Una maschera per sentirsi veri.
Fingere per entrare nella verità di chi si è, di ciò che si desidera, di ciò che si teme. Fingo, di Cristiana Rumori, ed. Bre, è un viaggio avventuroso, alla scoperta della natura umana.
Nascondere o svelarsi per come siamo.
Recitare o essere sinceri: con la propria natura, con la propria età, con l’immagine di sé che riflettiamo nel mondo.
Tutto questo è Fingo.
Un testo scorrevole, ben scritto, piacevole come una cioccolata calda con panna, dove cioccolata e panna esprimono il piacere, l’essenza femminile, la bellezza che si trattiene forte forte tra le dita del Tempo.
Così Lola Galliano, la protagonista del romanzo, giornalista cinematografica, si sposta tra finzione e realtà.
E il lettore può solo seguirla.
Lola inizia la sua avventura in una clinica di chirurgia estetica per star del cinema, stringendo tra le dita il Tempo che passa. Finge di essere per sempre giovane, fino a che lascia la presa di colpo e si ritrova su un aereo che la farà atterrare in una specie di terra di mezzo, fatta di attori, cinema, provini, produttori, amiche influenti e amiche confidenti. New York, dove tutto è possibile, dove i sogni si avverano.
Amore, sesso, recitazione, verità.
Lola è abituata a mescolare le carte della vita. Lola sogna, Lola desidera un amore da grande schermo.
Riuscirà nell’impresa di portare la finzione nella sua realtà?
E fino a che punto starà al gioco?
Il romanzo si gioca come una partita a tennis, da una parte lei e dall’altra la storia di Sebastian, attore, coprotagonista dai sogni di cristallo. Fingere, fingere, e ancora fingere per scoprire alla fine che la verità era sempre stata lì, aveva solo bisogno di essere recitata, mascherata, abbellita, vissuta come su un set. Quello di Lola è un viaggio per molti versi iniziatico, un’esplorazione interiore indispensabile al raggiungimento della maturità. Il lettore potrà rispecchiarsi nelle luci e nelle ombre che emergono dal romanzo, luci e ombre che fanno parte della vita.
Aspro in certi passaggi, diretto, realista ai massimi livelli, nel linguaggio crudo e immediato, nella capacità descrittiva di situazioni, emozioni, pensieri, il romanzo della Rumori si tinge altrove di sogno e romanticismo, si stacca lieve dalla cruda realtà, per poi ripiombare in essa magari poche pagine dopo.
Mai volgare, l’autrice dimostra di saper dominare la penna e il pensiero.
Un libro profondo, nella sua apparente leggerezza, un romanzo che lascia il segno.
Un testo che induce alla meditazione e parla a ognuno di noi.
Indossare maschere conduce a conoscere l’essenza reale e profonda dell’Io.
Fingo per conoscere me stessa, potrebbe essere il sottotitolo di quest’opera. Una lettura consigliata, per sollevare veli e trovare risposte.
colta l’essenza del romanzo, grazie a chi lo ha letto
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