“Le piccole volpi del deserto” di Rossella Gazzelloni, Haiku editore. A cura di Alessandra Micheli

 

Le piccole volpi- Rossella Gazzelloni

 

Leggere questo libro non è affatto facile, specie per chi come me certe realtà le conosce le ha viste e sopratutto ha assistito alla perdita di tanti troppi amici. Cadere nel vizio, nella dipendenza, nell’illegalità è troppo facile.

Basta un frustrazione mai confessata, un senso di inferiorità che si tramuta in un desiderio cocente di rivalse.

Basta un torto subito, una ferita mai del tutto rimarginata, un senso profondo di ingiustizia che serpeggia nelle vene, mischiandosi al sangue.

Quella voglia di volare, di emergere di mordere la vita.

E di essere più forte della maledetta convenzione che divide gli esseri umani in privilegiati e in segnati.

Basta una parola, un no, una noncuranza o una frase tagliente “se non cambi farai una pessima fine” per scrivere sul foglio della vita già la fine.

Io l’ho vissuto

Nel mio mondo apparentemente idilliaco c’era la costante divisone in meritevoli e senza speranza.

Non ci crederete ma io stessa ero finita in quella categoria.

Eh si a sei anni stentavo a leggere.

Non so per quale motivo, ma mi rifiutavo proprio di imparare, di seguire quella maestra dall’apparente sorriso radioso, che per me nascondeva una certa snobbistica ipocrisia.

E cosi ero agli ultimi banchi, quelli dei ribelli, quelli dei ragazzini difficili, quelli lenti, secondo questa oscura visione, nell’apprendimento.

Insieme a me c’era il mio migliore amico, quello che oggi è purtroppo perduto in quel deserto che stavano costruendo davanti a lui, al suo sguardo innocente e inconsapevole.
In quel tu non appartieni alla categoria dei prediletti si formava il futuro di ognuno: chi lo accettava come una spada di Damocle sulla testa, chi restava invischiato nella sua appiccicosa invadenza.

Chi, pochi, invece ne usciva spronato dicendo ora di farò vedere.

E io per fortuna, per lascito materno, per carattere o per ribellione, molto più matura nonostante i miei sei anni, di quella di tanti miei compagni, decisi di fargliela vedere alla maestra.

Infatti eccomi qua a fare dei libri il mio spazio privilegiato.

Io che stentavo a fare della parola la mia guida.

E adesso il libro è il mio luogo felice e forse il mio lavoro.

E’ un grande risultato, direte voi. In realtà credo che in quel deserto pieno di frasi fatte, di atroci pregiudizi, di destini segnati da alcuni per fare sentire migliori gli altri si formino dei grandi vortici.

E quando il vento crudele soffia le piccole volpi, ragazzini con tuta la vita davanti vengono risucchiati, confusi con la sabbia, con i sassi, con i detriti fino a far parte di quella stessa entità cosi fumosa.

Fino a annullarsi per divenire perduti.

Inesistenti, destinati al male, destinati a ferire costantemente se stessi.

I ragazzi descritti nel libro sono i miei compagni di allora, che non sono riusciti a tenere la mia mano.

Il vento era troppo forte e noi troppi fragili.

Ero troppo piccola per poterli trattenere.

Ci sarebbe dovuto essere un adulto a dire no.

A difenderci, a darci altre possibilità.

E oggi sono io a pensare alle nuove piccole volpi assediate dai tanti sciacalli senza etica ne dignità decisi a non lasciare che la vita trionfi, decisi a trascinare con se tutte le anime possibili come se esse potessero pagare il loro debito.

E cosi eccoli sulla strada tracciata dagli irresponsabili, da chi in fondo odia tanto la vita da ferirla strappando a lei i suoi figli, il dramma continua con le stesse note con la stessa musica, ma con diversi suonatori.

Le piccole volpi del deserto non è soltanto un romanzo di accusa.

E’ un romanzo dove la vita chiede di essere finalmente rispettata.

Dove morderla non significa andare oltre i limiti, trasgredire o dimostrarsi uomini cosi come la società menzognera ci presenta gli eroi.

Significa SOLO amarla cosi tanto da onorarla con il sorriso.

E di sorrisi veri, qua in questo splendido libro non ci sono.

Possono esserci ghigni, o ferite sulla faccia.

Può esserci riscatto solo lasciando il cuore e l’anima intatta e non avvelenandola con l’oblio.

Allora leggetelo e ricordate anche voi i vostri amici perduti e onorateli non con lacrime ma con il coraggio di scegliere sempre la luce e mai le tenebre.

E a te amico caro, perduto chissà dove, conserverò io il tuo sorriso bambino.

E magari un giorno te lo restituirò intatto e puro come quando eravamo bambini.

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