Ci sono libri che permettono una doppia lettura.
La prima risulta semplice perché basta scorrere le righe e farsi trasportare dalla storia.
La seconda è quella che, letta l’ultima pagina del libro, la storia comunque non ti abbandona.
Rimangono dentro frasi, episodi, situazioni che vanno rielaborate.
Ti spingono verso ricordi, ti senti addosso sensazioni che ti abbandonano piano piano solo dopo aver dato loro parole che possano riequilibrare.
Questo è il caso dell’opera di Chiara Casalini, “NIKA la schiavitù del silenzio”.
Una giovane donna, cantante di una band italiana emergente.
Circondata da groupie, amata e apprezzata dai componenti della band. Nika appare da subito un personaggio complesso.
Bella e pungente, per nulla empatica.
Provoca, a parole e con il proprio corpo, chiunque l’avvicini per poi mostrare indifferenza a qualsiasi tipo di reazione esterna.
Silenzio e rabbia, provocazione e apatia, sono le maschere che indossa con estrema disinvoltura e la proteggono dal creare legami affettivi duraturi e intensi.
Lei è “fuoco”, la sua filosofia è “meglio bruciare che spegnersi lentamente” ed è così che vive ogni sua giornata, ogni sua esperienza.
Trova conforto solo nella musica che considera “la parte più sincera di se stessa”. Con i testi delle sue canzoni riesce a dare parole ai silenzi e rendere vivo quel suo sguardo altrimenti lontano e assente.
Black, il chitarrista della band, la osserva da lontano. Lui non è come tutti quelli che la circondano.
Lui vede
“quegli occhi tristi e feriti che continuamente lei cerca di nascondere”.
Black cerca “una strada” per abbattere le maschere create da Nika ma lei risponde nell’unico modo che conosce , donando il suo corpo ed elevando muri a protezione del suo cuore.
Qui l’autrice ci descrive un bellissimo gioco di maschere, che si alternano, cadono, si rialzano.
Sembra una giostra che lancia in alto i protagonisti per poi farli ricadere a terra col fiato corto.
… Nika concede il suo corpo a Black per fare sesso, ma Luca vuole invece fare l’amore con Veronica .
Black/Luca Nika/Veronica in questa lotta ad abbattere silenzi e mura, Luca riesce a trovare nella musica un varco tra ostilità e protezione e da lì comincia a “scavare”, sicuro che Nika riuscirà ad essere una donna felice solo dopo aver dato voce e luce alle sue paure.
Una bellissima canzone di Bruce Springsteen potrebbe descrivere le sensazioni vissute in questo momento dai due personaggi e dice:
“Lei ti farà entrare nella sua casa anche se busserai a tarda notte
Ti farà entrare nella sua bocca se le parole che dirai saranno quelle giuste…
Ti farà entrare sempre più all’interno.
Ma c’è un giardino segreto che lei nasconde…”
E Nika lo protegge il suo “giardino” perché è colmo di dolore.
Un dolore ancora non accettato che la fa sentire inadeguata e sbagliata.
Luca, invece, è li che vuole entrare, perché sa perfettamente che, il dolore, solo leggendolo può essere distrutto.
Vorrebbe che Nika potesse specchiarsi nel suo sguardo e finalmente vedere quanto bella sia Veronica.
“Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo.
Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
Neruda”
Luca vuole essere quella persona per Veronica, non accetta altro ruolo.
Come purtroppo capita anche nella realtà, nell’esatto momento in cui comincia la difficile rinascita, il dolore torna con una potenza inaspettata.
E’ un vortice che tutto scombina.
Spazza via in un alito di vento quelle misere conquiste ottenute da un lavoro estenuante; fa ripiombare in situazioni conosciute che, seppur negative, Nika pensa di meritare.
Qui chiudo la recensione lasciando al futuro lettore la possibilità di scoprire se i protagonisti riusciranno a superare anche questa difficoltà e poter finalmente essere liberi di conoscersi così come, in poche righe, Italo Calvino recita:
“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”.
Chiara Casalini ci regala un buon romanzo, con personaggi e storia ben caratterizzati.
Il mio consiglio per la lettura è quello di “scavare” tra le righe del libro e cercare di essere un “Luca” che, incuriosito dall’apparenza, ne vuole conoscere la sostanza.
Grazie per questa splendida analisi, molto profonda.
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