Il Natale è fra tutte le feste dell’anno quella più amata e più desiderata. Chi non ricorda, con una punta di nostalgia e tenerezza, le vigilie trascorse da bambino ad aspettare una magica apparizione che reca con sé doni tanto desiderati?
In tutto il mondo occidentale la festa ha conservato intatta il suo fascino, anche se essa ha perduto molto del suo significato religioso. Pur scristianizzato, il Natale ha comunque la sua incantata dimensione, sostituendo al bambinello un allegro Babbo Natale, figlio del consumismo e della Coca Cola.
Il Natale è la festività che più affonda le sue radici nel nostro paese. Essa era citata nel più antico almanacco cristiano in uso a Roma nel IV secolo d.C. Era indicata proprio la data del” VIII Kalendas Januarias” – cioè il 25 dicembre – per indicare la nascita di Gesù.
Prima dell’era cristiana la data del 25 dicembre indicava la festa del “Sol Invictus”, divinità solare introdotta dall’imperatore Aureliano (270-275 d. C.) per onorare il caldo astro. La nostra stella inizia proprio in quei giorni, infatti, ad allungare le ore di luce.
Prima del IV secolo le date indicate per la nascita di Gesù erano le più svariate: 28 marzo, 18 aprile o il 29 maggio.
Nella Chiesa orientale il Natale si festeggiava il 6 gennaio, facendola coincidere con una antica festa gnostica (Lo gnosticismo è una corrente ereticale del giudaismo).
La Chiesa di Roma, preoccupata dalla straordinaria diffusione dei culti solari introdotti da Aureliano, pensò di celebrare nello stesso 25 dicembre il Natale di Gesù, visto come unico sole per il credente. Lentamente nella mente della gente si fece strada l’idea dell’identificazione del “Sol invictus” con il Signore dei cristiani.
Da Roma, l’idea si diffuse in tutta la cristianità e, a poco a poco, conquistò anche l’oriente ortodosso. In Italia mille paesi iniziarono a festeggiare il Natale con manifestazioni folkloristiche, per lo più con rappresentazioni della Natività.
In Piemonte a Vercelli e a Viola (Cuneo) si sfila per il paese in costume dando vita a un bellissimo Presepe vivente.
Lo stesso avviene a Chambave, in Val d’Aosta, dove i paesani non hanno nemmeno il bisogno di travestirsi: i loro costumi tradizionali sono molto simili a quelli dei pastori del presepe.
In Lombardia, a Canneto di Mantova, viene fatta una suggestiva fiaccolata della Pastorella con canti tradizionali.
A Laveno sul Lago Maggiore, alla vigilia di Natale, viene allestito un “Presepio sommerso e illuminato” che lascia a bocca aperta chiunque passi di lì.
In Trentino si tengono i tradizionali – Mercatini di Natale – che fanno felici grandi e piccini.
In Veneto, a Verona, si organizza il “Natale in Arena”, rassegna internazionale del presepe nell’arte.
E quale migliore periodo dell’anno, a Treviso, per presentare l’ottimo “Radicchio rosso”?
In Friuli si opta per le corali ed i concerti natalizi.
In Romagna, nel centro storico di Ravenna, si festeggia il Natale con splendide luminarie, un Albero di Natale in Piazza del Popolo e immancabili stand gastronomici.
In Toscana, a Camporgiano (Lu) la sera di Natale si accende un tipico falò di rami di ginepro, abete ed altre essenze profumate al suono della grande campana della chiesa di S.Giacomo. Anche a Gorfigliano (Lucca), si accendono grandi falò, ma sui monti intorno al paese. A Prato ha luogo la tradizionale “Ostensione della Sacra Cintola” dal pulpito scolpito da Donatello, nella Cattedrale.
Nelle Marche, a Tolentino, accolgono il Natale con un Festival di canzoni inedite per bambini.
In Umbria, a Gubbio, alle falde del Monte Ingino, viene acceso – l’Albero di Natale più grande del mondo – , alto quanto una montagna. L’avvenimento è citato anche sul libro dei “Guinness dei primati”.
Nel Lazio, a Greccio, avviene la rievocazione del Presepe Vivente,istituita da San Francesco nel 1223 e mai più interrotta.
Presepi viventi anche in Abruzzo, terra di pastori; inoltre a Castelli (Teramo), viene allestito uno splendido presepe di ceramica in grandezza naturale.
Ad Agnone (Isernia) in Molise, si tiene una suggestiva “Fiaccolata notturna” a cui partecipa tutta la cittadinanza.
In Campania a Baiano (Av), si svolge per le strade la “Festa del Maio Sparato” in cui un grosso albero di castagno (il Maio, appunto) viene portato in paese tra scoppi di mortaretti, bande musicali e potenti colpi di carabina. Alla fine esso viene incendiato in una sarabanda generale.
In Puglia si preferiscono i concorsi. Numerosi sono infatti, tra i paesi i concorsi sui più bei presepi in famiglia.
In Calabria e in Sicilia, numerose accensioni di falò e sfilate di pastori.
A Cagliari, infine, per tutto il mese di Dicembre, si svolge la “Fiera Internazionale della Sardegna”.
Il nostro allegro popolo italiano, travolto dall’atmosfera di festa che ispira il Natale, si è sbizzarrito anche ad inventare gustose ricette per addolcire la Vigilia e per assaporare il piacere di stare insieme. Tra le tante ricette natalizie, eccone una veramente originale e simpatica:
“Le Stelle di Natale”
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Sciogliete 150 g. di burro con 3 cucchiaini di miele d’acacia. Setacciate in una ciotola 500 g. di farina, un cucchiaio di bicarbonato, 100 g. di zucchero semolato, spezie ed un pizzico di sale ed impastate con il mix di burro e miele, ½ litro scarso di latte e due uova intere (sgusciate). Avvolgete la pasta nella pellicola e fatela riposare per un’ora in frigo. Stendete la pasta allo spessore di 2-3 mm., incidete 60 biscotti a stelle di dimensioni crescenti e cuoceteli in forno a 180° per 15 minuti. Intanto mescolate l’albume di 1 uovo con 250 g. di zucchero a velo ed 1 cucchiaino di succo di limone. Se non avete dimenticato le stelle in forno, tiratele fuori, e fissate con la glassa in ordine decrescente ed i confettini di zucchero argentati. Poi ultimate con altro zucchero a velo rimasto. Se non vi è venuto il diabete potete ora offrirle a tutti e mangiarne anche voi…
BUON NATALE!!!
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L’Autore di questo articolo ha pubblicato pure una “Trilogia delle Streghe” e un romanzo dal titolo: “Ramesse XI”.