Il Carnevale è quel periodo festivo tra l’Epifania e la Quaresima, culminante nei giorni detti “grassi” dal giovedì al martedì che precedono il Mercoledì delle Ceneri.
Nell’antica Roma, i “Saturnali” ne sono l’antecedente pagano più noto.
In Italia il Carnevale viene festeggiato in quasi ogni città o paese con modalità diverse ispirata spesso a tradizioni medioevali o a fatti storici particolari del luogo.
Ecco una breve panoramica, regione per regione, delle feste più curiose, divertenti e originali che meriterebbero una gita fuori porta.
PIEMONTE –
Biella: sabato arrivo del “Gipin”, secolare maschera della città, accompagnata dalla moglie “Catlina”, dal figlio “Gipinot” e da clamorosi fragori di banda. Il Martedì Grasso, il Carnevale culmina con il processo al “Baby”, grosso rospo trasportato in gabbia per le strade, giustiziato e poi bruciato in piazza a mezzanotte in un gran rogo che rappresenta la morte del Carnevale.
Chivasso (To): A Carnevale ha luogo l’elezione della “Bela Tulera” e dell’ “Abbà”, personaggio che nel XIV secolo imponeva tasse e balzelli. Si prende lo spunto dalla ribellione contro il crudele marchese di Monferrato ucciso da una mugnaia, “la bela Mulinera” regina della festa, mentre pretendeva di esercitare sulla giovane il “ius primae noctis”.
VALLE D’AOSTA –
Allein: Il Carnevale di questo paese è una testimonianza della forte influenza bonapartista in Valle D’Aosta. Tutti vestono come i nobili di fine ‘700 e portano il cappello come lo portava Napoleone in ricordo del passaggio dell’armata francese per il passo del Gran San Bernardo nell’anno 1800.
LIGURIA –
Bogliasco (Ge): il Martedì Grasso rassegna carnascialesca locale con majorette, carri allegorici e orsi mascherati.
Santa Margherita Ligure (Ge): da segnalare la simpatica festa del Carnevale dei Piccoli. Chi ha bambini, ci faccia un salto.
LOMBARDIA –
Milano: qui il Carnevale si festeggia col rito “Ambrosiano” allungando i festeggiamenti al sabato successivo al mercoledì delle Ceneri.
Schignano (Co): sfilate dei “bei e dei brutt”. I belli e i ricchi girano per la città con le pance gonfie di paglia a simboleggiare l’opulenza, pavoneggiandosi in sfarzosi costumi. I poveri e i brutti indossano abiti logori e trascinano delle vecchie valige sfondate. L’ultimo giorno di Carnevale si assiste alla pantomima della donna schiava che si ribella al marito, applaudita dalle spettatrici.
TRENTINO –
Ortisei (Bz): Grande corteo di figuranti in antichi costumi della Val Gardena con slitte trainate da cavalli.
VENETO –
Sappada (Bl): bellissime maschere di legno massiccio accompagnano il Carnevale sappadino, uno dei più lunghi che si conoscano. Dura quasi un mese. Ogni domenica è dedicata a una categoria. La prima ai “Pettlar Suntag”, i poveri con vestiti cenciosi. La seconda ai contadini che invadono la città con falci, rastrelli e cumuli di fieno. L’ultima domenica è dedicata ai ricchi notabili del paese, dominata dalla presenza del “Rollate”, tipica maschera del Cadore.
Venezia: è inutile citare lo splendido carnevale veneziano nel quale la città si trasforma in un animato palcoscenico popolato da maschere di ogni tipo. Sabato si snoda sul Canal Grande la “vogada in maschera”.
FRIULI VENEZIA GIULIA –
Muggia (Ts): è tra i più vivaci, ricchi ed entusiasmanti carnevali d’Italia. Giovedì arriva in porto la storica barca veneziana “Serenissima”. Il giorno dopo per antica tradizione, le donne in maschera si impadroniscono del centro (un tempo gli uomini erano in mare o nei cantieri).
EMILIA ROMAGNA –
Cento (Fe): la festa ha origine antiche come testimoniano gli affreschi del pittore Guercino (1591-1666) e sono caratterizzate dalla figura del “Tasi”, maschera locale che viene bruciata davanti alla Rocca. Tasi legge un testamento nel dialetto locale dove lascia i suoi averi ai notabili più famosi della sua città.
TOSCANA –
Bibbiena (Ar): nelle stradine del borgo medioevale viene messa in scena la favola della “Mea”, fatto storico che risale al 1359. La bella lavandaia Bartolomea, detta Mea, era una fanciulla promessa sposa al tessitore Cecco. Un giorno, incontrato il figlio del Conte Piero Tarlati, se ne invaghì. Cecco, saputa la tresca, fece il diavolo a quattro, mettendo a soqquadro il paese. Il Conte obbligò la Mea a tornare con il suo innamorato, mettendo fine ai disordini. In paese, in ricordo di ciò, si brucia il “Pomo della pace”.
Viareggio (Lu): uno dei più conosciuti e frequentati carnevali d’Italia. I carri allegorici vengono studiati anno per anno con pungenti allusioni all’attualità.
MARCHE –
Fano (PU): “Il Carnevale dell’Adriatico” fra danze, musiche e allegria, culmina nell’ultima domenica con grandi corsi folkloristici, maschere giganti a piedi, complessi musicali e lanci di dolciumi verso il pubblico. L’orchestra è formata da suonatori di pentole.
UMBRIA –
Gubbio (Pg): il Martedì Grasso, Carnevale dei bambini con sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati. Sono aperti i negozi di salumi e di ceramiche locali.
