Irene è la giovane protagonista del romanzo d’esordio di Flora Vona.
La storia ci proietta nei primi anni del novecento in una Ginevra, elegante, raffinata e senza tempo. Irene è cresciuta in un’orfanotrofio, ritrovata da una giovane signora, Sara Blanc, la quale non ha mai smesso in tutti quegli anni di scrivere e chiedere sue notizie. Irene sboccia pian piano come una rosa, da adolescente a donna, inizia a sentire forte la voglia di uscire dal convitto e trovare un posto nel mondo e seguire il suo più grande sogno, diventare un’attrice. Il tutto supportato da George, insegnante di arte scenica, uomo affascinante e carismatico che introduce Irene nel teatro con passione e saggi consigli.
Irene è segretamente attratta da George. Irene decide di lasciare così il convitto, di abbandonare quella sorta di gabbia che inizia a soffocarla per la sete di libertà e il suo primo incontro sarà scandito dalla presenza di Sara Blanc che l’accoglie come una figlia, le racconta il suo passato, la sprona e le suggerisce preziosi consigli di vita. Sara, “metà luna, metà sole” rappresenta per Irene non solo un’amica, una confidente, anche quel sostegno affettivo mai ricevuto da un’infanzia negata e senza genitori.
L’abbandono è il fil rouge che lega la trama narrativa, perché Irene dovrà affrontare più abbandoni.
L’incontro con Eduard, suo sostenitore e ammiratore, spazzerà via temporaneamente quelle nuvole che ingombranti rendono infelice l’anima di Irene. La vita è brava a cambiare le carte all’improvviso e un nuovo dolore toccherà la vita di Irene. La luce, arriverà grazie a Suor Maria Agatina, incontrata al monastero di Sales, per ricominciare senza perdere la speranza, le affida il ruolo di educatrice presso la famiglia Fremoit, qui conoscerà il piccolo Stefan e il nonno Francois, uomo di grande cultura ed estremamente apprensivo nei confronti del vivace nipote. Ci sarà una sinergia tra Irene e Francois, suggellata dal potere della scrittura, catartico e curativo.
Lo stile di Flora Vona è diretto, fluido, curato nei dettagli e nella scelta delle parole, profondo nelle parentesi poetiche, il lettore seguirà capitolo dopo capitolo la storia di Irene, seguirà con trasporto il suo percorso, Irene è una protagonista che amerete e avrete voglia di abbracciare alla fine del romanzo.
Lei è “una piccola grande donna” che insegue con passione e amore i suoi sogni, nonostante i vuoti dell’abbandono e le ferite dell’anima. Per Irene e per tutte quelle donne che in Irene troveranno un pezzo di sé, le mie parole conclusive sono quelle prese in prestito dal grande Gino Paoli:
“Senza fine tu sei un attimo senza fine non ha ieri non hai domani Tutto è ormai nelle tue mani, mani grandi mani senza fine…”
Complimenti Flora, per il tuo primo esordio con l’augurio che sia l’inizio di un nuovo percorso costellato da tante stelle e momenti di grande felicità, i sogni sai chiedono coraggio, sempre.
Buona Lettura
Ilaria Grossi per Les Fleurs du mal blog letterario