La nuova rubrica Cinema e parole presenta la recensione di “Star wars”. A cura di Aurora Stella

 

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Parlare di Star Wars, dopo le migliaia di critiche non è semplice, ma tenterò lo stesso di farlo fornendo varie chiavi di lettura.

Non lo farò dunque osservando regia, soggetto, fotografia ecc. questo perché non ho abbastanza esperienza per parlarne e soprattutto non ho mai maneggiato questi strumenti. In pratica non sono mai stata su un set cinematografico, perciò mi asterrò dal giudicare qualcosa di cui conosco l’effetto ma non ho avuto esperienza diretta. Sarebbe un po’ come parlare di un sonetto spiegando sommariamente che si tratti di un componimento poetico basato su due quartine e due terzine, costituite a loro volta da endecasillabi con rime alternate, baciate o incociate contenenti figure retoriche. Tecnicismi che posso conoscere, ma che non so usare.

Non vi abbaglierò dunque con effetti speciali, perché noi siamo scienza, non fantascienza. (Cit. pubblicità anni ’80).

So solo che quaranta anni fa ero al cinema con mio padre a vedere quello che allora era Guerre Stellari.

Non lo vidi nel 1977, perché all’epoca i film in prima visione erano un privilegio per pochi, ma esistevano ancora i cinema che davano le seconde visioni. Questo prima che il mercato fosse invaso dalle videocassette (in quegli anni appannaggio per pochissimi eletti, dal momento che un video-registratore costava quasi due stipendi).

Fu successo immediato e amore a prima vista. Già al tempo ero un’amante della fantascienza (grazie agli insegnamenti paterni) e anche se avevo solo otto anni avevo già letto molti libri della collezione Urania e visto altrettanti film di fantascienza (il giorno dei trifidi, ultimatum alla terra, l’invasione degli ultracorpi) ma Guerre Stellari (Star Wars io non lo conosco) aveva una marcia in più: era un perfetto equilibrio tra fantascienza e fantasy. Una favola raccontata su astronavi con droidi e spade laser, battaglie epocali e il sempiterno scontro tra bene e male. A colpire la mia mente di bambina non fu tanto Luke o la seppur forte, indipendente e intraprendente Leila (Leia non so chi sia) o il maestro Ben Kenobi che si lascia uccidere dall’ex allievo (ammetto però che la scena mi impressionò molto) e tra Ian Solo (per Han vale lo stesso discorso di Leia) e Chewbacca le mie simpatie vanno a quest’ultimo, ma l’oscuro Darth Vader. Il sinistro personaggio preceduto dall’altrettanto inquietante colonna sonora. A proposito di colonna sonora, vorrei ricordarvi l’importanza di quest’ultima. Per accorgersene basta vedere vecchi film dove sembra che la musica sia buttata a casaccio. Tornando a Darth Vader lo ammetto: il lato oscuro mi ha sempre attratto. Molto più di quello luminoso.

Nota personale: trovo luminoso molto più appropriato di chiaro.

Cosa dire dunque che non sia già stato detto?

Quale chiave di lettura potrei fornirvi?

In realtà pronunciando la parola lettura ve ne ho lasciato abbondante indizio.

Vi farò un nome Vogler e il titolo di un libro: il viaggio dell’eroe.

In questo saggio Vogler (e prima di lui Campbell ne l’eroe dai mille volti) raccolsero gli elementi che accomunavano fiabe e varie altre letture.

Cosa hanno dunque in comune?

Cosa ci spinge ancora oggi a leggere l’Odissea, ad esempio?

Cosa ci ha tenuto incollati allo schermo per ben quarantadue anni?

Elementi universalmente rintracciabili che forniscono una mappa per il viaggio di trasformazione dell’eroe. Ci fornisce degli archetipi (diverso dagli stereotipi) e in qualche modo si allacciano all’inconscio collettivo teorizzato da Jung.

