
Appena ho ricevuto la copia di questo libro mi sono detta no un romanzo del genere college romance non posso sopportarlo!!!
E ammetto di essere stata invasa da una sana, normale per chi come me è avvezza ad altri generi, amarezza.
Ma la professionalità è iscritta nel mio Dna e quindi con stoica rassegnazione mi sono seduta sul mio divano, con il mio adorato te alla rosa ( molto british lo so) accingendomi a sfogliare la prima pagina del libro il mio anno con te.
Pensavo che se anche la trama non mi avesse conquistata, avrei almeno assaporato le atmosfere di una delle università dei miei reconditi sogni: Oxford.
Negare che la mia mente non viaggi pensando alla facoltà di letteratura di questa somma e riverita struttura sarebbe una falsità a cui non sono affatto avvezza.
Per chi come me ha amato, ma amato davvero la letteratura inglese Oxford rappresenta il sogno proibito, la meta da raggiungere, l’isola felice, il paradiso perduto da riconquistare.
E in fondo un po’ come la protagonista mi sono sentita.
Lei americana, pragmatica, impegnata politicamente e quindi avvezza un certo savoir fari del politichese che necessariamente ci ancora alle leggi, alle analisi logiche e rigorosamente materiali di ogni accadimento. Bellissimo far politica, pensar id politica, ragionare di politica.
Del resto, io stessa sono laureata in scienze politiche, quindi immaginate quanto la ami.
Ma non nego che ogni tanto il mio cuore nostalgico si rivolge ai sogni evocati dalle ballate di Keats, dalle suggestioni immortalate in sogno di una notte di mezza estate, all’estetica ironica del mio amato Wilde. E quindi una parte di noi, impegnate a dare un diverso assetto al mondo, muore assetata perché brama la fantasia creativa che soltanto la letteratura può darti.
E solo con Stevenson che possiamo viaggiare.
E’ con la Elliott che sprofondiamo in un altro regno e con Kirk che il viagigo prende un altra piega, lasciandoci vagare nelle remote regioni dell’immaginario, cosi come il buon Carrol ce le descriveva.
Quindi subito simpatia per lei, Ella con quella sua vita strutturata, descritta alla sua mente acuta nei minimi particolari.
Cosi decisa a non lasciare che nel muro che ha costruito con impegno tra lei e l’altro possa mai correre il rischio di esserci una crepa.
Ella è apparentemente sicura, forte, geniale ma in fondo nell’antro oscuro del suo io quasi una bimba bisognosa di un abbraccio.
Ed è quella bimba che riconosce come sua metà l’aitante professore Jamie il classico sciupa femmine decisi a non innamorarsi. Eccoci qua mi dicevo via con la fiera del cliché.
Allora il libro mi ha sorriso serafico deciso a stupire questa pomposa recensonista, cosi convinta di se e cosi tronfia.
E per questo la storia diventa altro, dipanandosi di fronte ai miei occhi che si coprivano di meraviglia.
Ecco la magia di questo libro: ti incanta con facili promesse, ti fa entrare in punta di piedi e ti sconvolge.
E cosi ogni certezza come succede a Ella crolla.
Ci troviamo indifese di fronte a una storia che ha il sapore autentico della meravigliose opere di formazione, laddove in fondo l’amore non era che la chiave per conoscere se stessi.
Per far apparire ogni nostro schema progettuale una enorme abominevole e anormale scemenza.
Qua la protagonista vera è la vita.
La vita che gioca con noi e che sceglia per noi le esperienze migliori.
E sapete quali sono?
Quelle che danno retta a quel burlone di dio che un giorno, creandoci, disse crescete.
Prima di moltiplicatevi, si raccomandò di accettare la crescita come parte della nostra essenza.
Ella e Jamie crescono, superano paure, ma PAURE terribili, sensi di colpa e la sensazione che il destino vince su ogni nostro respiro.
Superano gli ostacoli che divengono non più massi ma sassolini che forse feriscono i piedi, ma in quel dolore ci fanno sentire cosi vivi da accoglierli quasi con gioia.
E alla fine della lettura io, si proprio io, ho imparato cosa conta davvero. Non la cultura non i progetti.
Non l’amore fisico.
Conta la poesia che si espande come un profumo prezioso da ogni momento.
Che per questo diventa unico e irripetibile
Grazie Julia per avermi fatto riscoprire la parte migliore di me.