“Luna di miele da incubo” di Marie Belloc Lowndes. A cura di Francesca Giovannetti

luna di miele cover

 

Uno dei più grandi eventi del secolo che coinvolse oltre 50 milioni di visitatori.

Fra questi Nancy e Jack Dampier, novelli sposi: una giovane inglese benestante e un eccentrico pittore trapiantato da anni su suolo francese.

Un clima caotico, frenetico, festoso e innovativo che l’autrice riesce a far trasparire da ogni pagina senza mia indugiare in prolisse descrizioni; un capolavoro di penna, descrivere senza scrivere. E così il libro scorre via, fluido e coinvolgente, mentre tutta l’attenzione ruota intorno alla misteriosa scomparsa di Jack.

Il lettore è sospeso, come i personaggi stessi, che non sanno più dove si nasconda la verità. Qualcuno sta mentendo. Si tratta della giovane ragazza inglese o degli albergatori che sostengono di non aver mai ospitato un signor Dampier?

Completano il quadro un senatore americano in visita all’Esposizione in compagnia dei due figli, comprensivi e protettivi nei confronti di una Nancy completamente in balìa degli eventi…o forse no?

Un giallo costruito con sapienza, dove gli indizi sono avaramente diluiti per aumentare la curiosità del lettore fino alla imprevedibile risoluzione finale dove si chiude un cerchio e si rimane senza parole.

Inserito in una collana definita “vintage”, questo giallo, rimasto per troppo tempo non tradotto e di conseguenza poco fruibile a gran parte dei lettori italiani,  ha una freschezza e una dinamicità assolutamente in linea con i tempi attuali del genere.

Sospetti, incertezze, amore, indagini, aspri confronti, personaggi subdoli accanto a quelli di spiccata integrità. Non manca nessuna tessera per rendere questa libro un’ eccellente lettura!

In ultima analisi non può e non deve mancare il nome di Marina Grassini, curatrice della traduzione dall’inglese.

Un libro impeccabile nella scelta dei termini e della costruzione sintattica, che riesce a trasmettere l’atmosfera sfumata del secolo con estrema leggerezza.

Tradurre non significa tradire, ma saper trovare la nota giusta, come in questo caso.

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