Vogler (che guarda un po’ ha lavorato anche con la Disney) fornisce dodici fasi che vi suoneranno familiari. Con questo metodo analizzerò un po’ tutto, saltellando qua e là, lasciandovi il piacere di lavorare un po’ se l’idea vi garba. Vi accorgerete che quelli meno riusciti (come ad esempio la trilogia prequel) sono quelli che più si sono discostati dal modello proposto. Questo perché il viaggio dell’eroe è il viaggio di ognuno di noi e sapere che molti elementi ci accomunano, ci dà un senso di tranquillità e sicurezza. Le innovazioni, il progresso alla razza umana piacciono, ma non se turbano il nostro equilibrio…

***

  • L’eroe: È colui che muove la storia, compie il viaggio, fisico o mentale. Luke Skywalker è l’eroe della saga. Quello da cui tutto è iniziato. Possiamo applicare il modello anche ad Anakin o a Rey

  • Il mentore: Se l’eroe è l’io della storia, il mentore è il suo sé. È la guida che aiuta, allena o istruisce l’eroe, gli fornisce doni, lo sprona ecc. Restiamo alla nostra saga e troviamo Ben Kenobi che sia all’interno di quello che oggi è considerato il IV film (in ordine di tempo della saga, ma primo per uscita) guiderà Luke e lo inizierà alle vie della Forza. Anzi con la creazione di Jedi e Sith abbiamo intere squadre di mentori. Tanto è vero che Luke, diverrà a sua volta mentore sia per la protagonista Rey che per l’antagonista (ma sarebbe meglio dire co-protagonista nel rispetto della diade della Forza) Ben Solo.

  • Guardiano della soglia: Mette alla prova l’eroe creandogli difficoltà: ne sonda la volontà e la rinforza. Apparentemente è un nemico, ma può anche essere sorpassato o trasformato in alleato. Vi riesce difficile trovare l’ostacolo? Eppure, lo avete davanti agli occhi: gli zii di Luke che apparentemente si mettono di traverso, ma che in realtà vogliono solo proteggerlo, per Rey la speranza che i sui genitori tornino a prenderla, per Anakin sua madre.

  • Messaggero: Comunica l’inizio dell’avventura. Che dire di R2D2? Tenete conto che il messaggero può anche essere un oggetto ed è proprio l’arrivo del piccolo droide a cambiare tutto nella vita di Luke. Vale anche per BB8

  • Mutaforme: Cambia forma, si traveste. Chi non resta malissimo quando Ian alza i tacchi e se ne va? Ma quello che più di tutti lo incarna è proprio Palpatine. Da senatore pro-repubblica, da aiutante dei buoni, si rivela poi essere il cattivo supremo. Nella nuova trilogia è sull’ottavo film, ma non ve lo dico. Trovatevelo. Ce ne sono due: Non ci siete arrivati? Vi rivelo il più semplice Luke Skywalker. Come? Ma non era l’eroe? Non quando tenta di ammazzare il nipote…Appare chiaro che i ruoli non sono fissi e determinati (per questo vi ribadisco la differenza tra stereotipi e archetipi)

  • Ombra: In genere è l’antagonista. Sono i sentimenti repressi e i traumi con la funzione psicologica della psicosi. C’è bisogno di annunciarlo? Non sentite le note della marcia imperiale? Lo ripeto: Darth Vader ha sempre esercitato un fascino magnetico su di me. La maschera impenetrabile…Ok non mi dilungherò. Può essere più di uno? Si se il cattivone di turno si trova in tutta la saga e rappresenta il male supremo. Come chi? L’imperatore, ovvio. Per Rey ovviamente è Kylo Ren, ma in un certo senso Kylo Ren è anche l’ombra per Ben Solo. Vi sto complicando la vita? Me ne farò una ragione.

