Blog tour La Maledizione di Timber Manor, Triskell edizione. Timber Manor e i suoi segreti. A cura di Alessandra Micheli

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Siete pronti al nuovo viaggio?

Vi avverto però.

Non ci saranno dolci sospiri ne sorrisi incantati.

Non ci saranno abbracci, né sentimenti buoni.

O meglio anche quello fa parte dei segreti di Timber Manor.

Ma come voi potrete ben immaginare io non vi guiderò nei luoghi assolati del bene, ma tra le strade infangate di un oscurità che fa parte, inesorabilmente della luce e a lei deve tornare a appartenere per restituire ai luoghi infestati la pace.

Siete pronti allora?

Andiamo ragazzi la strada è lunga e piena di orrore.

Eppure so che in fondo anche se lo negate a voi quel nero piace, stuzzica e seduce.

Piacciono i segreti e i mille misteri che fanno da contorno agli scenari più idilliaci.

Perché in fondo le stelle senza cielo nero, sono cosi noiosa non trovate?

La pioggia batteva forte sulla cabina, il tergicristallo alacremente al lavoro senza troppi risultati, mentre con il pick-up percorrevo l’oscura strada attraverso il bosco. Mi sembrava di guidare sottacqua, sul fondale di un mare dimenticato. La musica era appena un sussurro

Ecco che inizia la nostra strada verso questa vittoriana magione, cosi bella da sembrare uscita da un sogno o da un romanzo:

Potrei giurare che mamma e papà hanno costruito la casa imitando Pemberley

E quindi avremmo:

Sontuosa, enorme, barocca, mozzafiato, tutte parole usate per descrivere la nostra casa nel corso degli anni, su riviste quali People Magazine e Luxury Home e perfino diversi numeri di Forbes Magazine. Definizioni meritate. Era una grande casa di pietra, mattoni e legno, che si stagliava ampia e svettante verso il cielo. Le pareti erano una cascata di finestre che permettevano alla luce di entrare ovunque, mentre il colore alabastro le dava un aspetto caldo e invitante. All’esterno poteva mettere un po’ in soggezione, ma l’interno era sempre accogliente. I mobili erano antichi, ma non del genere freddo e sterile

Bellissimo non trovate?

Eppure, una certa atmosfera strana, come un vento gelido che ogni tanto ci soffia sul viso prende ogni tanto possesso di quel lusso che ci fa sentire un po’ principi e principesse.

Timber sembra allora assumere non il volto soave delle damigella impegnata a danzare ricche di pizzi e merletti per le enormi sale illuminate da lampadari di cristallo, ma quello più scuro di certe magioni soffuse di un fosco chiarore, laddove strani sussurri si agitano la notte, dove le porte battono all’improvviso e dove si avverte una lontana risata risuonare per i corridoi bui.

E Timber diviene simile alla strega delle fiabe, che ti seduce con i dolciumi salvo poi ghignare malevolo alle spalle. E cosi basta attendere l’ora più oscura per avvertire le ombre arrivare, e condensarsi in una sorta di nero inchiostro che imbratta le pareti.

L’ora delle streghe a casa Donnelly. Una notte quieta. I corridoi della grande villa, dove un tempo giocavano i bambini, erano silenziosi come una tomba, la calma infranta solo dal ticchettio dell’orologio a pendolo sul pianerottolo… Le ombre si estendevano minacciose alla luce argentata della luna che filtrava dalle finestre di Timber Manor…. Lentamente, all’inizio solo un incupimento delle ombre dell’orologio, del corrimano, di una sedia regina Anna, di un tavolino all’ingresso dove Carol teneva un vaso con le rose del giardino. Le ombre sembravano emergere da angoli nascosti. Iniziarono a muoversi. Nere come il petrolio, le ombre strisciarono su per i muri e per le scale, per iniziare poi a gocciolare dal soffitto

E sono le ombre custodi di terribili segreti, che come una maledizooni incombono su Timber Manor e raccontano storie terrificanti, storie perdute e dimenticate che non devono, non posso essere assolutamente ricordate:

C’erano troppe cose strane che stavano accadendo con sempre maggior frequenza: punti della casa improvvisamente gelidi, ombre misteriose percepite con la coda dell’occhio, la sensazione di essere osservati

Timber risuona come una campana stonata, con un suono stridente di notte, che ferisce le nostre orecchia abituate alla dolce melodia della notte. Timber ci accoglie ma al tempo stesso si respinge, famelica e triste, crudele eppure piena di speranza.

I suoi segreti sono li, nascosti nelle tenebre.

Sarete pronti a sopportarne la vista?

Il mio ruolo qua si esaurisce, davanti al cancello di una maestosa tenuta, davanti all’ingresso di una casa che ci racconta di gradi fasti ma anche di gradi orrori.

Ora sta a voi scegliere: entrare fuggire a gambe levate verso il bosco?

 

 

 

 

 

 

 

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