“To lodge” in inglese significa alloggiare, ospitare e indica un luogo dove molte persone possono riunirsi per stare insieme. Da qui deriva il significato di Loggia, inteso come luogo di riunione dei massoni. La Massoneria deriva il suo nome dalle associazioni muratorie inglesi: “Massons Guilds”. I membri di tali associazioni avevano ottenuto fin dal Medioevo privilegi e franchigie, assumendo l’usuale denominazione di “Franchi Muratori” (Francmassons) ossia non più dipendenti, ma lavoratori affrancati e liberi. Per la continuazione tra di essi di gente esperta nelle generazioni, andò affermandosi l’idea della costruzione di un Tempio ideale, ispirato al biblico tempio di Salomone. Col tempo, ai membri esperti del mestiere fisico andarono sostituendosi elementi estranei, come alchimisti ed elementi religiosi eterodossi che introdussero figure simboliche e forme ritualistiche. Dopo la Riforma protestante del XVI secolo si accentuò progressivamente il passaggio dalla tipica forma “operativa” a quella moderna, detta “speculativa”. La Massoneria trovò la sua conformazione moderna di aggregato segreto di persone con la fondazione della prima Gran Loggia in Inghilterra nel 1717. Questa era intesa dai suoi componenti come una “fratellanza” e non una “società”, per il senso di affratellamento che unisce i suoi membri. “Questo le ha attirato,” come scriveva nel 1988 Giordano Gamberini, che è stato per nove anni gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, “l’ostilità dei potenti. La diffamazione e la calunnia, come pure le trame politiche nascoste all’ombra di qualche loggia deviata, hanno fatto sì che Essa si rivelasse efficace non tanto nell’allontanare i buoni quanto nell’attirare i cattivi”.
E’ quindi con questo spirito che ho accettato l’offerta di un parente, affiliato ad una loggia della mia città forse col segreto proposito di attirarmi tra le fila dei suoi membri, di visitare il luogo destinato alle segrete riunioni dei fratelli della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato. Questa Loggia è ospitata in un prestigioso palazzo nobiliare del XVIII secolo, posto in una famosa strada a due passi dal Duomo. L’ingresso mi è sembrato quello di un normale edificio costituito da molti appartamenti, con il suo anonimo portone e la regolare pulsantiera alla porta. Stranamente non vi sono cognomi di condomini ai campanelli, ma non vi faccio molto caso. Appena entrato mi si presenta una vasta sala, com’era d’uso nel piano nobile dei palazzi antichi. Alcune porte si aprono sui tre lati dell’ingresso. Da queste si accede alle vere e proprie Logge, le stanze dove i Massoni si riuniscono a rotazione una volta ogni quindici giorni. Il luogo viene generalmente chiamato “Loggia”, ma questo ambiente ne ospita abitualmente molte dai nomi differenziati.
Un anfitrione gentilissimo mi accompagna nella visita, mostrandomi le varie sale e salette. Quello che mi colpisce subito è la ridondanza di oggetti simbolici e di lettere incise su mobili, arazzi e gonfaloni. Ma vediamo nel dettaglio quali sono: la stanza si presenta come un coro di una chiesa, con panche in prima e seconda fila per gli Apprendisti Introdotti e i loro Compagni d’Arte, ossia coloro che danno i primi rudimenti dei principi massonici ai neofiti. La seconda e la terza fila è invece riservata ai maestri dei molti gradi superiori, dal terzo in su. Ogni grado è contraddistinto da una parola sacra della quale è raffigurata solo la sua iniziale.
I Gradi sono nominalmente 33, ma nelle promozioni alcuni vengono saltati.
Appena mi accingo a varcare la soglia del Tempio, mi trovo in mezzo a due colonne su cui sono incise la lettera B e la J le quali sono illuminate da due astri, il sole e la luna. Le colonne rappresentano quelle del Tempio di re Salomone. La simbologia massonica si ispira ad un capitolo particolare della Bibbia. La costruzione del tempio di re Salomone. opera dell’architetto inviato da Hiram, re di Tiro (I Re 8, 22 – 53). Capisco che la lettera J può significare Jehova, ossia Dio, ma mi sfugge il significato della lettera B. Nessuno dei miei accompagnatori, d’altronde è disposto a spiegarmi alcunché, sono un profano senza nemmeno la vocazione. Proseguendo il cammino, calco un pavimento a scacchi bicolore, bianco e nero (simbolo della dicotomia Luce – Tenebra?) e noto la presenza di due scranni riservati ai Sorveglianti, vicino ai quali sono poste le due state raffiguranti Ercole e Venere (il maschile e il femminile).
Una fila di candelabri, posti in fila di tre, due, uno, conducono al fondo della stanza dove su un tavolino è posata una Bibbia. Una balaustra divide la loggia in due parti. Sulla parete al fondo della sala, vedo il Delta Luminoso (Unità Androgina), posto tra il sole e la luna e sovrastante il trono del Maestro Venerabile, nei pressi del quale si trova la statua di Minerva, simbolo di saggezza, insieme ad Ercole, la forza e a Venere, la bellezza. L’ambiente è pregno di una profonda simbologia che mi sfugge e della quale riesco a cogliere solo il significato più culturale. Il tetradramma G.A.D.U. sovrasta il tutto e il suo significato è chiaro: Grande Architetto Dell’Universo che è un concetto astratto, in quanto la filosofia massonica esclude l’esistenza di un Dio come lo intende la religione cristiana. La visita continua in un’altra stanzetta, completamente buia, arredata solamente da un tavolo su cui è posato un teschio ed una candela. E’ la stanza della meditazione. L’apprendista deve stare in silenzio, ripensando a quanto gli è stato insegnato e intuendo, o per lo meno lambendo, il segreto significato dei simboli. Deve studiare, applicarsi e acquisire le verità insegnate: d’altronde cosa potrebbe dire il discepolo alle prime esperienze? Può solo stare in silenzio e meditare.
Andiamo avanti e giungiamo alla sala dove i Fratelli, col volto coperto, si mostrano all’apprendista. Questi deve rinascere alla nuova vita, viene quindi coricato dentro una bara per poi risorgere alla nuova vita di fratello apprendista. Ovviamente non conosco nello specifico i riti di cui mi hanno parlato, ma il senso della cerimonia è chiaro: Morte alla vita materiale e Rinascita alla luce della verità massonica.
Alla fine del nostro giro vedo in un corridoio vicino all’uscita innumerevoli gonfaloni con emblemi araldici che simboleggiano l’itinerario iniziatico alla ricerca di una verità perduta: sono raffigurate aquile bicipiti, corone, i grembiuli caratteristici indossati nelle riunioni dai membri poi gli oggetti del mestiere dei muratori come martelli, scalpelli, cazzuole, la tavola da tracciare, la squadra ed il compasso ed infine, onnipresenti, raggiere auree che circondano misteriose lettere in alfabeto latino o ebraico. Non possono mancare il tempio di Salomone, candelabri a sette braccia e le Tavole della Legge recanti i segni della tavola di lavoro dei Liberi Muratori. Prima di congedarmi, i miei accompagnatori mi regalano alcune riviste e si raccomandano che le legga attentamente, per sfatare gli equivoci e le maldicenze di cui i Massoni sono oggetto. Esco con la testa confusa. Questo strano mondo di simboli mi sembra così lontano dalla mia realtà materiale e pare impossibile che, dietro la parete dell’edificio davanti al quale ho camminato distrattamente innumerevoli volte, si nascondano segreti e suggestioni capaci di meravigliarmi così tanto.