Un sogno ricorrente, un incubo accompagna per circa un anno le notti di Irene.
Irene nuota, raggiunge al sorella Sara, non riesce ad afferrarla e la lascia cadere nel vuoto, ne è soddisfatta, nessun rancore, nessun senso di colpa.
Chissà cosa si prova a sentirsi nell’ombra di una sorella minore, eclissata dalla sua bellezza, spontaneità, esuberanza, arriva in un luogo e tutti gli sguardi sono catalizzati dalla sua energia e dalla sua luce.
Cosa si prova a voler essere il sogno nel cassetto del proprio padre e scoprire con rammarico e delusione che il vero talento è tua sorella minore che con grazia e spontaneità e un’innata naturalezza è diventata una grande violinista della Filarmonica di Berlino, coronando il sogno sempre vivo del padre e il suo grande amore: la musica.
Come si vive una vita, cercando di nascondere un’ambivalenza di sentimenti, il rancore, l’invidia, l’insoddisfazione e un senso di inadeguatezza.
Dietro una corazza invisibile e la scrittura, si nasconde Irene, sobria e frenata dal marito Aldo che dice di averla amata sin dal primo giorno per il suo intelletto. Irene, figlia e madre, è insicura, fragile, lotta con l’ansia una vera nemica dell’anima.
Irene è una bravissima e talentuosa scrittrice, il suo romanzo “Lungo il tuo cammino” diventerà un film grazie ad un regista francese.
Sara è la sorella minore, con la quale ha in apparenza un rapporto sereno, in sua presenza però diventa fragile e sempre in competizione anche quando conoscerà il suo nuovo compagno, Herbert Schwartz, il grande maestro di orchestra.
Un incontro che destabilizzerà Irene, i suoi occhi magnetici sapranno leggerla dentro, rendendola audace come non mai e scoprendo una parte di sé che forse è sempre stata lì, ma messa a tacere.
Irene cade nella sua ragnatela di seduttore e traditore, sentendosi ogni giorno ancora più sbagliata e inadeguata. Voleva colpire la sorella e alla fine ha colpito solo se stessa.
La malattia della mamma Bianca apre una porta solo socchiusa, Irene avrà la conferma di tutta una serie di segreti legati alla sua famiglia.
Sara le confida di non essersi mai sentita veramente apprezzata, per la troppo ammirazione del padre nei confronti di Irene, “la preferita”.
Ed ecco che Irene e Sara iniziano il loro personale viaggio dell’anima, buttando fuori tutto, non celando più alcun segreto o bugia, per poter finalmente iniziare un nuovo percorso di felicità.
Avrei voluto parlare e parlare ancora della storia di Irene e Sara, ma è giusto fermarmi qui. Un romanzo letto con grande trasporto, sono arrivata alle ultime pagine sperando che il finale non arrivasse mai.
Con uno stile preciso, curato, attento, un buon ritmo narrativo e un intreccio forte, profondo e coinvolgente.
Complimenti Emanuela Amici e standing ovation per il tuo primo romanzo.
Buona Lettura.
Ilaria Grossi per Les Fleurs du mal blog letterario