“Un binario per volta” di Chiara Piovani

Immaginicampagna-45

 

Salve miei “Fiorellini”, non vi sono mancata? La vostra Layla è prontissima a presentarvi il libro di questa settimana.

Ho letto un altro rosa, il libro in questione è di Chiara Piovani: “Un binario per volta”.

Anche questa volta non è stato così semplice recensire questo libro, fatto di molte imperfezioni e luoghi comuni.

Come sempre cercherò di chiarire meglio le cose.

Valentina è la protagonista della storia incontra un ragazzo su di un treno, Stefano, e qui come sempre nulla di strano, se non fosse per tutto il contorno di una storia molto acerba.

In primis, la scrittrice, racconta storie in un treno, la quale apparentemente non sembra nemmeno male strutturalmente, come contorno, se non fosse che, la nostra protagonista, sembra una ficcanaso e impicciona.

Mi è rimasta impressa una scena, in cui si descrivono due ragazze che salgono su questo treno e parlano per i fatti loro, parlano dei loro problemi, e lei, Valentina, che si intromette in questi discorsi. E di questi episodi ne è ricco il libro.

Spesso potrei paragonarlo a “La ragazza del treno” in versione rosa, con sfumature di pettegolezzi: “La ragazza impicciona del treno”

In secundis, la Piovani usa nella sua scrittura, la terza persona.

L’uso di questo stile, complica molto l’andamento del libro perché, tende a tener distante il lettore, non lascandolo immedesimarsi nei vari personaggi, non solo, anche il modo in cui scrive, o meglio, descrive la storia e gli avvenimenti, come se fosse una lista, rende tutto superficiale, l’uso spropositato di “luoghi comuni”, danno la sensazione che non servano ad arricchire la storia, ma solo per far numero di pagine;

Alcuni esempi di luoghi comuni che ho letto: “il destino esiste perché ci ha fatti incontrare”, “il dolore è come un maestro esercitatore, visto come una sensazione che apre gli occhi al malato”, esempi come questi, di frasi apparentemente di effetto, in alcuni contesti non hanno molto significato, o non hanno ragione di esistere, perché spaccano una continuità di lettura, facendo perdere al lettore il filo del discorso.

Purtroppo la scrittura è ancora molto acerba e superficiale, ma sono certa che col tempo e tanta gavetta, riesca a fare un buon lavoro.

Il mio consiglio è quello di non prendere la mia recensione in modo negativo, Chiara, ma solo come un incentivo e stimolo a migliorare e migliorarti, perché la fantasia e il coraggio per scrivere hai dimostrato di averli, basta solo un po’ di esperienza, ma non mollare, non farlo mai, mi raccomando!

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