  • Imbroglione: è la spalla e il momento goliardico. Ian Solo, Chewbacca, Leila e il povero Jar Jar Binks. Ma abbiamo anche corrispondenti nel lato oscuro come il generale F(Ax), gli stormtropper che se la danno a gambe quando Kylo Ren ha un attacco di rabbia e così via.

  • Le tappe del viaggio dell’eroe

Atto I: partenza, salita (Departure)[

  • Mondo ordinario: L’eroe lascia un mondo per cominciare un viaggio, ed entra in un altro mondo. Non è quello che capita a Luke? (ma anche ad Anakin e a Rey?)

  • Chiamata all’avventura: La sfida per l’eroe, dove si stabilisce l’obiettivo e il percorso da farsi. La chiamata all’avventura stabilisce il rischio o il prezzo da pagare e rende chiaro l’obiettivo dell’eroe. Vi dice niente? Il messaggio di Leila diretto ad Obi Wan, ma che in qualche modo deve raggiungere anche Luke, il destino di Anakin come colui che realizzerà la profezia. Rey che si trova a dover aiutare Finn e successivamente la resistenza?

  • Rifiuto della chiamata: Ci sono casi d’eroi riluttanti. Luke ha gli zii che lo trattengono, Anakin non vuole lasciare sua madre, Rey vuole attendere i genitori.

  • Incontro col mentore (il vecchio saggio): Quello di cui ha bisogno l’eroe per mettersi in viaggio: consigli, direzione, guida, uno strumento “magico” da portarsi (un’arma, ma anche una conoscenza, o la fiducia in sé stesso, la protezione, l’allenamento). Luke ha sempre avuto Obi Wan Kenobi al suo fianco, e prima ancora era stato mentore di Anakin, anche se poi (almeno nel primo film questo ruolo è del maestro Qui Gon), lo stesso Luke. Leila nel IX film (era ora!)Visto che amo complicare l’esistenza, vi dirò che per tutta la nuova trilogia anche Kylo Ren si comporta da mentore. In effetti fa molto più lui per Rey che non i mentori ufficiali.

  • Superamento della prima soglia: L’eroe accetta la sfida. Devo proseguire?

***

Atto II: discesa, iniziazione [

  • Prove, nemici, alleati: In questa zona l’eroe fa i primi incontri, viene coinvolto nelle sfide che servono a imparare le regole del mondo speciale. Qui si rivela il vero carattere dell’eroe, si mettono in evidenza i sentimenti, i ritmi, le priorità, i valori e le regole che contano. È una fase di aggiustamento del tiro, con l’assistenza e il conforto leggero degli alleati, ma anche l’opportunità di reclutare una squadra, di capire chi è chi nella distribuzione delle parti. Ehm..parla da sé. Se vi scoprirete sordi vi riguardarete i film.

  • Avvicinamento alla caverna più recondita (seconda soglia): L’eroe si avvicina all’apice, al posto pericoloso. In questa fase spesso ci si ferma sul cancello per preparare, pianificare e sorpassare i guardiani dell’ombra. E in tutte e tre le trilogie (quindi per ben nove film) gli eroi si imbattono con la paura. La morte di Ben Kenobi, la caverna lo scontro con Darth, per citarne alcuni. Il rifiuto finale di Rey che teme di divenire imperatrice del male, la temuta morte di Padme. Sbizzarritevi.

  • Prova centrale: È il momento critico della battaglia con l’ombra, lo scatenamento della suspense. La prova in cui l’eroe rischia davvero di morire o muore per poter rinascere di nuovo. Lo scontro finale con l’imperatore? (in tutte le trilogie)

  • Ricompensa: L’eroe, sopravvissuto, “festeggia”. Senza allargarsi troppo però. La medaglia del primo film, i Gungam dei prequel ecc.

Atto III: ritorno 

  • Via del ritorno (The Road back): Bisogno del ritorno, ma trasformato. L’eroe non è ancora fuori dalla “foresta”. Anakin cerca di eliminare Palpatine, Luke deve proseguire l’allenamento, Rey ha bisogno di riportare Ben Solo nella luce.

