“In cucina con…chi?” di Alessia Toscano, Golem edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Voglio che tu sappia una cosa.

Tu sai com’è questa cosa:

se guardo la luna di cristallo,

il ramo rosso

del lento autunno alla mia finestra,

se tocco vicino al fuoco

l’impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna,

tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste

aromi, luce, metalli,

fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m’attendono.

Orbene,

se a poco a poco cessi di amarmi

cesserò d’amarti poco a poco…..

Ma se ogni giorno,

ogni ora

senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile.

Se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi,

ahi, amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,

in me nulla si spegne né si dimentica,

il mio amore si nutre del tuo amore, amata,

e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia

senza uscire dalle mie.

Ho scelto intenzionalmente di iniziare questo mio esperimento letterario che indebitamente chiamo recensione, con questa poesia di Pablo Neruda.

E se avrete la pazienza e la voglia di seguirmi in questo viaggio attraverso non solo il libro, ma la emozioni e le suggestioni che mi hanno stuzzicato, comprenderete la mia scelta.

I romanzi erroneamente catalogati come romance, o rosa o chicklit, insomma la vasta famiglia di quella che è, in realtà, narrativa sentimentale, devono avere non soltanto l’attenzione a quel grande fatto chiamato amore, quell’immenso dono piovuto dal cielo che muove il sole e le altre stelle (perdona Dante per la citazione).

Ma al centro è il rapporto tra due esseri umani, diversi non solo nel genere, ma nell’interiorità.

Non è necessario, infatti, che si tratti di uomini o donne, è necessario che siano due anime diverse eppure capaci di incastrarsi.

Tutto è fomentato, alimentato, sostenuto da una parola strana, poco compresa oggi, fraintesa e vilipesa: la passione.

Amor senza passione, senza il desiderio di incontrarsi, di fondersi e di appartenersi, non è amore.

E’ qualcosa di nobile che so il bisogno di avere accanto un complice, di formare una famiglia che ti sia accanto fino alla fine dei tuoi giorni.

Ma non è passione.

E la passione, altro elemento importantissimo, non può neanche essere identificata con la voglia di sesso, con quel bisogno di provare l’orgasmo che rende tutto squallido a volte e soprattutto immediato.

La passione è una lenta corsa verso una meta agognata e sospirata.

E’ la salita che mozza il respiro e fa battere il cuore.

E’ l’attimo eterno in cui ogni giorno il sole taglia la notte e ci fa provare quel meraviglioso senso di infinito.

Ecco che i rosa che narrano l’amore solo come attimo in cui ci si possiede, non fanno altro che servirci su un unico piatto, primo secondo e contorno, fino a non farci distinguere i sapori e a gustare il momento della scoperta.

Di rosa ne ho letti molti.

So che alcuni di voi si stupiranno: come la dark lady per eccellenza, che ama gli zombie (li amo perché poverini soffrono oggi la fame) ha letto i rosa?

Si.

Sono stranamente umana anche io e la volontà tutta umana (perdonate la doverosa ripetizione) di comprendere o solo sfiorare il significato di un sentimento connesso con la nostra evoluzione è sempre presente.

Desiderio,passione, voglia di stringersi, sono turbamenti che hanno scosso ogni vita.

Persino la mia.

Ma non è cosi semplice descrivere questo senso di attrazione, questa lenta seduzione dei sensi, se non si ha davanti un profondo senso di rispetto per un sentimento che non è il sottomettersi, che non è l’ottenere un soddisfacimento immediato.

L’amore è terra e fango in cui immergere le mani.

E brillare con gli occhi dell’amato.

E’ il respiro mozzo davanti a un semplice gesto, che so fumare una sigaretta, una camminata quasi pigra di quelle che sembrano dire al mondo io ti sento, ti percepisco ti vivo e ti appartengo.

E’ anche sopratutto un gusto, un tatto, che arrivano come lampi al tuo cervello e stuzzicano la mente, facendoti godere prima dello stesso atto fisico.

Che è e resta un completamento, non il fine ultimo.

Ecco che in questo libro perfetto da ogni punto di vista, vorrei sottolineare non solo la pregiata crociata contro i clichè.

Altre colleghe più brave hanno parlato di questa rivoluzione, sana e giusta, questa rivoluzione contro i pregiudizi e contro gli stereotipi.

Ma voglio raccontarvi cosa davvero significa inserire la sensualità in un libro.

Ecco in cucina con chi si apre già uno dei primi scenari importantissimi per ogni amore: il cibo.

Tutti voi saprete come l’amore stesso sia connesso con la fascinazione più che con la seduzione e faccia parte dell’ambientazione o semmai dello scenario con cui due anime lottano in un gioco infinito per mostrarsi, conoscersi e ri-conoscersi. L’amore inizia come una lotta; odio et amore, diniego e incito.

Sono le menti che improvvisamente vengono accese come se una mano forte, robusta e decisa accendesse un remoto interruttore nella mente.

Chi inizierà questa strana lotta non ve lo svelo, dovrete essere voi con la stessa incoscienza e una dose di folle coraggio a scoprirlo.

Ma inizia.

Inizia tra odori che invadono la mente, con sapori che si sciolgono sul palato, rendendo gli occhi velati e pieni di inviti.. vieni, toccami, sentimi, vedimi. Vedimi sopratutto.

Oltre le forme, oltre il nome che è appunto, solo un suono affibbiatoci da chissà chi.

Sentimi, con le mani che modellano non tanto il mio corpo ma la mia anima, che la fanno risuonare come un pianoforte da troppo tempo dimenticato.

Accordami.

Fa che finalmente io possa emergere in tutta la meraviglia di creatura fatta di mille invisibili fili, fatta di sogni fragilità e aspettative.

Sentimi.

Quando piango e quando rido, a volte senza avvicinarti, a occhi chiusi perché è il cuore che con il suo bum bum,ti sta parlando.

Piangi.

Piangi sui sogni traditi, sulle ferite, sulle ossa spolpate da persone che hanno solo voluto la mia carne come trofeo.

E canta.

Canta su quelle ossa e falle diventare di nuovo persona, di nuovo viva e pulsante, tremante di desiderio e decisa a darti qualcosa di più che un semplice bacio, o un contatto intimo: pronta a darti le chiavi di un cassetto segreto, quello..della mia mente.

E’ un gioco di sensi che ti incanta, intrattenendoti in una rete fatta di sensazioni tattili e emozioni leggere, quelle che spesso rifiutiamo, quelle che ti travolgono come un onda e ti fanno esistere.

Dietro la lotta al clichè c’è infatti la voglia divinamente carnale espressa proprio dalla poesia di Neruda:

Ho fame della tua bocca,

della tua voce,

dei tuoi capelli

e vado per le strade senza nutrirmi,

silenzioso,

non mi sostiene il pane,

l’alba mi sconvolge,

cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,

delle tue mani color di furioso granaio

,ho fame della pallida pietra delle tue unghie,

voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,

il naso sovrano dell’aitante volto,

voglio mangiare l’ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,

cercandoti,

cercando il tuo cuore caldo come un puma nella solitudine di Quitratúe.

Pablo Neruda

Allora io ringrazio questa donna che in questo libro finalmente ha dato voce ai sogni di tutte noi: qualcuno capace di chiederci semplicemente cosa desideriamo.

In fondo, desideriamo solo che il pensiero di voi uomini, amanti o amici divenga luce solo sfiorando la nostra immagine.

Grazie Alessia.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...