“All’ombra di Alagna. L’arrivo del Male” di Cassandra Graziosi, Write editors. A cura di Alessandra Micheli

Tutti noi, prima o poi nell’arco della nostra vita ci siamo interrogati sull’origine del male.

Cosa sarà mai questo orrore che minaccia la stabilità delle nostre quiete esistenze?

Quella forza che sembra viaggiare in senso opposto all’evoluzione?

Perché a volte è questo che fa questo fantomatico agente delle tenebre. Ci sorride serafico e inizia a invidiare ogni costruzione che faticosamente l’uomo erige.

Invidia la nostra tranquillità, l’allegria e l’amore.

Irride la diversità che, in un mondo sano, è utile alla formazione di un mosaico sempre luminoso, sempre omogeneo coerente e perfetto. Insomma cari miei lettori, si è mai visto un arazzo intessuto con lo stesso grigio colore?

O un collage costruito delle stesse anonime tessere?

Ma il male odia la perfezione scesa dal cielo.

Odia quel nostro sentirci tutt’uno con l’orizzonte e il mare, con la terra e l’acqua, con tutto il creato che in noi vive e si racchiude.

Noi, immagine di un altro tempo, di un cielo che possiamo solo immaginare nei nostri più arditi sogni, tendiamo per DNA a portare l’armonia in cielo.

Tutti uniti eppure capaci di mantenere salda un’identità precisa.

Di utilizzare ognuno le proprie potenzialità, di abbracciare il destino e persino l’amore, che ha mille facce e mille sfumature.

E cosi il male non ci sta, odia proprio l’armonia .

E’ disarmonico.

E cosa fa?

Tenta di insinuarsi proprio laddove la sinfonia regna.

E tende a mescolare le carte a ingannare a guidare le anime fuori strada affinché non siano solo manipolabili, ma anche profondamente sole. Perché un mondo fatto di isole è un mondo a rischio di burrasche e mareggiate.

E’ un mondo conquistabile, pezzo per pezzo.

E’ un mondo che è possibile distruggere.

Ecco che l’ombra agguanta uno dei migliori esempi, letterari e immaginari, di un organismo composito, di una società capace di convivere in armonia con tutti gli esseri umani: mortali, stregoni, vampiri, licantropi.

Tutti devoti alle sacre leggi della Maat egizia, quella che tentava disperatamente di ricordarci la nostra origine divina.

E la congrega, in fondo, non è che l’antico richiamo di quelle antiche storie, dove la magia non era altro che il riconoscersi come profondamente empatici con ogni elemento, anche il più piccolo che componeva questo quadro meraviglioso chiamato vita.

Ma l’ombra odia tutto questo.

Odia questo piccolo borgo di Alagna cosi in pace con se stesso, cosi intento a rispettare le basilari, essenziali regole di convivenza.

Questo microcosmo dove ognuno ha il proprio posto e può sviluppare in libertà le proprie capacità, le proprie inclinazioni e i propri sogni.

Anche quando sono soltanto lontani echi di vite passate.

O amori assurdi, detestati dalla consuetudine che divide in razze, caste e persino genere e colore.

Ma il male non è racchiuso nelle antiche religioni, che narrano di un passato che ci appartiene, quello di antichi progenitori figli della natura.

Il male è nella assurda volontà di disgregazione che uomini soli, torna appunto il tema della solitudine, decidono di abbracciare per far emergere la propria frustrazione.

E allora ecco il nemico servito su un piatto d’argento, il diverso considerato per troppo tempo agente di Satana.

Quel satana che è da sempre stato, stranamente, a servizio di dio.

I mostri creati dalla bravissima Cassandra non sono affatto quelli che ci si aspetta da un buon gotico.

Non sono ombre striscianti appartenenti al regno segreto dei sepolcri foscoliani.

Non sono i vampiri senza coscienza.

Siamo noi, gli uomini che persa l’anima abbracciano la violenza e la volontà di sopraffazione.

E cosi i figli della natura, le parti di noi selvatiche e istintuali, e persino il simbolo atavico della passione sessuale non sono affatto i crudeli abitatori dei nostri incubi.

Anzi.

Sono i sogni, anche colorati di nero, che bussano alla porta del nostro io bambino e invadono il silenzio di una notte di luna con il romantico canto dell’upupa.

E cosi il male è semplicemente la maledizione di un uomo prigioniero del peggior arconte che abbia mai messo piede in questa dimensione misteriosa: il potere sfrenato che annulla ogni diversità per poter ghignare trionfante.

Alagna presto perderà la sua innocenza.

Ma forse è proprio da questa immane tragedia, che nascerà la capacità di tutti i diversi di unirsi sotto il segno della vera, unica libertà: quella che nasce dentro di noi e che ci collega, di nuovo e per sempre, al cielo.

Un meraviglioso, avvincente fantasy dalle soavi tinte gotiche che non ascia tregua, che affascina, ammalia e conquista, ma soprattutto, fa riflettere.

E da parte mia ringrazio la Graziosi anche per un altro motivo : è stata capace di far riemergere dalle ceneri di una storia dimenticata la antica religione, fatta di incanti, sussurri e misteri.

La antica religione non è affatto sconfitta, ma riposa sorridente dentro la nostra creatività.

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All’Ombra di Alagna – L’arrivo del Male

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