  • Resurrezione (terza soglia – climax). Non è la prova più grande, ma la definitiva. Anakin si batte con Obi Wan , Luke contro l’imperatore, Rey di nuovo contro l’imperatore. Ben contro sé stesso e contro l’imperatore.

  • Ritorno con l’elisir: L’eroe è tornato rinato, definitivamente cambiato, e ha portato con sé l’esperienza raggiunta, un dono da usare nel mondo ordinario. Luke brucia il corpo del padre, Rey sotterra le spade, Anakin diventa Darth Vader.

***

Dopo questa carrellata di esempi potrete vedere Guerre Stellari con occhi nuovi, ma alcuni misteri soprattutto dell’ultima trilogia non vi saranno ancora del tutto chiariti. Vi avevo promesso delle chiavi di lettura. Una propria (vi invito a leggervi il libro e a riconoscere le varie figure o fasi all’interno di ogni film compreso Rogue One) l’altra più spirituale.

Vo ho spiegato che Star Wars è un perfetto equilibrio tra fantascienza e fantasy, ebbene nella sua filosofia spiegato nella frase di Ben Solo e di Palapatine alla fine viene svelato d cosa è dato “Siamo una diade nella Forza. I due che formano l’uno”. Vi dice niente di nuovo? Avete fatto caso all’abbigliamento in questi quarantadue anni? Alle spade laser che sono in realtà catane? Ebbene lo yin e lo yang vi dicono qualcosa?

Ben Solo è nato nel lato luminoso della forza, non ha bisogno di qualcuno come ne aveva invece suo nonno. Troppo attaccato alle gonne di mamma o di Padme. Lui è un intero. Un insieme bianco con un cerchio nero. Rey è l’esatto contrario. Proviene dall’oscurità (e per questo non la teme) ma ha la suo interno un cerchio chiaro. Anche lei è un intero. Non ha bisogno né di Finn né Di Ben. Anche se, quando si trova vicino a Ben, i due si completano. Si amano e possono comunque farsi a fette con la spada. Ben/Kylo può tenderle la mano, ma non obbligarla. Rey può amarlo, ma allo stesso tempo allontanarsi da lui.

Non vi ho parlato prima del deus ex machina. Personaggio malvisto ovunque si posizioni. Questo perché di solito questa figura risolve tutto in cinque minuti e risulta sempre stonata. È la classica cavalleria che arriva a salvare i nostri, quando la situazione si fa disperata. Esattamente quello che accade resuscitando Palapatine. Almeno a un occhio poco attento. Ma Abrams qui è stato geniale e si riallaccia ai prequel. Per molti la sua esistenza è una bestemmia rispetto all’azione salvifica che compie Anakin gettandolo via e salvando il figlio. Se però aveste ascoltato la sua stessa voce nella trilogia prequel vi sareste ricordati di un dettaglio di non poco conto: Palpatine conosce il segreto dell’immortalità. Ora il dubbio potrebbe venire nel fatto che magari anche alla fine di questo IX film il malvagio imperatore possa essere sopravvissuto, ma sembrerebbe un po’ strano dal momento che è proprio una sua discendente a toglierlo di torno e con le sue stesse armi. Quanto alla sua presunta paternità di Palpatine rispetto ad Anakin, vi rispondo con una domanda. Se Palpatine ha rubato il segreto dell’immortalità al suo maestro (che era dunque immortale) perché quest’ultimo (Darth Plagueis) sarebbe dovuto morire? Non sarebbe stato più logico incarnarsi? Tra l’altro questo spiegherebbe la folle attrazione di Anakin per carpire il segreto dell’immortalità. Ecco perché (almeno secondo me) la forza scorre potente nella famiglia Skywalker

Quindi l’onore di Anakin è salvo e pure il film.

