In occasione dell’imminente Corsa del Palio della settimana prossima, ho scritto questo interessante articolo che spero piacerà a tutti e soprattutto ai senesi.
Il Palio di Siena, che è forse la manifestazione storico-folcloristica di maggior richiamo nel mondo intero, viene tenuto due volte l’anno.
Com’è noto, consiste in una corsa sfrenata di cavalli che rappresentano dieci delle diciassette Contrade, cioè i quartieri nella quale è divisa la città.
Il “contradaiolo” sente un profondo attaccamento verso i colori della propria Contrada e ogni due luglio e sedici agosto si immerge in un tripudio di bandiere e di gonfaloni con i colori biamco e nero del Comune. Su tutte le finestre, ogni famiglia espone i colori della propria Contrada.
L’origine delle 17 Contrade che sono: l’Aquila, la Chiocciola, l’Onda, la Pantera, la Selva, la Tortuca, la Civetta, il Leocorno, il Nicchio, la Torre, il Valdimontone, il Bruco, il Drago, la Giraffa, l’Istrice, la Lupa, l’Oca, risale al XIII secolo ed è legata all’origine della Repubblica di Siena.
A quell’epoca, la città era divisa in Terzi: il primo detto “di Città”, il secondo detto “di San Martino” e il terzo detto “di Camollìa”, derivato dal latino “casa mulierum” – casa delle donne – a causa di un convento di monache situato in quel borgo.
Sin dal XII secolo era usanza, il 15 agosto, correre a cavallo per i vicoli stretti e tortuosi della città in onore della Madonna. Tale manifestazione si protrasse fino al 1861 quando fu soppressa per la sua pericolosità.
Nel secolo XV le Contrade, suddivisioni dei Terzi, iniziarono a contraddistinguersi con emblemi simboleggianti un animale, vero o fantastico. Questo nuovo “gioco” entusiasmò i senesi che vollero circondare i loro cari animali di colori e disegni fantasmagorici, creando così le bellissime bandiere che possiamo ammirare durante l’esibizione degli sbandieratori sulla Piazza del Campo.
In origine le Contrade erano ventitre e ciascuna di esser forniva una Compagnia militare che prendeva il nome da un santo o da un edificio del quartiere, pubblico o privato, e issava una propria insegna.
Di queste Contrade, sei furono via via soppresse durante il ‘600 per dare un assetto meno parcellizzato e più razionale alla suddivisione della città.
Le Contrade soppresse erano: “Il Gallo”, “il Leone”, “l’Orso”, “la Quercia”, “la contrada degli Spadaforte” e “la Vipera”.
L’abolizione di queste Contrade è fatta risalire collettivamente all’anno 1675, tuttavia ciò è poco probabile poiché, tenuto conto di quanto contenuto nel “Libro di Balia” che registrava ogni avvenimento di cronaca o di ordine pubblico, queste Contrade erano già inattive prima di quella data.
Interessanti sono gli avvenimenti che portarono alla cancellazione della Contrada degli Spadaforte. Il suo nome deriva da uno dei Signori di Sticciano che aveva un palazzo nella zona. La Contrada ebbe origine dalla Corporazione dei Battilana.
La sua nascita ebbe una vicenda travagliata: il 23 giugno 1673 fu presentato in Balia (cioé all’autorità di polizia) da parte della Contrada della Torre, un esposto in cui si accusavano gli abitanti di San Martino, ove sorgeva il palazzo dei Signori di Sticciano, di volersi costituire in Contrada degli Spadaforte.
La contesa deve essere andata avanti per anni; infatti, ancora due anni dopo, gli Spadaforte si presentarono al Prato di Camollia (zona preposta all’assegnazione dei cavalli del Palio) per ricevere il cavallo per correre il Palio.
La Balia in quell’anno, per evitare disordini e conoscendo la prepotenza dei Signori di Sticciano, decise di non correre il Palio ma di offrirlo alla Madonna di Provenzano.
La statua d’origine quattrocentesca si trova nel duomo nel quartiere di Provenzano e a questa è dedicato il Palio del 2 luglio.
I Signori di Sticciano non si rassegnarono così facilmente alla decisione dell’autorità senese e tentarono a lungo di partecipare al Palio.
Ancora nel 1693, cioè ben vent’anni dopo il primo rifiuto, gli Spadaforte chiesero nuovamente di correre il Palio ma fu loro proibito definitivamente.
Le Contrade soppresse sono oggi comprese nei quartieri limitrofi e, a quanto se ne sa, nessuno rivendica più un’improbabile risorgimento.
Con questo articolo s’interrompe provvisoriamente, causa vacanze estive, la mia collaborazione con il Blog.
Vi do appuntamento per settembre con tanti altri interessanti e divertenti articoli.
AUGURO A TUTTI: BUONE VACANZE!
Alfredo Betocchi