“Come una randagia” di Anna Serra, Les Flaneurs edizioni. A cura di Ilaria Grossi

come una randagia.jpg

 

 

Ci sono incontri destinati a scalfire l’anima per sempre.

Sul bus 55, Emma giovane architetto torinese, incontra tra la diffidenza e il disgusto della gente, una senza tetto che senza esitare un attimo la guarda e le pronuncia premonizioni “di incidenti e morte”.

Emma resta profondamente turbata dalle sue parole, intrise di paura e angoscia, sembrano annunciare qualcosa di più grande ed imprevedibile.

Dopo l’abbandono del compagno Tommaso, Emma decide di partire per Amatrice, cercando rifugio a casa della nonna Vittoria.

Quella maledetta notte, le case si trasformeranno in buchi neri, dove nulla somiglia più ad un rifugio, dove nulla è più capace di proteggere ciò che inghiotte la terra in quei terribili e tragici minuti. In quel limbo di vita e morte, tutto scorre davanti agli occhi, ricordi e gli ultimi mesi della propria vita.

Una vita che ricomincia, nonostante le crepe che porterai dentro come quelle delle case, ricordo di fragilità e della precarietà di un attimo che non puoi fermare. Ritornare in piedi, sarà un percorso che riporterà Emma dove tutto è iniziato, sul bus 55 e l’incontro con la senza tetto. Si chiama Maddalena ed ha una storia dolorosa da raccontare.

Sono forti i temi toccati dalla scrittrice Anna Serra, il tragico terremoto di Amatrice e tutto il carico di dolore, paura per il futuro e quel senso di precarietà fortemente radicato in eventi imprevedibili come il terremoto, dove in una frazione di secondi si sgretola tutto… le case, la vita e i ricordi.

Maddalena, la clochard con il vestito di indifferenza cucitogli addosso da una società che guarda con disprezzo e che evita come un cane randagio.

Con uno stile fluido e armonioso, l’autrice è stata capace di mettere assieme con profonda sincerità una storia che intreccia più sfumature della vita senza banalizzazioni, anzi portando alla luce la dicotomia che la caratterizza, da una parte la fragilità e la precarietà, dall’altra quella forza di andare avanti, motore della vita stessa.

Complimenti.

Buona Lettura

Ilaria Grossi per Les Fleurs du mal blog letterario

 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...