“Un lupo speciale e altre creature fantastiche” di Matteo Piermanni. A cura di Alessandra Micheli

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Ogni volta che mi trovo a recensire il libro di un giovanissimo autore il mio cuore fa salti di gioia.

In queste nuove leve, ritrovo tutto ciò che secondo il mio umile parere, deve contenere la letteratura per preservarsi dal disastro ultimo: la sua scomparsa.

I giovani, con la loro linfa vitale e la caparbietà di portare avanti i propri sogni a discapito di un mondo che li snobba, sono l’ultima, estrema salvezza di questo mondo di carta cosi immaginario eppure cosi reale.

Mentre gli autori che si sentono cosi importanti, cosi degni di ogni nostra reverenza, si pavoneggiano pomposi alle fiere o negli scatti di instagram orgogliosi del loro orrendo vituperare l’arcano mondo della narrazione, i ragazzi invece pensano solo a sognare.

E so che per noi avvezzi al dio successo, alla quantificazione degli sforzi artistici, consideriamo il mero atto di sognare una perdita di tempo, divertimento per i fannulloni.

Quante volte ho dovuto ascoltare orribili parole come si è uno scrittore solo se si vende, solo se si pubblica, se ti leggono ti seguono e ti ammirano.

Parole che come lame affilate feriscono la musa Calliope, e che rendono l’arte semplicemente pubblicità e marketing e che sanciscono il divorzio blasfemo dal regno delle idee, dal regno del numinoso dove i semi attendono di divenire libri.

E cosi abbiamo stili a volte pomposi che rinnegano il loro sovrano, il significato, ridendo in faccia all’etica, dileggiando l’impegno morale e sociale, e donando ai lettori assonnati, ipnotizzati dagli spot pubblicitari, altro non sono i vostri libri, stili granitici aridi, privi di afflato poetico.

Privi di contenuto è vero ma anche con una venerabile lingua ridotta all’osso, resa fruibile ma privata del suo simbolismo originario.

Ogni parole è dolorosamente livellata fino a essere univoca, senza più quella forza archetipa di un idioma cosi ricco, cosi sfaccettato, cosi pieno nei suoi avverbi, nelle sue proposizioni non solo dei secoli passati ma delle tante, importantissime influenze culturali.

E cosi tutti libri uguali che donano al lettore non la chiave per il proprio io profondo, per quella porta custodita dall’orrendo Barbalu laddove si celano i significati più profondi e fondamentali per l’uomo, ma meri bisogni primari, evirati dalla loro componente sacrale, ridotti a meri gadget da usa e getta.

Ecco che la letteratura pret a porter bussa alla mia coscienza, irrompono nel mio blog e diventano per me paragonabili alle bestemmie dentro una chiesa.

Il libro di Matteo, un piccolo grande uomo, cosi ricco di emozioni, cosi pregno di fantasia tanto da grondarne nelle pagine, accarezza l’inaridito cuore di questa signora che si è barricata,per difesa nel suo vecchio maniero gotico, in compagnia dei suoi eroi di carta come lei gementi in questo mondo che non li ospita più perché troppo ricchi di infodump.

Il suo mondo a differenza di tanti fantasy “commerciali” ossia di facile uso e di facile consumo, improntati più a venerare il dio della quantità (più vendi più sei cool) che alla bellezza della qualità, scorre come un gorgogliante fiume montano, disceso direttamente dalla cascata dell’interiorità, senza dighe, senza marciume, senza stagnazione.

Un ragazzo che non ha manie di grandezza, che oltre a scrivere eticamente e con uno stile che rasenta la perfezione (tanto che se fossi in voi grandiosi autori mi andrei a sotterrare) non ha manie di successo ma ambisce soltanto a comunicare la sua idea di mondo diverso, in cui l’etica prende il posto del dio Mammona, in cui l’impegno civile prende il posto della foto sui social.

I ricavati, pensate, servono per la beneficenza, una parola cosi astrusa per questo mondo scellerato.

