“I cartoni animati e i fumetti giapponesi (conosciuti come anime e manga in Occidente, termini che in realtà in lingua nipponica indicano il fumetto e le opere di animazione in genere) hanno rappresentato un’importante novità nel panorama culturale italiano degli ultimi trent’anni, inizialmente incontrando parecchia indifferenza (se non aperta ostilità) per poi, in tempi più recenti, anche grazie allo sviluppo di Internet e all’interesse di giovani autori “cresciuti” con loro, trovare maggior attenzione e “legittimazione”. Indubbiamente si tratta di prodotti culturali variegati, talvolta veri e propri capolavori, talaltra opere commerciali mediocri se non pessime, indirizzate e pensate per pubblici differenti, che hanno comunque saputo veicolare aspetti, valori e temi propri della cultura del Sol Levante, segnando in modo più o meno incisivo l’immaginario di molti giovani (e ormai, anche di non più giovani) occidentali.”
Nel bene o nel male, il Giappone rappresenta una larga fetta dell’immaginario collettivo mondiale.
Benché biasimate, viste come dannose o palesemente snobbate, le opere di intrattenimento nipponiche hanno fatto il giro del mondo più e più volte, vendendo milioni di copie, facendo share, creando merchandising, sviluppando una schiera di appassionati senza distinguo di età, ceto o estrazione culturale.
Ormai, anche il più disinteressato sa chi è Goku, e ben pochi ignorano nomi come Mazinga o Sailor Moon.
Al pari dei super-pompati fumetti made in Usa, i manga giapponesi hanno colonizzato generazioni di menti, creando spiragli di apertura anche in case dove la frase “sta robaccia cinese” (NdT. “qualsiasi oggetto, prodotto, testo creato più a Est di Brindisi”) viene usata per spregiare la lettura/la visione di – ormai – grandi classici del nostro tempo.
Come secoli fa la cultura Greca diede spunti per l’immaginario di tutto il Mediterraneo, e quella anglofona ha prepotentemente invaso il nostro modo di vedere il mondo, dagli anni ’70 del secolo scorso si è assistito al pervasivo montare di una nuova visione, una nuova cultura narrativa: un nuovo oceano di immaginario, fino a quel giorno ignorato e isolato in uno sperduto arcipelago dell’Oriente.
Non credo esista un equivalente nella Storia moderna.
Nemmeno Hollywood è riuscita a fare tanto e in così poco tempo.
Il Giappone, nella sua ricerca della perfezione universale, ha conquistato il mondo con le sue storie, con il suo stile, con i suoi kami.
E benché nessun gaijin (straniero) riuscirà mai del tutto a comprendere la sua vera natura culturale, oggi possiamo ben dire che una contaminazione è avvenuta, e che l’immaginario di tutti non sarà più come prima.
Grazie ai manga, e agli anime.