“Tela di tenebre-Resurrezione” di Antonietta Filaci. A cura di Chiara Iuccy Linaioli

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Marcus è un cacciatore di vampiri in un mondo ormai asservito a questa razza predatrice. È un duro e puro, un immune, guidato da un giuramento ancestrale per cui nulla – se non la morte – lo fermerà dal suo scopo: sterminare i Notturni. Ma queste solide certezze vacillano quando incontra Eva: giovinetta appena mutata che decide di risparmiare.”

 

È l’incipit di un romanzo che prelude al dispiegarsi – innanzitutto – di un’avventura. Facendo l’occhiolino al romance sovrannaturale, sviluppa una narrazione ricca di colpi di scena.

L’autrice è brava a raccontare: il succedersi di pericoli, battaglie e complotti muovono i due protagonisti a ritmo serrato.

È dunque un romanzo d’azione?

Sarebbe limitante definirlo tale.

Antonietta Filaci ha una mano felice. Legge molti autori blasonati di genere e si sente: le sbavature nella trama sono poche, le descrizioni essenziali (funzionali), il pathos rimane alto.

Forse, troppo: come nei film d’azione, il continuo succedersi di situazioni critiche anestetizza la lettura, ma non l’interesse. Chi ha amato il Sanderson di “Mistborn” e “Steelheart” sa di cosa parlo.

Unico neo – probabilmente limite personale di chi scrive questa recensione – è la storia d’amore fra Marcus ed Eva: citofonata e predetta dal primo scambio di sguardi. Lo schema è quello. Lui, rude e inflessibile. Lei, bellissima, giovane e in difficoltà.

La “donzella in difficoltà”, tuttavia, grazie alla mutazione in vampiro, assurge a poteri che il Cacciatore sogna. Malgrado ciò, la dinamica di coppia resta sempre “qualcuno mi aiuti”.

L’impressione personale è che al personaggio verrà concesso uno sviluppo reale soltanto nel libro/nei libri successivi.

Quanto a Marcus, duro e puro, si disfa rapidissimamente dai pregiudizi arcaici a cui è stato indottrinato allo sbattere di ciglia degli occhi smeraldo della co-protagonista.

Ciò troverebbe giustificazione in parte nel ruolo usurante di cui l’uomo è rivestito da 30 anni, nella solitudine ininterrotta, nell’anelito umanissimo a trovare un briciola di conforto in una terra ostile dove regnano morte e paura…

L’autrice gioca con i cliché di genere, li porta al limite quindi li svecchia, rendendoli funzionali a una regia sapiente.

Non c’è dato sapere quale sarà il progetto completo del suo lavoro. Certo è che non farà annoiare i suoi già numerosi fans.

Per chi ama il cinema e il ricco filone dei Notturni, da Dracula a Van Hellsing, passando per Twilight, senza per questo accontentarsi dei soliti stereotipi, ma anzi anelando a una visione nuova, questo è il vostro libro.

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