Quanto a Snoke, beh, che fosse un burattino, almeno per me, era chiaro fin dall’inizio. Molto più semplice mostrare un fantoccio, piuttosto che creare una farraginosa storia di un altro leader supremo che andasse in giro a ficcanasare tra i segreti dei vari Sith. Tra l’altro, in questo caso, l’imperatore sfrutta il classico detto sul maggior inganno del demonio: far credere che non esista. Trovo molto più verosimile questa spiegazione. Vi ricordo che è sempre un fantasy, ha un mondo le cui regole vanno osservate e deve essere credibile, ma se volessimo fare come per i libri, cercare cioè citazioni letterarie, omaggi o semplici rimandi, vi dicono niente gli Horcrux di Harry Potter?

O la semplice capacità di Voldemort di sopravvivere come parassita nella testa di Raptor? Ebbene che si parli di pietra filosofale, horcrux, o segreto dell’immortalità, non stiamo dicendo la stessa cosa?

Tra i tanti rimandi cinematografici che mi è sembrato di scorgere due in particolar modo mi hanno fatto pensare che Abrams abbia strizzato l’occhio al Gladiatore e al Titanic. Kylo Ren chiede come un novello Commodo a Rey di stringergli la mano e proclamare la sua fedeltà. E lei fa come Massimo. Il secondo è il seppellimento delle armi. Non vi ricorda nulla? Possibile che tutti abbiate dimenticato le statuine dei Larii sepolte nelle sabbie del Colosseo? La vogliamo mettere in versione Titanic? L’abbandono del cuore dell’oceano. Questi sono oggetti magici che aiutano gli eroi ma che tengono legato il mondo (senza le spade laser che rappresentano la Forza non esisterebbe Star Wars, idem per il cuore dell’oceano o per le statuine che rappresentano la famiglia e la vendetta di Massimo).

Ma torniamo ai presunti buchi nella trama.

Il fatto che prima Palpatine chieda a Kylo Ren di uccidere Rey e poi voglia l’esatto opposto: Innanzi tutto , oltre a essere un’ombra è anche un mutaforma (ora sapete di che parlo), secondo, vi risulta che Kylo Ren abbia mai fatto qualcosa di quello che gli venisse ordinato? Non ha forse ucciso lui Snoke? Non ha già salvato una volta Rey in barba a tutto? Perché avrebbe dovuto obbedire proprio questa volta? Se all’imperatore serviva Rey viva per poter trasferire il proprio spirito, l’unico modo era di dire a Kylo Ren di ucciderla. Lui non lo avrebbe fatto. Perché in realtà il dubbio eterno di Ben, il suo lato luminoso dentro di lui urlava.

Sapeva di non poter tornare indietro dopo essersi macchiato del delitto del padre, ma Palapatine aveva davvero bisogno del sangue di Rey?

Se avesse avuto intenzione di trasferire il suo spirito all’interno di qualcuno che possedeva la forza bastava farsi uccidere da Ren. Tanto era andato là per quello. Ma il 5% di buono di Ben grida forte. Non riesce a uccidere sua madre, non uccide Rey. Rivive la scena con il padre secondo come avrebbe dovuto svolgersi fin dal primo film: gettando l’arma.

Altrimenti a cosa sarebbe servito pronunciare le stesse battute se non per ripercorrere lo stesso sentiero e imboccare la giusta direzione?

Però caro Abram una cosa non te la perdono. Comprendo la fine alla cavaliere della valle solitaria dove ci mostri una Rey che fa come i suoi predecessori e va a vivere in isolamento dopo aver riportato l’equilibrio nella forza, capisco (anche se non condivido) la necessità di far redimere Ben Solo attraverso la morte (ha comunque trucidato suo padre e qualche miliardo di creature) e quindi accettando il sacrificio di Leila si ricongiunge a lei donando la su vita a Rey, capisco ogni cosa, ma che tu non lo abbia fatto apparire come fantasma nella forza accanto alla madre e allo zio, beh non l’ho digerita. Anche perché, pur partendo come anti-eroe Kylo Ren matura, e diventa l’eroe che si redime e bilancia le sorti.

