Natascia torna, più brillante che mai e torna parlandoci di un genere a lei caro la fantascienza. Fabio Carta è sicuramente il migliore esponente contemporaneo di questo genere, per nulla facile e spesso considerato di nicchia. Con una capacità comunicativa fuori dal comune, che coniuga lo stile narrativo antico ( si sente la notevole influenza di Verne) e moderno totalmente originale, Fabio non crea solo mondi, crea una particolare a interessante interpretazione dei fenomeni moderni impiantati su mondi lontani anni luce, ma vicini alle nostre ossessioni postmoderne.
Potrei parlare ore e ore di questo grande artista, ma lascio il posto a una voce forte e poetica che condivide con Fabio lo stesso fuoco talentuoso che io cerco nei libri.
Buona lettura!!
Alessandra
Fabio Carta non è solo fantascienza, ma anche epica.
Ed è epico questo terzo volume della storia di Karan che riparte da dove si è interrotta con il secondo volume. Tuttavia le vicende raccontate in questa parte della storia sono più cupe. Carta si concentra infatti sulla violenza degli scontri e della guerra che avvelena sia i combattenti che il mondo intero, spogliandolo degli elementi positivi. Non c’è più traccia della nobiltà sottolineata nel primo e in buona parte del secondo volume, dei valori della cavalleria, l’onore. Ormai la preparazione è lasciata alle spalle, come la speranza.
Guerra è guerra, non c’è fantascienza che possa cambiare la definizione data da queste sei lettere. Per quanto i combattenti siano potenziati dalle macchine e da nuove conoscenze, non c’è niente di diverso nella trincea. Lo sforzo, il logoramento del campo di battaglia traspare dalle pagine di questo volume. Fabio è bravo a raccontarlo con il suo stile meraviglioso, che sa di antico, medievale, epico.
Ma non è solo il campo di battaglia ad avermi colpito – le descrizioni degli scontri sono meravigliose, dettagliate, tanto da trasportare chi legge a pochi passi dai protagonisti – ma è l’effetto che questi hanno sul mondo intero, sulle persone che non c’entrano niente con Lakon o Karan, su quelli che vivono le conseguenze di un mondo in tumulto.
E sono proprio i civili a pagare, come del resto accade in ogni guerra che il mondo ha realmente conosciuto. La fantasia di Carta e la sua potente capacità di realizzarla ci fanno riflettere, pensare su quello che è concreto e che spesso ci troviamo a ignorare.
La profondità dei personaggi è uno dei maggiori punti di forza della serie.
Karan, Lakon e gli altri comprimari sono diversi e narrati in maniera completa sia attraverso i dialoghi con cui si raccontano, sia attraverso le loro azioni.
Karan è un protagonista complesso, umano, fallibile, che viene segnato a fondo da ogni evento vissuto. È un eroe con i suoi limiti e le sue debolezze. È molto reale e comprensibile, senza esagerazioni o idealizzazioni. È un uomo che combatte qualcosa di più grande di lui.
Ho già parlato, anche se solo accennando, dello stile dell’autore, epico, aulico, adatto al racconto di leggende e grandi battaglie.
Molto scorrevole e completo, restituisce immagini e situazioni in maniera efficace, lasciandosi leggere con estrema scorrevolezza.
Se avete letto i primi due volumi, amerete anche questo e l’evoluzione della storia.
Se ancora non avete conosciuto la serie Arma Infero e siete appassionati sia di fantasy che di fantascienza, iniziatela.
Vale davvero moltissimo.