LAZIO –
Ronciglione (Vt): Cavalcate in costumi, sfilata dei “Cavalieri Ussari” con pittoresco carosello in costumi del ‘700 e finale a passo di carica. La “Confraternita dei Nasi Rossi”, tradizionale maschera del paese, tiene una specie di elogio di Bacco in camicia da notte, cuffia e vaso da notte. In paese si celebra anche una corsa di “bàrberi”, cavalli che corrono liberi per le strade di Ronciglione, contendendosi anche brutamente il traguardo. Il vincitore ottiene una balla di fieno e, per il proprietario soldi e prestigio.
ABRUZZO –
Lanciano (Ch): il Martedì Grasso si bruciano al rogo i grossi personaggi politici che hanno raggiunto gli indici più alti di impopolarità.
MOLISE –
Tufara (Cb): “Il diabolo a Tufara” è una manifestazione in costume nell’ultimo giorno di Carnevale. Belzebù circola di casa in casa con la “mascherata del Diavolo”, una questua infernale che si svolge per tutto il paese. Con il ricavato si organizza un banchetto da “girone dei golosi” che dura fino a notte inoltrata.
Vinchiaturo (Cb): Il Martedì Grasso si celebra il “Lancio del Cacio”, una specie di sfida alla forza di gravità. Due squadre di quattro ragazzi devono far rotolare in salita una forma di formaggio che pesa 15 chili. Vince chi riesce a totalizzare, su un percorso particolarmente accidentato, il minor numero possibile di penalità. Finale con festeggiamenti a vino e pecorino.
CAMPANIA –
Trentinara (Sa): il Carnevale ripropone ogni anno il tema ricorrente del povero e del ricco. Zavo, un uomo del popolo, per l’occasione rappresenta un ricco e vuole imitare i Signori. Accusato dalla moglie Quaresima, stufa di pagare i bagordi dello scellerato marito, lo farà condannare al rogo. A fianco di questa coppia, la figlia Lucrezia e Tolle, il suo fidanzato. Questi, contrastati dalle rispettive suocere, riusciranno alla fine della rappresentazione a coronare il loro sogno d’amore.
PUGLIA –
Palo del Colle (Ba): il Martedì Grasso si corre il “Palio del Viccio”. L’ambito premio è appunto un Viccio, un tacchino. Un tempo la gara era cruenta e quasi macabra perchè i cavalieri dovevano infilzare con la spada e portare via la povera bestia viva. Ad ogni colpo, il tacchino veniva ferito fino a ridursi a una ammasso di sangue.
Oggi, per fortuna la manifestazione consiste nel tentativo di forare una borsa piena d’acqua a circa quattro metri di altezza. Il vero viccio si gode lo spettacolo sistemato in una grossa cesta, mentre la folla gli lancia lupini e fagioli che lui divora con gusto. I “cavalieri” non montano superbi puledri ma solo dei modesti asinelli.
Putignano (Ba): il carnevale di questo paese è il più lungo d’Italia inizia il 26 dicembre, data che vuole ricordare la traslazione delle reliquie di S.Stefano, nel 1349, nel monastero cittadino per proteggerle dalle scorrerie dei turchi. Putignano è famosa per la lavorazione della cartapesta con la quale si fabbricano i carri allegorici.
BASILICATA –
Montescaglioso (Mt): panciuto “Carnevalone” a cavallo di un asino, si arrampica per le strade erte del paese, annotando i buoni e i cattivi mentre una cinerea “Parca” roteante un fuso gli fa strada insieme a “Quaremm”, la moglie di lui. Costei porta in braccio un fantolino, simbolo del futuro carnevale. La gente impazza e si diverte ma solo fino a mezzanotte quando arriva la Quaresima.
CALABRIA –
Castrovillari (Cs): Grande festa carnevalesca tenuta dalla popolazione di origine albanese, praticamente un “Festival internazionale del folklore”. Vino e cibo a volontà con lo spettacolo dei meravigliosi costumi tradizionali femminili.
Montalto Uffugo (Cs): Nella mattina di Martedì Grasso, un corteo nuziale di soli uomini travestiti da spose, damigelle e invitati, va di casa in casa offrendo dolcetti e ricevendo in cambio vino, il tutto con satire e sberleffi contro i notabili del paese, al ritmo di canti e danze. Poi arrivano i “Gigantizzi”, re e regine con enormi testoni di cartapesta. Il corteo sfila in paese ai ritmi ossessivi dei tamburi finchè a tarda notte il Carnevale esplode in un’unica, enorme sfrenata danza collettiva.
SICILIA –
Castellana Sicula (Pa): il Carnevale, anticamente legato a due maschere tipiche locali, “Zu peppi e Zu pappa”, è oggi imperniato su sfilate allegoriche tradizionali.
Sciacca (Me): sfilano carri allegorici caratterizzati ciascuno dal proprio inno e da una recitazione in dialetto siciliano strettissimo. Oratoria involuta e prolissi giri di frase.
I temi sono riferiti all’attualità politica.
SARDEGNA –
Mamoiada (Nu) – i “Mammuthones” sono stupende maschere molto antiche e un poco inquietanti, con fazzoletti sul capo e tipica giacca dei pastori. Essi portano un rumoroso mazzo di campanacci da bue e una singolare maschera nera intagliata nel legno. L’abbigliamento sta a indicare il profondo legame della popolazione con la terra. I Mammuthones sono accompagnati, nella sfilata, dagli “issokadores”, uomini non mascherati che, con una lunga fune, tentano di catturare qualche ignara persona tra la folla.
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Note
(articolo tratto da: “Guida alle feste popolari in Italia” a cura di Carlo Autiero. 1990 Datanews Editrice.)
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L’Autore dell’articolo ha pubblicato una “Trilogia delle streghe” e il romanzo “Ramesse XI”.