“Avevo finalmente modo di misurare la mia effettiva voglia rimettermi in gioco, dimostrare ancora una volta quanto valessi come giornalista sportivo. Ero curioso di sapere dove mi avrebbe condotto quella strada…”
1958.
Alf Ericsson, giornalista sportivo, complice alcool e una vita sregolata, scrive da tempo solo per la cronaca del giornale.
Il nuovo incarico sarà quello di intervistare la famosa attrice Ingrid Bergaman, in vacanza a Fjallbacka, un piccolo villaggio di pescatori, dove l’attrice amava soggiornare quando visitava la Svezia.
Alf, lascia così Stoccolma per intraprendere un viaggio non solo di lavoro, perché l’intervista ad Ingrid Bergaman, pur riscuotendo successo al giornale, sarà un trampolino di lancio per la sua vita e quella di un famoso ex giocatore Ragnar Jakobsson, il quale denunciato per violenza che poi si rivelerà un evento non fondato, ha visto in poco tempo crollare il suo mondo e la sua carriera e così si era nascosto in quella piccola cittadina con il solo nome Jacob. Fjallbacka, è il luogo in cui Alf incontrerà Elin, è il luogo in cui aprirà un vaso di pandora, scoprendo pian piano dolori, tradimenti, sogni infranti, speranze sopite e scoprendo un altro Alf. Un Alf, assolutamente non fiero del sua vita precendente, la storia con Anna fatta di tradimenti e bugie, il non voler ritornare più a Stoccolma, la voglia di riscattare Jakobsson e la sua carriera, con la consapevolezza che intraprendere una nuova strada richiede coraggio e rischio.
“Uomini in sospeso, il cui filo prima o poi si tende e che devono abilmente evitare che si strappi. Uomini che cadono da un cornicione, uomini che perdono l’amore di una vita, uomini che fuggono, ora soltanto un angelo, se non è troppo triste, può riannodarlo quel filo”
Come è nel mio stile, mi fermo qui perché non amo cadere in spoiler, quindi lascio a te lettore la curiosità di scoprire la storia di Alf, una storia che racchiude più storie tutte da scoprire e capaci alla fine di sciogliere quel nodo iniziale e “ricominciare”.
L’incontro con Ingrid Bergaman molto interessante, ci proietta nel mondo del jet set di quegli anni, cinematografico e un pò folle nel suo contesto e la parentesi calcistica, non deluderà gli appassionati di calcio..
Lo stile di Danilo Marigo, diretto e scorrevole, racconta gli eventi con vena quasi giornalistica, non dimenticando di curare dettagli e descrizioni paesaggistiche e le immagini all’interno del libro, sono di grande aiuto per poter entrare ancora di più nelle pieghe del libro.
Buona Lettura.
Ilaria Grossi per Fleurs du mal Blog letterario