Un’onta quasi peggiore dei midi-chlorian dell’odioso trilogia prequel. Peggio del peggiore Anakin Skywalker dei miei stivali.

Eh si perché se per difenderti ho scatenato il viaggio dell’eroe, lo yin e lo yang, e volendo anche lo gnosticismo tu mi prendi l’antagonista (o co-protagonista), che regge una trilogia e non me lo fai apparire neanche mezzo secondo alla fine del film? Beh, questa non te la perdono.

Come non perdono Lucas di aver reso Anakin meno interessante di Darth Vader. Sono stata per ben quarantadue anni legata ai tuoi personaggi e alla forza che da semplice Oggetto magico che rileva tutto è diventata protagonista (soprattutto in questa trilogia) ed ecco qui il lato gnostico (la forza è tutto in tutti, vedi anche Rogue One) perfino Finn riesce a usarla, gli stormtropper riescono grazie a lei a ribellarsi e dire di no, i bambini preparano la resistenza e poi nella trilogia prequel che avrebbe dovuto spiegare chi c’era dietro quella maschera e lui che fa?

Mi dà una motivazione banale.

Il conflitto di Anakin non si avverte. Quello di Rey e di Ben sì. Entrambi si sentono traditi dalla famiglia e questo li accomuna. Anakin non supera mai la sua paura, così come non la supera suo figlio Luke. Padre e figlio non riescono ad affrontare la verità su sé stessi, cosa che invece riesce a Ben e a Rey. Essi vanno fino in fondo, entrambi con la spinta di Leila, ma almeno ci arrivano.

E qui riparo anche l’altro buco nella trama.

Ragazzi ma che cognome ha Leila?

Non é anche lei una Skywalker? Non era stato proprio Darth Vader a provocare Luke dicendo “addestrerò lei?”

E non era stata proprio Leila a salvare suo fratello dopo lo scontro con il padre servendosi inconsciamente della Forza?

Perché non avrebbe dovuto allenarsi e diventare una maestra jedi?

Perché cozza con l’idea che poi si sposa Ian?

Non vi rispondo nemmeno.

Infine l’ultimo buco nella trama.

Rey che dichiara di essere una Skywalker.

Beh, sono una romanticona smielata. (non è vero, scrivo horror e le mie storie d’amore, quando ci sono, sono quasi sempre tragiche) ma mi piace pensare che lei abbia fatto una cosa alla Titanic.

Ricordate cosa succede quando chiedono il cognome a Rose, dopo il naufragio?

Dawson, mi chiamo Rose Dawson”.

Vi dice niente?

Non è apparso come fantasma nella Forza, ma gli vogliamo dare almeno un contentino a quel povero Ben Solo?

Non ci credete?

Ben Solo ha il cognome Solo o sbaglio?

Spiegatemi perché allora l’imperatore si rivolge a Ben chiamandolo l’ultimo degli Skywalker…

***

Nota

Ricordo a ogni utente che gli articoli pubblicati non rispecchiano la personale visione del proprietario del blog. Il nostro intento è quello di dare la possibilità a tutti di fare cultura.

Pertanto, qualora trovaste articoli o parti di articoli contestabili, vi invitiamo a proporvi con un contro articolo.

Il dibattito è ben accetto, la polemica sterile no.

La proprietaria. 

Alessandra Micheli  

 

Un pensiero su “La nuova rubrica Cinema e parole presenta la recensione di “Star wars”. A cura di Aurora Stella

  1. Grazie Alessandra per avermi dato la possibilità di avere uno spazio nel tuo Blog. Sono un’appassionata di cinema oltre che di libri e mi entusiasma l’idea di analizzare film che adoro.

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