“Jean” di Carlo Cavazzuti,Apollo edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Foto copertina del libro Jean

 

 

Mi accingo a scrivere questa recensione, mentre gli echi della rivoluzione francese e dei suoi ideali aleggia attorno a me.

E non nego che nel leggere le avventure di Marc E Jean mi ha suscitato una commozione profonda.

Perché loro, anche se nella fantasia dell’autore, hanno vissuto nei miei periodi storici preferiti, quelli che hanno formato la Alessandra che vedete oggi.

Idealista fino alla sfinimento, che libertà, uguaglianza (io opterei per equità) e libertà li ha tatuati nel cuore.

Le vicende umane dei due ragazzi, ardimentosi, sognatori, capaci di cavalcare gli avvenimenti di quei tempi lontani, si intrecciano con quei meravigliosi cambiamenti avvenuti nel lontano, ma sempre vicino 1789. Un evento che ci ha trasportato direttamente verso la modernità, che ha sdoganato concetti per nulla nuovi, ma sussurrati, per la loro straordinaria forza distruttiva.

Ecco che una storia d’amore innesca una serie di acute riflessioni in Jean il compagno del nobile conte, intelligente, sicuramente scapestrato ma dotato di un acume che lo rende più affascinante del suo fratello di latte. Eppure, un uomo del genere nell’ancient regime, non aveva assolutamente spazio.

Non era nobile.

Non poteva aspirare a altro che alla benevolenza del suo benefattore.

Non poteva mare fuori dalla sua ristretta cerchia “popolana”.

Non poteva persino risponder agli insulti, se non rischiando la vita.

Ecco che l’agitazione popolare, le nuove idee disuguaglianza nate dai grandi pensatori del tempo, dai filosofi, dagli intellettuali, sostenute da un popolo stufo, affamato, deciso a spodestare un re che aveva infranto il patto, diviene per lui ma anche per Marc un’opportunità.

E’ grazie a questo se da ragazzi divengono uomini. La sua storia d’amore può finalmente essere riconosciuta.

Ma, essa stessa, nata in seno alla rivoluzione, diviene testimone di una della orribile de potenzialità umane: quella di rovinare ogni conquista. Troppo pieno di se questo misero mortale, per rispettare e rendere omaggio ai suoi valori.

Troppo carico di atavici sensi di colpa per non avanzare fiera verso la naturale evoluzione delle idee, capaci di creare un utopico stato in cui il potere fosse a esclusivo vantaggio del popolo o del lavoratore.

Senza privilegi, ma solo con la forza della meritocrazia.

E cosi, la rivoluzione vede sfumare tutte le sue fondament, fino a degenerare nella più turpe brutalità.

Ma la storia non si fa gabbare.

Il progresso continua e la repubblica francese, il sogno di ognuno di noi, viene salvata da un grande generale, da un mito nonostante le sue imperfezioni, Bonaparte.

Riprende i valori e tenta di salvarli fino alla fine, donando libertà mai conosciute agli uomini di ogni nazione che tocca.

In questo meraviglioso ma di poca durata, scenario, Jean e la sua storia sembra rispecchiare gli alti e bassi di questo straordinario percorso, mai davvero concluso, perché gli ideali di Napoleone e della rivoluzione non sono mai morti a Waterloo.

Jean passa dall’essere entusiasta a quasi sopperire alla difficoltà di mantenere puri e alti ideali, persino il suo grande amore viene funestato da questo senso di stanchezza che sembra abbassare le difese.

Marc al contempo diviene come la sua controparte, laddove Jean crolla, Marc risorge.

E cosi entrambi appaiono parti di una stessa personalità, archetipi di quelle forze che si manifestano nell’uomo all’alba di ogni cambiamento: la speranza e la concretezza che contiene le passioni sfrenate che rischiano di travolgere ogni progresso.

Rileggo estasiata ogni pagina di questo libro.

E i brividi mi arrivano dritti al centro dell’anima.

Perché so, e lo confermo, che non è solo la storia romanzata di due grandi personalità che mantengono salda un amicizia vera, fatta di cooperazione, empatia e sostegno reciproco (un valore che nel libro risorge puro e brillante ai nostri occhi) che la rendono eterna, capace di superare le difficoltà, le differenze di status, di carattere e di ideali.

Ma perché dentro questo stupendo libro, ci sono tutti quei valori che oggi scarseggiano in questa società disperata.

In questo oscuro antro spossato, stremato.

Questi tempi che hanno bisogno di un altra rivoluzione.

La nostra.

 

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