è ambientata la storia.


Oppure noir e folcloristico, per le tinte tenebrose che assume la storia per buona parte.


Storia in cui la protagonista, una donna di circa quarant’anni, tra salti temporali e continui flashback, racconta i suoi giorni di quasi reietta, perché cresciuta con una nonna che faceva la prostituta ma soprattutto perché considerata una “ianara”.


Che secondo l’immaginario popolare meridionale è una donna comune che di giorno si comporta come tale e di notte invece come una strega.


Oppure horror, per le improvvise sparizioni dei personaggi, scomparsi nel nulla come nelle migliori storie di genere; per l’inquietudine che trasmettono i riti, forse pagani, che vengono citati; o per una straordinaria pioggia di ragni, che andrà anche ad evidenziare l’aspetto folcloristico su citato, qui sottoforma di un incantesimo o un sortilegio.


Un romanzo anche cupo, in cui le accurate descrizioni rurali di campagne e colline non fanno altro che creare un’atmosfera ancor più curiosa e intrigante, affascinando il lettore, spingendolo cioè ad andare avanti, pagina dopo pagina.

E gli aggettivi usati dal sottoscritto fin’ora non sono comunque efficaci per spiegare la storia ben scritta di questa donna, della sua fuga da un fidanzato iperpossessivo; o delle sue avventure sessuali; del suo rapporto con la nonna, chiamata “Ma’”; di quello con gli uomini e con tutti gli abitanti del paesino in cui vive, o della violenza sulle donne di cui è pregno tutto il racconto.


Una violenza verbale, ancestrale e aggressiva, tanto attuale di questi tempi bui, e che dà quindi pure lo spunto per una denuncia sociale.

Insomma strano, ve l’ho detto.
Ma da leggere, sicuramente.

 

 

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