“Myricae. Il giorno che ti ho perso” di Selene Piana. A cura di Raffaella Francesca Carretto.

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A volte un incontro casuale, una coincidenza fortuita, una scelta obbligata e dettata da un secondo fine, riflettono delle situazioni che mai avremmo scelto consapevolmente…

O forse sta tutto qui, nello scegliere di seguire qualcosa che ci conduce infine a ciò che realmente ci fa star bene e ci rende completi, felici, che ci conduce su quella strada che credevamo di aver perso, o che era quella percorsa ma che appare in modo diverso, se vista con nuovi occhi e con la mente aperta al cuore.

In ogni libro c’è, di fondo, la capacità, nella sua semplicità e al contempo nella sua complessa struttura, di lasciare degli insegnamenti senza forzature; e anche in questo caso, attraverso un racconto che alterna dialoghi tra i vari protagonisti e le descrizioni di momenti di vita dei personaggi, ciascuno con un suo ruolo positivo o negativo, e ognuno una sua peculiarità, si vive una storia che si accompagna di tenerezza e dolore e dilemmi interiori.

… “L’intrusione” nel mondo di Myricae da parte di Tobia, e viceversa di Myricae nella vita di Tobia segna il passaggio cruciale per lo sviluppo della storia. Un inizio dettato da qualcosa di diverso dall’amore, eppure che si trasforma in amore e rispetto e fiducia, e consuetudine.

Tobia non sa niente di cani, niente di come educarli. Quando crede di aver perso l’amicizia di Luna, la ragazza di cui è innamorato ma che non ricambia il suo sentimento, decide di prendersi cura di Myricae; da qui parte tutto, da qui nasce un legame, che viene costruito e reso sempre più forte, e da qui inizia a farsi più chiaro cosa intendeva Luna quando diceva all’amico che con un cane al proprio fianco non ci si sente mai soli.

È sicuramente una storia di amicizia che si sviluppa e si rafforza nel tempo e con la conoscenza, ma è anche qualcosa di più. E per comprenderlo basterà immergersi in questa lettura delicata e dai molti momenti forti.

Come tutte le storie a lieto fine, anche in questo caso chi dà rispetto e fiducia e amore riceve il “giusto premio”, quello della riconoscenza e dell’amore incondizionato che ha creato il legame con l’altro.

Un romanzo permeato da sentimenti ed emozioni, ma al contempo il racconto della crescita interiore ed emotiva dei protagonisti che hanno saputo realmente guardare in se stessi, leggersi dentro, e specchiarsi negli occhi dell’altro..

Credo che questa lettura sia così coinvolgente e pulita che, nonostante mostri a tratti la crudeltà e la cattiveria dell’uomo, può dar voce a chi invece lotta e ama. L’amore per un animale, l’amore per una persona, l’amore che si deve sempre avere per sé stessi, e la consapevolezza che dare amore e rispetto viene ripagato con la stessa moneta.

Trovo che questa lettura sia adatta a tutte le età, perché è una storia delicata e dolce e vera, che lascia crescere il seme della speranza, e fa credere nell’amicizia, soprattutto quella vera e pulita che si instaura tra un umano e il suo amico animale.

Ho molto apprezzato questo romanzo, nella narrazione con un lessico semplice e ordinato, scevro da artifici fittizi, e che ha saputo, nell’ambientazione e attraverso ricche descrizioni dei luoghi e delle vicissitudini dei protagonisti, dare corpo alla storia; ho immaginato anch’io di prendermi cura del cuore ferito di Myricae, ho sentito forte la delusione e il dolore di Tobia, ho compreso gli stati d’animo e le necessità di Marta, come pure ho compreso Luna e il suo amare gli animali quasi più degli uomini e difenderne a spada tratta diritti e necessità; ma ho anche iniziato a comprendere che a volte basta ascoltare e osservare, per comprendere le abitudini e le necessità dei più deboli, e ad ascoltare col cuore.

Ad ascoltare anche i silenzi, degli uomini e della natura, e vivere quei momenti; sono riuscita a piangere e a emozionarmi, perché mi ha dato la possibilità di entrare in sintonia coi personaggi e coi loro sentimenti.

Ciò che ho apprezzato di più è aver trovato una storia che nella sua struttura, nel suo contesto, ha dato il modo di vivere ogni istante che ha portato allo sviluppo della stessa e naturalmente ha condotto i protagonisti sino all’epilogo.

Posso altresì asserire che ciò che maggiormente cattura non solo è la storia in sé ma anche tutte le sfaccettature della personalità dei singoli attori, che l’autrice ha saputo rendere tangibili.

Questo racconto mi colpisce anche per la sua positività, perché aiuta a leggere il proprio io, ed entra nel cuore di chi la legge in punta di piedi, consentendo al lettore di accarezzare ogni istante e ogni protagonista.

Lo stile, la scrittura e i personaggi sono ben definiti, mostrano le loro debolezze, le paure, le insicurezze…ma anche la voglia di riscatto e la forza interiore che deriva anche da chi ce la dà questa forza, che sia l’amicizia preziosa si un animale, quella di una persona cara, o anche un amico.

Abbiamo tutti bisogno di conferme; siamo tutti parti mancanti di qualcuno, e quando troviamo chi riempie quel vuoto speriamo che quella sensazione di completezza, quel moto di amore non venga mai a mancare, a esserci strappato, perché il nostro cuore sanguinerebbe e noi lo perderemmo.

A volte serve perdersi per poi ritrovarsi, ma quanto dolore ci può essere dietro? Quanto costa lasciar andare chi amiamo, chi ormai fa parte della nostra vita?

E quanto dolore si può provare a vedere ciò che prima ti aveva reso felice e colmato un vuoto, regalare quei sorrisi e quella sensazione di pienezza a qualcun’altro?

A chi sarà incuriosito, buona lettura!

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