Nel suo testo il mondo di fantasia è la proiezione dei desideri più inconfessabili che Matteo ha il coraggio di esprimere, fregandosene di essere controcorrente, anacronistico e scomodo: il rispetto per l’altro è la natura, l’importanza del sogno e del superamento della paura.

La capacità di sfidare i propri limiti e divenire eroe del proprio ristretto tempo, la creatività che va protetta e tutelata e l’amore per i libri capace di salvare il mondo onirico e al tempo stesso la nostra realtà di ogni giorno.

I suoi racconti affascinano e commuovono, coccolano l’anima e la stimolano, e ripropongono quei valori che lo stesso sant’Agostino definiva eterni.

Scontati diranno alcuni.

In fondo, si parla tanto di rispetto per gli altri e le altrui differenze, il rispetto per una natura che ci ospita e ci nutre.

Eppure, se fossero davvero cosi scontati, cosi conosciuti, così quotidiani li vedrei in ogni nostro giorno.

E invece, non osservo altro che violenza verbale, arrivismo sfrenato, egoismi, bisogni parziali e mai la rinuncia alla propria misera porzione di libertà, per onorare la comunità di cui si fa parte.

Vedo lotte fratricide non solo tra stati ma tra parti di una stessa nazione, tra paesi limitrofi, condomini e persino famiglie.

Non faccio altro che assistere a grandi discorsi a grandi apologie di valori, per poi vederli traditi ogni singolo, maledetto giorno.

E allora che questo ragazzo, questo favoloso uomo del domani, possa insegnarci, perché ne abbiamo bisogno, a vivere, ma vivere davvero e non sopravvivere in questa patetica e misera commedia dell’arte.

In questa pallida imitazione di grandezza, noi che siamo stati creati per nominare il mondo da un dio che vede solo sangue, sopraffazione, odio e arroganza.

E che forse per questo si è addormentato lasciandoci in balia delle nostre scellerate scelte.

C’è solo un luogo in cui ritrovare i volti sorridenti e fanciullini (tanto decantati dal buon Pascoli) dotati di freschezza, di meraviglia e di innocenza: il mondo dei sogni.

E sognare lo dobbiamo fare tutti.

Ma attenzione.

Ve lo insegna un ragazzo: sognare non significa sfuggire alla realtà.

Significa:

Il motivo della fine di questi viaggi era che il ragazzo stava crescendo e Sognolandia era la terra dei sogni dei bambini… Era arrivato il momento di iniziare a sognare come un adulto

Un adulto sogna grandi cose.

Un adulto può cambiare l’esistenza, far fermare il disastro, impregnarsi per un mondo più equo.

I suoi sogni di bambino divengono l’energia per dire no alla barbarie.

Le fate si trasformano in valori e aleggiano nel suo cuore spingendolo a urlare i suoi no all’arrivismo che desidera fagocitarlo.

I sogni sono quell’azione necessaria atta a cambiare il mondo e ad abbracciare l’universo.

Avrei voluto che a raccontare queste favole, fosse stato un adulto.

Perché oggi grazie a Matteo i miei occhi brillano, mentre gli uomini seri saggi, divengono burattini sempre più immobili, sempre meno autonomi.

E allora sono fiera di appartenere a quel mondo, che come lo ha definito Vecchioni, è fatto di comici spaventati guerrieri.

Hanno le vostre fandonie nelle orecchie 

conoscono le vostre facce di culo 

madri piene di tranquillanti 

padri che vanno sul sicuro

I ragazzi nascondono lacrime sospese 

come gatte gelose dei figli 

hanno un bagaglio di speranze deluse 

come onde che s’infrangono sugli scogli 

Hanno un mondo che avete storpiato ingannato tradito massacrato 

hanno un piccolo fiore dentro 

che c’è da chiedersi com’è nato 

e cercano di amare 

domani come ieri 

questi miei piccoli comici spaventati guerrieri 

e cercano di amare come uomini veri 

questi miei piccoli comici 

spaventati guerrieri 

 

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