Cinque racconti, cinque protagonisti per Tempo curvo a Krems.
Ciascun protagonista è come sospeso tra finzione e realtà, tra passato e presente, tra i ricordi e l’ineffabile futuro.
Il ricco e anziano industriale che si spoglia finalmente delle sua passata vita, fatta di interminabili giornate di lavoro, incontri, decisioni, responsabilità.
Il maestro di musica in conflitto “metaforico” con il suo allievo arrogante. Ad una serata d’onore, uno scrittore si sente estraneo e fuori dal mondo della letteratura. Un viaggiatore a Krems, si sente in balia del tempo e delle sue oscillazioni, tra passato e presente, tra ricordi e il rimpianto di quello che forse non è mai stato.
L’ultimo racconto è assai particolare, un sopravvissuto alla Grande guerra osserva da dietro le quinte, le scene di un film che dovrebbero ricostruire una vicenda legata alla sua gioventù, ma non si riconosce come non riconoscerà i suoi amici e quella ragazza tanto adorata e corteggiata da tutti.
Il fil rouge è lo scorrere del tempo, un tempo che spesso non aspetta, scorre inevitabilmente come fiume in piena, a volte è come sentirsi sospesi, a volte in balia degli eventi e dei cambiamenti, ma tutto passa con la consapevolezza che
“le pagine invecchiano come le cose vive: fanno orecchie d’asino, si sgualciscono, avvizziscono. Come la mia pelle”
“Amare, sinonimo di essere, verbo difettivo che conosce solo l’infinito presente”
“Quando, dunque, adesso?
Sempre, che a volte è solo un secondo, dice Bianconiglio ad Alice”.
Lo stile di Claudio Magris avvolge e rapisce i tuoi pensieri, il ritmo narrativo in alcuni racconti è stato un po’ lento ma è un libro che mi sento di consigliare a chi interessa in particolar modo il tema dello scorrere del tempo.
Buona Lettura.
Ilaria Grossi per Les Fleurs du mal blog letterario